Altrove tra Oscure Creature

 

 A tutti è capitato

per una volta almeno

di ritrovarsi assenti

con lo sguardo incantato

lontano dal mondo dei presenti.

 

 Assorti in un altro luogo,

un regno interiore,

un angolo fuori luogo

che io chiamo Altrove.

 

 Altrove tra oscure creature

c’è una strana quiete

che placa i bollenti spiriti

di fredde anime inquiete.

 

 In quella assenza terrena

non bisogna star attenti appena

poiché lo spingersi tanto oltre

può comprometter tutta la sorte.

 

 Alcuni, gravati da tormenti irrisolvibili

scapparon Altrove dove i limiti

son da sempre discutibili.

 

 Là il presente è assente

e un arcano sortilegio domina

ogni essere vivente.

 

 Altrove…

Altrove tra oscure creature

vaga un lume prudente

che tra lacrime e paure

cerca sempre qualcosa

laddove per molti c’è niente.



Colui che osò scavare

 

 Un poeta malinconico

che tante ne aveva passate

si ritrovò a passar le giornate

con la testa tra l’onirico.

 

 Era colui che osò scavare

scavare dentro i propri tormenti

riscoprendo i persi intenti

che non sapeva più d’amare.

 

 A cazzotti tra strofe e rime

distillò pensieri dalle sue vane vene

pensando così di raggiungere le cime

sgravate dalle sue continue pene.

 

  Ma nel grande tentativo

di scalare i propri abissi

precipitò nel Viale

degli Sguardi Fissi

dove chi ormai lo percorre

mai più si volta indietro

poiché imperterrito avanza

con occhi simil a vetro.



Le Lacrime d’Inchiostro

 

 Tanto tempo fa si rifugiò Altrove

quel poeta malinconico ricolmo d’orrore

che era solito fissare il buio per ore

vagando nelle tenebre di ogni dove.

 

 Con l’aiuto di un burbero nano

foggiò una candela dalle orbite cave

e fatto un testone conico e un esile corpicino

gli mise in cima al capo un nero stoppino.

 

 Poi, non potendo più creare,

bevve tutto l’inchiostro che possedeva;

ubriacandosi pianse l’oscuro liquame

donando alla terra le inquietudini che nascondeva.

 

 Prima di andarsene da dov’era,

per seppellirsi nelle profondità delle miniere,

gettò due lacrime nelle orbite di cera

incupendone gli occhi che essa or possedeva.

 

 Seminando dietro sé tante lacrime

quante posson essere in una strada le pietre

lasciò per sempre l’antro del nano

addentrandosi in oscurità sempre più tetre.

 

 Ogni lacrima era viva

e silenziosamente ricordava

il singolar segreto che custodiva

e sulle orme del poeta tracciava

le ombre della sua mente rediviva.