Poesie
IL MANOSCRITTO
Vagavo
tra scampoli di mondo,
dipanando solitaria l’accaduto;
scrutavo occhi,
languivano carezze.
Allora ti vidi,
in mano
il manoscritto
che cercavo.
Proprio me attendevi,
proprio te attendevo.
Leggemmo insieme
e svanì la città,
puntiforme divenne
il mio passato.
Colsi la rosa dei poeti
e segnò
le pagine già lette.
Appena colta
rimase,
fresca e rugiadosa,
a segnare il mio presente.
Voltasti pagina
e sillabammo insieme
l’indomani.
SOLE GRECO
Risuona in me
il silenzio,
treno muto che sfreccia.
Ricerco il suono
di un antico accordo
sulla lira provato
da mani gentili.
Naufragai lì,
nel greco sole.
A te mi consegnò
il mare,
a te
che giochi
senza più peplo,
a te,
che danzasti
per lei,
la poetessa.
Fanciulla dolci-mani,
non chi fosti,
dimmi chi sarai…
Raccontami di chi
ridarà al treno
la sua voce di lira…
Raccontami
di chi berrà
con me la coppa…
E dopo,
potrà ancora aspettarmi Penelope,
blu-lucente eternità?
PROFEZIE
Quanti fuochi
scaldarono la notte,
la notte
in cui seguimmo
le lucciole
al giaciglio
del vecchio?
Lo trovammo là,
sapiente grillo
in attesa.
Nel vino
nuotavano
gli anni
e lui allora
estrasse
i giorni a venire
dall’Amontillado.
Sotto la barba
farfugliò profezie,
e il dolce succo
bevemmo con lui.
Allora
franò la terra
sotto di lui,
bofonchiando
divenne
fertile humus.
Restammo sole,
danzavano lucciole
intorno a noi.