Pozzanghere

Non semplici pozze d’acqua
con fango ai bordi e
foglie strappate dal vento.

Ma turgidi specchi
riflesso affamato
d’un ormai limpido cielo.

Come pozzanghere
dopo un temporale,
gli occhi miei.


Il vento

E’ il tempo che passa
il vento che soffia
l’amaro che resta,

sensazione di una sera
disagio di un momento
un’ansia passeggera.

Un volto, un pensiero,
un’affetto lontano
o magari è la musica

che ti prende per mano
e con gli occhi chiusi
ricadere nel gioco.

Basta poco per scappare
sembra bello ricominciare
senza dover mai cambiare,

è un nuovo dolce sogno
già ricavalchi il vento
azzeri di nuovo il tempo.


Treni

Pa’ andiamo a vedre i treni?

Così, nelle afose serate estive,
con mio figlio andavamo alla stazione del paese
a vedere i treni, ci divertivamo.
Alcuni passavano veloci, in transito,
altri, invece, si fermavano per un po’.
Gente scendeva e altra gente saliva,
mi chiedevo quale potesse essere la destinazione
finale di ognuno di loro e i motivi del viaggio.
Pensavo al viaggio della nostra vita e
al futuro di mio figlio. Una sequenza di stazioni
alcune belle, altre brutte, alcune giuste,
altre sbagliate, alcune insignificanti, altre sapienziali.

Pensavo fosse importante prendere il treno giusto,
quello che ci avrebbe condotti a una buona stazione.
Mi chiedevo quale sarebbe stata la prossima stazione buona
del nostro viaggio e come riconoscere il treno giusto.
Col tempo ho compreso che non è semplice capire
quale stazione scegliere e quale treno prendere.
Si comprenderà solo dopo essere arrivati e comunque, nel caso,
si può tornare indietro o proseguire per una nuova stazione.
La cosa importante, determinante, è un’altra.
E’ avere le valige finite e pronte per essere in grado
di salire subito sul treno che sta passando in quel momento
e sentiamo di voler prendere.

I treni non aspettano.

Angelo Manganelli