Risveglio
Diventa grande la tua ombra
sulle scogliere sudate dell’alba
dove ambigui crepacci
hanno fianchi rapaci
e colori selvaggi.
Di nuovo sono in cammino
lungo filari distesi
in campi anneriti,
sotto rami d’ulivo
soffocati dall’urlanti polvere afosa.
Remota si desta la stanchezza
e ti vedo cima e riva
e ti sento rupe e sasso.
La tua ombra grande
si dissolve
sul biancore dei sudari
addossati al mio corpo.
Mi guardo nello specchio,
prospettiva monotona,
mentre raggi gaudenti
violano il mattino
e la gioia ventila la strada
dietro la finestra chiusa.
C’era una volta
Dai giorni goffi di un’età perduta
suoni, odori, colori
risorgono insolenti
Nel caldano i ditali di farina
le bucce dell’arancia sulla stufa
Entrare nella stanza della legna,
fucina dei miei sogni,
mi rendeva un falco pellegrino
pronto al volo, alle altezze, agli orizzonti
Le acquasantiere con il cuore rosso
la stanza con la luce azzurrina
Dal canapè di velluto rosso
le teste di leone vigilavano sui miei voli improvvisi
origliando dai logori braccioli
quando tiravo le nappe di seta
in compagnia di fate e di gnomi
Il gatto sul canto del fuoco
profumo di spigo sulla biancheria
Quanti giorni passati a rassettare
sulle scale di pietra
idee, sussurri, storie vere e storie da inventare
Il rosario sgranato a tutto tondo
il pane con gli struffoli nel forno
Quanti cieli non ho visto
e quanti mari
fate e gnomi son fuggiti via
nella realtà non avevo le ali
che mi sentivo nella fantasia.