Poesie
Perdo luce dagli occhi.
Il buio sbatte le palpebre
Sulle panchine dei parchi
colmi di innamorati.
Ed io mi perdo
come un cane investito da un tir
e trascina il livido corpo
sul ultimo tratto dell’esistenza.
Vorrei spaccare la faccia al tempo
ma non lo trovo più.
Sono condannata a custodire
questo cimitero di parole bianche
e le lapidi scricchiolanti.
Oltre il muro dei segreti
cresce un’altra vita,
sospesa in domande senza risposte,
promesse squalificate,
perduti calci di rigore
e carne da macello.
Oltre il muro di cinta
c’è la guerra,
quartieri cinesi, indiani,
semafori lampeggianti,
un sindaco donna,
terremoti, sogni infranti,
penne e calamai vuoti d’aria inchiostro.
Ed io urto e mastico rabbia.
So amare forte.
Ho perso tanti treni
ma guido stormi di rondini
nei nidi delle anime perdute.
Sono stata un oasi,
una palma,
un abecedario
e storia.
Ma non so chi sono,
perché la verità
non è mai la realtà.
Mi purifico nell’affetto
Di silenziose albe
che mi fanno da madre
con flebili sospiri di ombre
che metto in ordine crescente,
prendendoli dopo con ritrosia
o orgoglio avvinto , a buie scorciatoie
e insulti presagi , sviscerati
nella terra nera.
Mi purifico nel grido del silenzio
che mi confonde
e fonde radici nel mio cantico sacro.