Poesie
“Madre”
Madre, per il ciel vagavi senza saper dove andare,
tornare indietro non potevi, imprigionata nel tuo mondo.
Il volto lacerato portò via i segni, ogni tuo dolor,
di quel male incessante … che tutti hanno odiato.
Sollevasti un grido … soffocato da immensi inverni.
Era la pioggia … piangente, sotto la furia del vento.
Non volevi abbandonare quegli occhi smarriti che t’avevano tanto amato.
Madre!
Tutto quello che amavi continua a esser vivo e te amavo sopra ogni cosa.
Per questo continui a crescere in me.
A fiorire come il più bel fior d’un colore unico,
risuscitando quel cuore disabitato.
Io vivo perché tu possa vedermi e vedrai nella mia vita tutto ciò che è vita.
Il tuo sangue e’ stato frutto della terra e i tuoi figli t’ameranno come la luna rincorre il sole,
come la primavera cerca il caldo e l’inverno … Il freddo,
fino a che una luce nuova empirà le nostre vite ferite,
tracciando di ricordi la nostra voce e il nostro silenzio.
Madre …
“Anima mia”
Figlia mia,
Non perdere la gioia di vivere,
non ammazzare la speranza,
guarda attraverso chi con il suo sapere
andò di torre in torre, cambiando rotta e …
con le proprie mani e forza riuscì a sollevare il mare e le montagne
sprigionando le pene e
ridando la gioia ad un pozzo d’una zona fiorente.
I tuoi occhi chiedon speranza e
la tua vita ti ridarà forza
permettendo ti d’evincere ogni ostacolo.
Forza amore mio,
forza anima mia …
Al solo
Al solo che m’ha tradita, illudendo.
A colui che voleva portarmi di terra in terra … prepotente.
A chi con eleganza m’ha fatto creder d’esser preziosa ed assetato della
mia carne, non poteva privarsene … egoista.
Illusione, prepotenza, egoismo.
Il potente miraggio d’un essere disinteressato
che ha cura del suo ego con imperiosità e trascurando la purezza,
la gioia e le attenzioni che solo chi con viltà,
chiede semplicemente chiarezza nei sentimenti, da un famelico insidioso.
A chi confonde con ingegno la delicatezza, la debolezza e
lo spessore d’un sentimento esteso.
A chi ostenta magnificenza per un amore che parea unico.
Lontani ma tanto vicini nel sognar quella terra
un tempo arida e sabbiosa, fosse per mia audacia,
divenuta un luogo rigoglioso per la grandiosità d’un sentimento vero
che tu avido, con prepotenza … hai posseduto.
A lungo decorso, con la tua immensa lebbra,
capirai i tuoi limiti a te sacri non potevano rimuoversi.
Sotto la protezione di rimpianti e rimorsi, arriverà un di,
con occhi di luce propria, vedrai … non sarò più li.
La fatica d’un amore stanco avrà formato una crepa che non ve’ terra,
oceani, isole o maestose montagne a riunirci, anche solo per metà .
Il dolor dell’anima mia avrà creato un intensa agonia di certezze
sull’impensabile cupido,
lontano da ogni capacità nel far male,
Addio amor mio … Addio.