Mi immergo in questa tirannia

di vita

cercando uno spiraglio

di luce a cui tendere.

Sentire l’aria dentro

l’aria che entra ed esce

con una routine

instancabile

senza voler uccidere

il male dentro

il mare che cerco.

 

Solo scrivo e solo rileggo.

 

La confusione

che mi attanaglia

queste parole trascritte

saranno la mia salvezza

dall’oblio.


 

Io con te sono me

e non lo dimentico, sulla sabbia

in un giorno d’inverno

con il sole che bagnava

i gabbiani.

 

Scappai da questo mondo,

da me stesso

da te che eri così bella.

Riscoprii la morbidezza di me,

 

le sfumature del giorno

e il cuore di un uomo

che vive senza.

 

In questo nebbioso sole

e fredda stagione

iniziai

a concludere il mio malessere

senza di me.


 

Gusto il mare

con i sapori della terra

respirando l’essenza dei due mondi

accompagnando il ventre

della terra con il

lavoro dell’uomo

tutto di colore giallo

e di un profumo intenso

 

l’aria ti travolge

sia nelle narici

che nelle vene

 

un saluto e spendo il polso

dei miei

ritmi

 

penso che la sostanza

che fa più parte di me

è di colore nero

con un chiaro estremo

sapore e inimitabile sensazione

sei la vita.

 

Nera

è la luce

che ritrovi

in ogni strada sconosciuta come

il grano

Mangia senza di me

l’amico che si dice mio.

E alla tavola

ornata

siede felice

del vino

frizzante come

un mare in cui

tempestivamente

ti immergi

 

ode a te

amico sconfortato

dal dolore

del carico sulla schiena

ti penso mentre ti agiti

ti augur ogni bene

ogni sollievo

ricordami con un goccio di Ozu

in cuor mio

abiti sempre

 

La scorza

vuota di freddo

dell’amco

è rimasta

che lo spirito

saranno anni

è sospirato

in Grecia

 

finito il bicchiere

ringraziai

e tutto tornò alla normalità

in questo caldo giorno

di sole e di amicizia

consapevole mi percossi

la faccia con gioia e felicità.