Quel mostro che amavo

Palco vuoto. Interni stupendi, quanto saranno costati? Inizio una danza tribale, ancestrale,
un movimento che mi dà forza, energia e libertà.
Sento le tenebre e I cieli danzare con me, sfidarsi su un campo di battaglia, quale quello del mio corpo. Sono incatenata a loro, ma me ne rendo conto quando sono libera dai loro respiri affannosi. Quando le loro mani non stringono più I miei fianchi, li sento muoversi lentamente dentro me, tra le mie costole, le mie dita, sento I loro corpi che attraversano Il mio, fino a farmi respirare a mala pena. Oh che dolce tango, che profumo di zenzero, che sensualità.
Ho gli occhi chiusi, troppo aperti per vedermi bene. Il serpente nero cerca di avermi con se, lo sento salire dalle mie gambe, fino al mio collo, la sua bocca vicina alla mia, mentre le mie mani
asciugano le mie lacrime.

 

“I miei occhi sono profondi

sono nascosti, nuota tra la mia pelle

cercali.

Al suono delle campane alzati e grida

grida con tutto il tuo cuore

grida con tutto il tuo corpo

ma grida, ai miei occhi, chi sei.”


Intermittenza

Vedevo luci di macchine…

occhi che rincorrono me…

lasciatemi, osservare l’altrove

non portatemi via dal vento primaverile

voglio rimanere a danzare, a cantare

ad attendere il suono della felicità.

 

Ma la vita è un gioia dolorosa,

una ricerca del dolore con il quale conviviamo

notti eterne, follie sconosciute

albe ebbre a pensare e meditare

il dolore ci ama, il dolore ci odia.


Tu

Vorrei a volte non pensare e osservare I tuoi occhi in silenzio.
Scorgere ogni forma del tuo corpo nel buio.
Vorrei non pensare, ma intuire cosa passa dalle tue labbra.
Ascoltare la tua voce e viverne la bellezza.
Cercarti tra le lenzuola, nei libri, tra il caffè e lo zucchero e anche nelle albe.
Sai perchè vorrei cercarti? Per poterti dire che ti stavo aspettando, vorrei vivere la tua paura.
Per rimanere sola con te, seduti per strada, a voler comprendere il mondo, quanti ricordi, quanti
essere umani ho vissuto.
Quante volte ci innamoriamo? Pensieri, tamburi, emozioni, strade, parole, occhi…
ci innamoriamo di uno sguardo, di un respiro, di una sensazione, o semplicemente del vento.
Cadiamo nel gioco della sensazione, ci sdraiamo nelle spiagge dell’oblio, nella ricerca della
dimenticanza di noi stessi.
Vedo, sento, rumori, percepisco emozioni. Vivo.