Amalia UsaiScrivere, per me, è più che respirare… è dare corpo, anima, voce, alla realtà più vera dell’essere umano, dell’umanità stessa; è cantare, con parole che danzano – ora tra fili di luce, ora tra intrichi più oscuri – ciò che costituisce il quotidiano, nel suo dipanarsi fra le molteplicità degli eventi.

Ho scritto molto, soprattutto in poesia, ma anche racconti, che ho chiamato “fiabe”, sempre attingendo ad una struggente contemplazione della realtà che mi circonda, per dare voce all’essenzialità dell’esistere; sempre alla ricerca di quegli spazi belli e incontaminati che parlano al cuore, e che il cuore ama custodire, in un crescendo di desiderio e speranza, soprattutto ora che incuria, indifferenza, mancanza di sensibilità e attenzione (più preciso sarebbe dire “educazione”) stanno riducendo, infliggendo ferite non facili da rimarginare.

Eppure… è solo lì che il cuore di ogni creatura trova pace e serenità; lì che ci si riconcilia con se stessi, con gli altri, con quanto ci circonda, con la vita stessa quando fa assaporare le sue fatiche e i suoi dolori, con Dio…

Provengo da una terra bellissima – la Sardegna – dove la bellezza non ha sconti, e te la senti vibrare dentro, ad ogni moto ondoso del mare che l’avvolge come in un braccio, ad ogni tremolio di seta dei petali e degli steli, ad ogni stilla di azzurro, ad ogni raggio, ad ogni scorrere d’acqua da sorgenti buone e fresche…