Sere

Prova a diventare tutto ciò che odi,

è la sera che non t’accontenta

ricorda cosa

dagli altri (e degli altri) odi

è la rima che ti tenta,

riposa,

sai che ci sono modi e modi

con la testa che mai stenta


 

C’è Chi

C’è chi ha il mi piace facile, chi non lo mette mai,

chi ha paura di stare solo e tu lo sei perchè lo vuoi.

C’è chi è socialmente pericoloso, chi non fa mai rumore.

C’è chi non ha mai tempo e chi non ne vuole avere.

C’è chi suona in compagnia e chi lo fa per sé

Non so cos’è importante ora, forse solo il secondo caffè.


 

So dove sei

Ci sono molte cose che non sai di me, e che forse non saprai mai.

Più che bugie sono mancate verità che, per mancanza di coraggio, non ho mai avuto la fantasia di dirti.

Farei di tutto per potertele far sapere.

Mi ricordo quanto freddo faceva in quei giorni e quanto stavo bene lì da te, mi sentivo in alto e al sicuro.

Mi ricordo quando siamo stati tre ore a sentire le canzoni di Anthony and the Johnson sdraiati sul letto, a giocare con il tuo laccetto celeste parlando di tutto e di niente. Per me quel ricordo vale molto.

Chissà cosa c’era nella tua testa in quei momenti, nella mia un blocco maledetto che solo dopo mesi iniziava a svanire.

Mi sono rassegnato al fatto che Capirti vuol dire smettere di cercare di capirti. Solo in questi mesi ho capito che per me e per poterti ascoltare bene, al meglio, avrei dovuto fare un cambiamento di sostanza; erano anni che cercavo una causa scatenante ed essa era la tua voce.

Poi tranne una sera, per qualche minuto, sono ricaduto nell’errore.

Non sono pazzo,

son solo diverso.

In te sono immerso

Come una carta in un mazzo.

Se fossi qui ti direi tutto quello che di sbagliato ho fatto in questi anni, darei la colpa solo a me, farei ogni sacrificio per poterti parlare e abbracciare, ti confesserei tutte le bugie e i trucchetti che ho usato per farti avvicinare a me. Per sentirmi il più possibile vicino alla pace dei sensi.

Forse se ci fossimo parlati con sincerità dall’inizio e senza palliativi saremmo andati meglio.

Quando ti ho visto la prima volta non so bene quali emozioni ho provato, simili a quelle di quando ho visto la foto di te da bambina, le stesse che sentivo a volte quando entravo a casa tua, quelle di quando ci tenevamo mano nella mano.

Sembrava di averti conosciuto da sempre.

Familiarità ed amicizia.

La limitatezza degli aggettivi possessivi La bellezza dei pensieri soggettivi.

L’ultimo sorriso

Se non so che dire

Non posso dormire

Senza il tuo viso

In questa piazza e dal mio balcone cerco di capire cos’è successo in quei giorni di primavera. Ora mi sto riposando e sto vedendo tante persone familiari che mi stanno facendo provare molte emozioni, ma io non sempre gli sto dietro. Non so se qualcuno mai mi leggerà, spero di fare emozionare almeno te, in qualche modo. Di me devi sapere che ho rischiato molto, non so cosa ho, forse sto semplicemente parlando da solo con i ricordi.

Bei ricordi di persone amiche che non vedo da molto, ricordi di te che non so dove sei.