Passi di vita

Con animo buono
ho assaggiato delizie succose
gustando, come per dono
delle spine e delle rose.
Pungente,
il fastidio c’è stato;
avvolgente,
come un pitone mi ha coccolato.
E quindi? Aggiungo all’esperienza!
Da dove, se di risposte sarò affamato
potrò pescare, se sentirò del bisogno la parvenza.
Quelle rose però, che profumo delicato,
un abbraccio intenso
che trasforma i sensi in un tutt’uno mielato
alimentandoli sempre come fumo dall’incenso
e perciò, guai a fermarsi, che boato!
Il petalo, se cade, cede il passo al suo compagno;
cosa fare per non lasciare all’essenza il dileguarsi?
Il ricordo, tessuto come la tela del ragno
nell’anima propria dovrebbe fissarsi;
solo così si rende omaggio al volere
e in questo modo si stendono solide basi
accompagate dal nobile sapere
che, paladino, si erge in questi casi
in favore della ripartenza
sprigionata dalla vita
e inconciamente, da quell’essenza
viva e comunque mai sopìta.


Dolce e letale

Ecco la pioggia
col suo inconfondibile suono,
che a volte temporeggia
o dichiara supremazia, scendendo come un tuono.
Il suo è un lamento dolce
che viene da una nuvola.
Non a tutti piace
come il pelo della tarantola;
lei morde per difendersi
sfuttando i suoi aguzzi denti.
Attenzione quindi a fidarsi,
è la natura, non la senti?
In lontananza l’acqua scende
risparmiando solo i più attenti,
se non la rispetti lei ti prende
senza aspettare complimenti.
Il fiume, ora è in piena,
il suo rumore diventa rombo,
corre veloce con buona lena
senza perder tempo a fare il girotondo.
L’otto zampe se ne sta sul ramo
e l’albero che ha scelto è molto forte;
in basso vibra come un richiamo
colei che sempre dà un nuovo inizio: la morte.

Raccconto poetico.


Questo e Quello

Mancano a Natale sedici lune
che da molto tempo compiono il loro giro
sempre tranquille, senza mai prometter fortune
perché correggono, semza uscir di strada, il loro tiro.
La frenesia regna in certi ambienti
per afferrar l’oggetto più bello
e stupire, saziando il proprio ego, i presenti
senza ricordarsi di Quello.
Lui è un luna
che appare di notte silenziosa,
confondendosi nel cielo, come se il deserto fosse una grande duna
e mettendosi solo di rado tutto in posa.
Nella frenetica gara è stato sfiorato,
come un ostacolo per far meno strada
ma lui, che è una luna, l’ha guardato
lasciando la sua porta lievemente “serrada”.
Le loro esistenze continuano,
ognun per la sua linea
facendo quel che possono
anche se per una è eterea.
Questo non sente i veri allarmi,
preferisce le apparenze;
sceglie diverse armi
per difendere deboli sosrtanze,
usando spesso sorrisi per ben apparire
nell’enorme spianata di manichini
oltre i quali non c’è molto d’assorbire
tranne il sordo sentir, proprio degli ambienti sottomarini.
Quello, invece, serve con entusiasmo
avendo un sorriso sincero per tutti;
felice e sano, senza sarcasmo,
offre la sua esperienza ai belli e ai brutti.
Immerso comunque nei problemi di oggi
non li lascia mai uscire da sé
cercando, come il bestiame tra i foraggi,
l’essenziale in ogni cosa, come in una calda tazza di tè.
Questo e Quello non sono amici,
si vedono e si sfiorano di tanto in tanto,
inntrappolati come tante alici
in un sistema che li ricopre come un manto.
Vivono le loro giornate
con spiriti diversi
inseguendo con proprie remate
la gioia senza inrtrappolarsi;
e ognuno col proprio sapere
si prepara al Natale
accendendo candele o sfiorando sfere,
chiedendo a chissacchì, della vita il sale.
Questo e Quello siamo noi
che cerchiamo di fare la cosa giusta
accettando, oppure no, i consigli che poi,
ci faranno camminare abbastanza liberi e senza frusta
come tanti questi e quelli,
che regalano un dono o un sorriso
solo a Natale per esser belli
o in ogni giorno, sperando che ciò sia condiviso.