2016: Odissea Nello Spazio
Circumnavigando lo spazio
oltre l’infinito orizzonte
cavalcai onde caraibiche di Nettuno.
Tra accecanti bagliori crepuscolari di Marte
ormeggiai la mia astro-nave tra le spiagge desolate di Giove;
a rapidi passi
tra ciottoli di Plutone, volto con lo sguardo a nuvole d’Urano,
ebbi una visione:
« Anfitrite , sei tu che t’elevi dalle profondità marine?
Quale celestiale miraggio,
fluttua sopra quei pescatori di pesche Saturnine,
aldilà del pontile?
Con quale grazia ti poggiasti su scogli di Mercurio,
emanando il dolce frastuono di sirena?
Oh Venere, mia Venere!
Sei forse tu, la tanto bramata eclissi lunare? ».
[ Scorpìo ìn Fabula ]
A Bellerofonte
Ignoro l’ignorabile,
ignaro,
che l’ignorante ignorare
vessa e logora la nostra libertà.
[ Scorpío ín Fabula ]
A Cerere
San Commercino t’ho sempre ripudiato,
ma oggi m’arrendo!
T’avrei festeggiato, mi sarei conformizzato!
L’amore è malato, viziato, troppo idealizzato,
non può essere razionalizzato.
Cristallizzato e riluttato da ciò che mi ha illuminato;
ho sognato, adulato,
falsato l’ego,
mi sono inebriato e purificato,
io,
che ho sempre combattuto e anarchizzato.
Io sregolato, io indemoniato,
mi trovo annientato, offuscato;
sto qui da quel dì di lei invasato!
Non provo peccato ne vergogna
per aver usato,
ho solo ironizzato sul mio cuor malandato.
La mente m’ha abdicato,
l’animo narcotizzato.
Oh venere
dal segno segmentato,
perché il tuo essere sconosciuta a me,
ha fatto di me un deviato?
[ Scorpìo ìn Fabula ]