BLU OCEANO

“Prendi la scatola, ma … non togliere il lucchetto! Quella destra … la scatola! No, no, scusa.  Lo scrigno, non la scatola! Quello di destra a base di legno, contornato dai fili d’angelo, con specchi color smeraldo e rosa e avvolto dalla parte superiore dal nastro di seta blu! Ok, ok: STOOOP! Ripeto da capo. Cercherò di ripeterlo un’ultima volta, un ultimo istante, con calma e precisione, di modo che, fra diciannove minuti esatti avremo il tempo tecnico di: cambiare il posto dell’oggetto, prendere lo scrigno, armarci di pazienza e … scappare via da qui!!”. Un vasto, quasi … smisurato torpore si abbatté su circa i ¾ della città, distogliendo, qualsiasi anima, anche la più scaltra, dal disastro che, di li a poco avrebbe devastato ogni cosa, anche la più innocua, convertendola nella mente di ogni abitante in … un semplice lontano ricordo …

“Accedi all’interno del villaggio. Fermati alla soglia della seconda apertura (quella bianca) e aspetta in silenzio che la folla ti faccia spazio. Tu saluta a testa bassa (per evitare un eventuale riconoscimento) e, appena udirai il suono di un campanellino … ecco! Quello sarà il momento giusto per agire! Percorri la quarta rampa di scale che ti condurrà al settimo corridoio ed imbocca l’ala destra. Ecco! A questo punto addentrati nella sala dei lampadari. Osserva bene alla tua sinistra: c’è una gabbietta color argento con all’interno la Ballerina bianca (uccellino della grandezza di un passero, di forma lunga e slanciata, di colore bianco, grigio o nero. E’ originario dell’Oceania e dell’Antartide). Strappale la seconda penna sopra alla schiena. Ella alzerà l’ala destra. Lì troverai lo scr … Booom!”.

L’intero villaggio, in men che non si dica fu … assaltato e … distrutto. Bruciato. Raso completamente … al suolo. L’esercito di Daniel distrusse … tutto, ogni cosa … Ma qualcosa, sfuggito a Daniel (Re del fuoco e Principe dei prigionieri) e al suo Esercito dei Boschi, poteva diventare davvero molto, molto pericoloso.

Eh già … la cosa più luminosa, l’elemento più prezioso che ostacolava (e aveva ostacolato per molto tempo ancora) la vita del terribile re. Tre Gemme, tre Rose, tre Stelle terrestri, forti ed invincibili che per … per purissimo caso o, semplicemente per volere della sorte, si erano ritrovate estranee al permanente danno. Tre sorelle, protettrici delle acque e delle ancelle, portatrici di ordine e prosperità. Insieme, unite nella forza dell’amore, a nulla erano impotenti, neanche allo stesso principe Daniel. Erano le margherite più dolci e magiche dell’intera città.

La Gemma più piccola delle tre e la più inesperta (ma non per questo la meno abile), dal carattere fiero, era spesso assonnata ma creatrice. Mora e dalla carnagione color latte, pacata e di rado pigrona, le  facevano da insolita cornice i suoi occhi blu mare. Dai lineamenti morbidi e fiorenti, la sedicenne amava la notte. Era infatti la protettrice della luna e degli uccelli notturni e prediligeva le ore buie. Per l’appunto, al calar del sole, ella acquisiva vigore e bellezza. Di origine greca il suo nome, col significato di vita, usato anticamente dai pagani in auspicio di una vita felice e dai cristiani, per augurare un’esistenza duratura e priva di pene, era la ninfa della gioia, e per questo chiamata ZOE. La seconda gemma, snella e scaltra, non amava particolarmente il “complicato” ma era intelligente e alquanto furba. Dai capelli color borgogna e dalla pelle scura, possedeva, come suo punto di forza, gli occhi color nocciola ed un simbolo sul polso destro rappresentante una rondine, simbolo di amore eterno. Col significato di marino, ella era la protettrice degli oceani. Il suo nome era PELAGIA. Aveva da poco raggiunto la maggiore età. La prima delle tre ninfe, colei che racchiudeva in sé tutte le doti che ogni principessa del mare potesse avere, era bella e umile ma pignola e veritiera. Era la protettrice dei libri e della scrittura. Amava gli atlantidi e onorava i pesci marini. Si dilettava, frequentemente, al suono dell’arpa e, durante il fine settimana, allo studio del flauto traverso. Apprezzava l’arte in ogni sua forma esprimendola con garbo ed eleganza. Grazie agli illimitati studi conosceva proprietà e benefici di molte piante mediche: finanche il loro corretto uso! Mai usava i suoi poteri per punire o isolare qualcuno, ma soltanto per aiutarlo a ritrovare il giusto equilibrio interiore. Era una specie di guida, un punto di riferimento per le due sorelle minori. A tal punto (queste ultime) da essere venerata e rispettata come una creazione in porcellana. Codesta fanciulla aveva compiuto ventidue anni. Questa usava i raggi solari come specchio per ricavarne (da essi) forza e radiosità. Operava di giorno stando frequentemente a stretto contatto con la sabbia. Credeva nella bontà degli uomini e nella loro immensa forza. Con nome dall’antichissima radice greca, e col significato di protettrice degli dei, era un misto di sapienza e saggezza, bellezza ed onestà: era per questo chiamata IRIS. Protettrice dei fondali oceanici, ammaliava chiunque col suo fascino: finanche lo stesso Daniel. Quest’ ultimo desideroso dell’anima di Iris, la pretendeva ad ogni costo ricevendone, puntualmente, rifiuti e screzi. “Anche colei che ospita, un tempo Xenia, a causa delle sue continue ricuse, è ormai rinchiusa su quella torre da secoli, senza cibo né acqua, nella stanza più nera e lugubre della costruzione dove … dove neanche il più invisibile pulviscolo atmosferico riesce ad arrivare. Perché? Perché lì … non trova ossigeno e una volta giunto fra quelle sbarre, impregnate di polvere e sudiciume … si soffoca e … si muore”. Ma Iris era diversa. Il suo potere era puro, casto, trasparente e mai avrebbe combattuto contro il male. Così, le continue sfide della fanciulla, condussero Daniel nella disperazione più totale. L’esercito dei Boschi svanì e Xenia fu finalmente libera ed insieme al trio delle sorelle marine completò il rombo puro ricreando i quattro punti cardinali governanti gli Oceani.


LA CRIPTA DEI DESIDERI

È l’inizio della vita, il continuo dei sogni, la scoperta dei desideri, il colore del cielo. Cosa si cela nell’altro luogo? Un’immensa distesa di mare, un mare … limpido e profondo di un profumo … che quasi mi ricorda cannella e gelsomino e poi … poi, il resto è tutto da scoprire …

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Breve cornice:

L’amore nella letteratura italiana

 

Nella letteratura italiana ricopre sicuramente un ruolo fondamentale l’autore Ludovico Ariosto: ideatore di molte opere dalla nota fama, ma quella che più si distingue per questa qualità è certamente l’Orlando Furioso. Con quest’opera l’autore si è voluto cimentare in quest’ardua impresa di trattare uno dei temi più nobili della letteratura: l’Amore. L’Ariosto con questa composizione rompe e rielabora completamente i classici canoni della letteratura poiché l’amore, da lui trattato, non rispetta più le regole della cortesia benché viene visto come un sentimento che offusca la mente rendendo folli ed irrazionali le persone. Quasi sicuramente, lo scopo del Poeta, era evidenziare come spesso, i desideri dell’uomo, risultino vani ed inconcludenti. Un superbo esempio di questo detto è senza ombra di dubbio l’episodio dell’opera che vede Orlando, vittima di un’illusione, inseguire disperatamente la falsa immagine di Angelica nel Palazzo di Atlante.

Anche molti altri autori, all’interno delle loro opere, hanno voluto porre l’accento su quanto, possano rivelarsi effimeri e futili, i desideri dell’uomo. Uno di questi, è sicuramente il massimo esponente dello Stilnovo: Dante Alighieri, autore della celeberrima Divina Commedia. Siffatto poeta, nella prima cantica, come ben sappiamo, si trova nell’inferno e s’imbatte nelle anime di chi, nella vita terrena, peccando, si è allontanato dalla luce divina. Uno dei più significativi episodi che conferma questo vissuto, riguarda l’incontro con Paolo e Francesca, i quali, lussuriosi, si sono lasciati trascinare dai desideri carnali allontanandosi dalla grazia divina essendo stati costretti, successivamente, a riscattare il proprio peccato all’inferno. Inoltre dobbiamo focalizzare la nostra attenzione anche sul fatto che per Dante: l’amore nobilita l’uomo favorendo il suo avvicinamento a Dio. Infatti Egli è convinto di esser controllabile, domato dalla ragione e voluto dall’Onnipotente. Quindi, come possiamo notare, Ariosto e Dante hanno una prospettiva dell’amore completamente diversa. Un altro prestigioso autore, le cui opere sono caratterizzate ancora una volta dal sentimento amoroso è: F. Petrarca. Lo scrittore italiano, considerato il fondatore dell’umanesimo e uno dei fondamenti della letteratura italiana grazie alla sua più celebre opera, il Canzoniere, è un poeta la cui vita è stata caratterizzata dall’amore per Laura. Questa donna, suo unico amore, è la personificazione delle più nobili virtù quali: fedeltà, castità e pudicizia. Con Ariosto il concetto di donna viene completamente stravolto. Infatti, durante il Medioevo, le figure femminili erano confinate ai margini della vicenda ed incapaci di risolvere, con le loro forze, situazioni, le quali, senza preavviso, si presentavano. Diversamente, l’autore fra i più celebri ed influenti del suo tempo (Ariosto), ci pone davanti un nuovo tipo di donna: angelica che, fredda, astuta, cinica e calcolatrice, sfrutta i cavalieri da lei abilmente sedotti per trarne vantaggio durante tutto il corso dell’opera …

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Prefazione                                                                   

 

Un racconto suggestivo, intessuto di dolci melodie. L’amore per Ariosto, Dante, Petrarca. Un sogno, un luogo incantato. Lo scrigno dei desideri svela i suoi segreti. Un cuore immenso, delicato, profumato narra una storia dai colori antichi e moderni. Volti dei tempi presenti incrociano, e quasi salutano, evanescenti ombre del passato. D’un tratto rivedi dame e cavalieri, boschi e castelli, giardini fioriti e prati senza fine. La donna scaltra si chiama Angelica, la donna pudica Laura, la donna libidinosa Francesca. Dopo secoli di oscurantismo, i poeti riprendono a cantare l’amore. Superate le paure del primo millennio, l’uomo torna a sperare e a interrogarsi. Il mondo va riesaminato: in tutti i suoi aspetti. Anche la nostra Autrice prova a ripercorrere il “sentiero dei passi perduti”: a scavare nel profondo, alla ricerca delle eterne verità che sublimano l’esistenza. Un viaggio nel mondo dei versi e della sapienza. Suoni, simboli, percezioni, metafore trasformano lo spazio in un universo di luoghi meravigliosi. <L’immenso paesaggio sorgeva nel punto più fatato della Regione. Un luogo unico e raro…>. La scrittrice, salita su una vetta mai scalata prima, comincia a sorprendersi della nuova e preziosa “scoperta”. Da lassù, “punto più fatato della Regione”, può finalmente ammirare “l’immenso paesaggio” circostante. E con la mente prende ad immaginare e a “sognare”, fino ad affermare: <Con luce e con amore il vuoto ho attraversato>. Poesia che coinvolge lo spirito! Tanta bellezza può mai durare per sempre: incontaminata? Si insinua il dubbio: la storia insegna. Ogni pace, ogni delizia dell’animo, si stempera alla fine sotto i colpi inesorabili del tempo e delle avversità. Alla Principessa, regina di un regno, non nasce un erede, ma una fanciulla. Una fanciulla, comunque, destinata a diventare “grande”! La lirica prosegue sovrapponendo i “riflessi” di ieri alle “luci” di oggi: <Quel raggio di sole eravamo io e te>. Un testo bello e fascinoso. Complimenti, Signorina Anna!

 

                                                                               Dott. Andrea Santaniello

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                                                                       LA CRIPTA DEI DESIDERI                 

 

 

 

 

 

 

 

 

UN SOGNO

 

È un luogo incantato

è un manto fatato

dalle creature stimato

e tanto apprezzato!

È prato in un deserto

un ruscello tanto allegro

quel cuore tanto atteso

con fiori e tanto amore

la vita che mai … muore

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Chapter one

La sfumatura magica

 

L’immenso paesaggio sorgeva nel punto più fatato della Regione. Un luogo unico e raro popolato da dame e cavalieri che mai erano in guerra perché il loro cuore, gentile e nobile, era avvolto dalla pace infinita. Ma si sa che, fin dagli albori della civiltà spesso, l’armonia e il calore sprigionato da una qualsiasi popolazione, gruppo o contrada, suscitava rancore e invidia fra i villaggi opposti e così accadde anche in questo caso. Sovrani e regnanti della distesa retrostante, non persero occasione a lanciargli contro spade e maldicenze e, in precise circostanze, fulmini e saette cercando, ininterrottamente e prepotentemente, di distruggere la purezza e la bontà del magico dipinto.

 

BLU SKY

Con luce e con amore

il vuoto ho attraversato

e senza alcun livore

ho gettato via quel cuore.

L’ho ferito e l’ho distrutto

e senza alcuno sbaglio

ho posseduto tanta rabbia

ignorando quel colore.

È stato un sole disprezzato

che senza tanto danno

ha preferito urlare.

Un pezzetto di quel cuore

in silenzio ho sì, rubato

e senza ripensarci

il suo “amo” ho ritagliato.

Ma il colore limpido è rimasto

e quell’azzurro delicato

s’intravvede quasi intatto

donandomi d’un tratto

quel dolce eterno bacio

che al principio fu proibito

poi …

tanto ambito …

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Chapter two

La sovrana degli Elfi

 

Sorgeva, nel cuore dell’Irlanda, nella contea di Meath, a circa 50 km a nord di Dublino, un piccolo casale il quale avrebbe a breve vissuto un momento di grande festa: la nascita della piccola Ginevra. Di origine celtica, la radice di codesto nome, significa letteralmente: “Splendente tra gli Elfi”. La futura fanciulla fiorì a Sant’Ilda, nobile Badessa inglese invocata contro gli avvelenamenti. Figlia, quest’ultima, di un’aristocratica Principessa la quale vide, durante uno dei suoi tanti sogni premonitori che, sotto al proprio vestito, possedesse un diamante prezioso ed introvabile il quale, una volta messo alla luce riusciva, con la sola forza dell’energia contenuta all’interno del suo cuore, ad illuminare l’intera isola. Ma la Principessa, da buona regnante, pensava alla sorte del futuro Regno e per questo credeva (o almeno, sperava) nella nascita di un bel bambino forte e robusto per due motivi: assicurarsi la continuità del trono e onorare la gloria del Re Edwin. Purtroppo … la venuta alla luce di una bambina … rese l’animo della sovrana triste e alquanto … agitato …

 

PAZZIA

Farò della tua vita

la sola mia pazzia

dell’eterna e grande strada

la sola nostra giostra.

 

LA STRADA INFINITA

 

Spesso la vita

appare quasi strana

e a volte …

sembra una regale maga,

col suo sguardo di fata

ci invita a fare festa

piena di onori

e banchetti preziosi.

Tutto … d’un tratto svanisce

nel nulla fiorisce

come bolla di luce

esulta a quel giallo

richiamando la pace.

D’un tratto …

tutto sembra disfatto

ed ogni suo atto

non è più malsano.

Poi m’illumina lo sguardo

con la forza di un ghepardo

mi ha svelato quel segreto.

È una vita tanto strana

all’inizio poco amata

mi ha velato quella strada

ma che è spesso contornata

dal dolce suono dell’amata.

Questa chiara tua carezza

dona tanta tenerezza

mostrando quella brezza

sul candido tuo volto

ma d’un tratto nel mio sguardo

sorge un poco d’amarezza

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Chapter three

Tra leggenda e realtà: il dono prescelto

 

Come da tradizione e da regale famiglia irlandese, la donzella dalle immani virtù e amante dei boschi cresceva in saggezza e bellezza. Il suo nome diffuso principalmente nel Nord e parte del Centro dell’omonima isola era donato a tutte coloro considerate: principesse elette. Di origine gallese, Ginevra, derivante dal termine Gwenhwyfar composto dalla parola gwen “bianco, puro” e dalla (parola) hwyfar o (g) wyf “calmo, tranquillo, docile, paziente, placido”, si pensa che, in realtà, codesta antica radice, derivi dal termine puramente celtico Gwinever “tessitrice” o “donna dei Vichinghi”. Esso, molto diffuso nel periodo Tardo Medioevo grazie proprio al ciclo delle leggende di Re Artù di Bretagna, in cui Ginevra appariva come la moglie de re se non amante di Sir Lancillotto del Lago. Tema, questo, centrale delle Chansons del ciclo bretone. Siffatto nome, ha avuto un’ampia diffusione però a partire dal 500 grazie ad un “curioso” personaggio eroina del poemetto popolare anonimo “Ginevra degli Almieri”. La protagonista, creduta da tutti morta di peste, fu sepolta ancora viva. Ma, riuscita successivamente a riprendere i sensi, fu cacciata via di casa dal marito il quale, senza ombra di dubbio, la ritenne un fantasma. Ella, quindi, fu costretta a rifugiarsi presso la caverna di un giovane uomo, il quale, dopo poco … la sposò.

Si diceva, anticamente, che chi indossasse questo nome fosse una persona speciale, misteriosa e tenace ma coraggiosa e forte, astuta e … alquanto intelligente. Si narra ancora oggi che, le fanciulle nate con questo nome, siano influenzate dal colore blu e dall’elemento aria (cielo), e talvolta l’assonanza cielo acqua (mare) crea … uno splendido uragano!

 

QUEL RAGGIO DI SOLE

 

Quel raggio di sole

non è stato un errore

mi ha donato il tuo cuore

e lo ha posto in quel punto

dove pace, gioia e amore

rappresentano quel mare.

Quel raggio di sole

eravamo io e te

è giunto d’un tratto

e come dolce bagliore

ha ascoltato il mio suono

che senza esitare

mi ha preso per mano

donandomi quel ramo

dolce e delicato:

è stato il nostro dono …

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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L’amata puella, allegra ed elegante, con finezza e leggerezza … riuscì ad apprendere un’istruzione “panoramica”: niente fu escluso! E fu davvero amata e onorata da tutta l’isola.

Fin dagli albori delle più antiche e regie civiltà, il desiderio di essere amati è uno dei più forti provati dall’uomo. Forse proprio per questo, amore e magia sono sempre stati così … intimamente legati tra loro e, nell’uso popolare: sogni, amuleti, polveri magiche hanno trovato larga diffusione, tanto da essere ricordati da scrittori di ogni tempo, dagli antichi persiani agli egizi, ai greci ai romani.

Ma … i misteri sono tali finché non vengono svelati: nel momento in cui assumono luce, colore, forme, profumo, entrano, automaticamente, a far parte della vita di ogni essere umano. Per i nostri antichi progenitori, ad esempio, era un mistero il fulmine, e con esso lo era anche il moto del Sole attraverso il cielo e il compito delle stelle e lo sgorgare dell’acqua da una fonditura tra le rocce. Eppure la scienza razionale, cartesiana, ha trovato la sua risoluzione per il mistero, piuttosto drastica ed estremamente … sbrigativa: tutto ciò che non può essere rilevato, e ripetuto a oltranza, sperimentalmente, non è reale. Invece … a noi PIACE SOGNARE!

Dai secoli passati ai nostri giorni, un filo nascosto e ininterrotto collega elfi, maghi, fate, folletti e così si spiegherebbe la relazione e il contrasto fra bene e male.

 

I misteri potranno continuare ad affascinarci, ma la struttura interiore dell’uomo sarà allora talmente percepibile da permettere al singolo individuo di avere maggiori contatti con le dimensioni sottili che circondano e compenetrano l’essere umano stesso ed il mondo in cui vive. Molti saranno i misteri che si chiariranno, ma probabilmente se ne presenteranno altri e tutto ricomincerà daccapo …

Ci ritroveremo allora e, ancora una volta, cammineremo insieme cercando di scoprire quanto … la nostra mente … sarà in grado di comprendere.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Chapter four

Il numero eletto e il colore dell’arte

 

La principessina Ginevra possedeva un cuore d’oro. Era un animo mite e spensierato, amava la poesia e collezionava piume, talismani e pietre preziose (in particolare zaffiri, pietre da lei tanto ammirate e rispettate). Possedeva una lunga e morbida chioma che usava spesso per proteggere l’inchiostro e, in caso di pericolo, questa, si trasformava in una giovane fenice le quali sue lacrime, riuscivano a guarirle ogni ferita. Lo sguardo della celestiale principessina, profondo e cristallino, allontanava il male e le tempeste, faceva fiorire alberi e germogliare fiori, e poteva, con il suo regale mantello smeraldo creare giochi d’acqua che le si rispecchiavano sui candidi piedi nudi. Trascorreva gran parte del suo tempo fra danze e musiche. Parlava con la pioggia della quale, ne conservava una piccola quantità in un “vasetto luna” da utilizzare per le sue amiche piante in caso di siccità. Adorava trascorrere i lunghi pomeriggi estivi in compagnia dell’Arpa Tripla gallese, ma conosceva anche il corretto uso dell’Avlòs, del Bodhron, della Celesta, della Cetra e del Tim Whistle (tipico flauto irlandese). Ginevra era influenzata dal numero 3. Esso è un po’ … il numero magico che altrettanto spesso, ricorre sia nelle Sacre Scritture che nella Cabala ebraica, sia nel mondo alchemico. Esso è riferito alla Trinità di Dio che contiene in se 3 realtà:

  • il Creatore (il pensiero che pensa ciò che intende creare: Dio pensa la luce);
  • il Verbo (cioè la Parola e quindi il comando alla cosa che si desidera creare, che quindi, esiste: «Sia la luce»);
  • lo Spirito che, secondo la filosofia ermetica, corrisponderebbe all’oggetto della creazione, ossia l’entità creata da Dio. Ma, se 4 sono gli elementi che formano il corpo fisico, 3 sono gli elementi che formano la parte spirituale, dal momento che l’anima, essendo formata da una parte maschile (intellettiva, deduttiva) e da una parte femminile (intuitiva, sensitiva), viene considerata come due elementi cui si aggiunge lo spirito, conosciuto anche col nome di “monade”, in quanto non ulteriormente divisibile.

 

Ma la delicata fanciulla, era anche guidata ed ispirata dal suo colore infinito che, per la stessa, rappresentava la pura essenza: il blu. Mentre il nero = buio, chiuso ed il bianco = luce, chiaro, purezza, il blu, era per Ginevra … il punto perfetto. Molto amato sin dagli antichi Romani, era il colore degli indumenti di Barbari e Britannici (colore “del guado”). L’ancella lo utilizzava spesso nelle sue pitture e nei suoi dipinti. Non è un caso che, l’Olimpo dei Greci, sede suprema di tutti gli dèi, risiedeva nell’alto dei cieli.

In un antico librone conservato, ai piedi di un vecchio tronco, ella, alla pagina 79.108.  lesse:

“L’uso di pietre preziose era noto sia per i riti sacri (funzione magica) che per uso quotidiano (con funzioni talismaniche), dove, lapislazzuli e turchese avevano il compito di aumentare l’efficacia dei riti. Per gli Egizi (durante riti funerari), gli amuleti, rappresentavano un occhio azzurro come azzurri erano i geroglifici che segnavano la parola degli dèi, non a caso, il colore rosso, segnava la parola dei demoni, dunque … del malvagio”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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ATTO TERZO: “AMARE D’UN TRATTO”

 

Nell’stante in cui ho deciso

che una vita avrei cercato

solo un lieve canto

il resto …

è stato tanto immaginato.

Ho visitato castelli, fiumi e palazzi

e senza lunghe frasi

li ho suddivisi in atti.

Nell’istante in cui ho deciso

che un nome avrei indossato

dappertutto l’ho cercato

e finalmente, dopo tanto

ho capito il vero atto:

atto terzo, capitolo diciotto

la sposa ed il suo motto:

“amare d’un tratto

e cercare riscatto

è il cuore del patto,

l’amore sperato”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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D’UN TRATTO …

 

E d’un tratto … bisognerebbe voltarsi e osservare l’immensità del cielo, la profondità dei boschi, la vicinanza dell’orizzonte. Perché a volte, congelare le proprie emozioni … risulta essere l’impresa più facile che si possa affrontare, invece è la più articolata. È una prosa che spesse volte non ascoltiamo e ben volentieri la poniamo da parte. È una gentile fragranza che ci regala doni al primo risveglio. È il nostro primo battito perché … tutto parte da qui, è importante saperlo ascoltare. A volte agisce sottovoce e il suo leggero movimento è dell’anima … lenimento. Diventa una dolce melodia che sfiora il respiro e … chissà … forse rappresenterà quel percorso che rivive ogni volta nei tratti di un carboncino …

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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«Loro avevano riconosciuto lui, e lui loro; e il loro sguardo era così fermamente impresso nella sua memoria, come se fosse stato profondamente scavato nella roccia, e posto davanti a lui dalla nascita»*

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*(Tratto da chap. 50: “Il giovane Dickens”. Lo scritto qui riportato è tratto da Graham Greene, The Lost Childhood and Other Essays, The Viking Press, New York 1952, pp. 51 – 57; trad. it. Di Stefania Benini)

I TUOI OCCHI

 

Quello sguardo profondo

non mi è tanto nuovo

l’ho intravisto in un luogo

ma in disparte ho osservato

il dolce suo gesto.

 

Per paura di spiarlo

ho preferito un merlo

l’ho curato

e l’ho addestrato

diventando poi col tempo

l’amico mio fidato.

Ho provato a richiamarlo

e invece di inventarlo

ho finito per amalo

 

COLORE SPECIALE

 

È un colore speciale

che è vissuto nel mare

ma è nato d’un tratto

senza alcuna paura

ma con gioia e poesia

creando … fra magia e fantasia

la luce regale

che vive in eterno

al soffio del vento

mostrando il suo manto

solo … a chi ha amato …

 

ALBA

 

È il sole dei sogni

la luce dei segreti

la magia dei desideri.

È il sole di chi spera

il sole di chi vive

il raggio di chi osserva.

 

Un dolce fiore

che somiglia

a quel sogno lontano

che un sogno non è

perché è il cielo dei re!

È la strofa di quel regno

incantato o reale che sia

l’amore più vero

di ogni … follia!

È il sole dei film

è il ritratto dei flash.

È la fiaba dei pensieri

il frutto dei miei sogni

che descrivono la storia

vincono in battaglia

e discendono con gioia

dal vestito di una fata

e grazie a quella musa

formano la strofa …

 

L’ONDA MAGICA

 

Un po di pazzia

è sempre … magia!

Con molta fantasia

e una scintilla di follia

diventa immensa verità

che vede nostalgia.

È un gioco di pensiero

che senza esser troppo serio

ti suscita il sorriso

creando amore sul tuo viso.

È un sogno immaginario

che è proprio inaspettato!

Luna di giorno

Sole al tramonto

fate testarde

e parole tostate,

sono venti fatati

che non vanno ignorati

e con le bacchette:

ben accettati!

 

Sono gioie profumate

che rallegrano la vita

Principi e Regine

nel castello mai esistito

e dalla gioia contornato

sono il fiore del creato

da millenni tanto amato!

Sono lacrime segrete

e corone tanto attese

da tempo raccontate

ai bimbi dalle dame.

Antiche tenute, castelli e casali

con poteri irreali

ci han dato le ali!

Eroi e cavalieri di grandi battaglie

ci hanno fatto sognare

e il profumo di mare

cancellando l’errore

ha aperto quel cuore

ponendo l’amore

del valido eroe.

 

 

LA FOTO PIU’ BELLA

 

Accadde per caso

successe d’un tratto

fu cime d’incanto

lo sguardo suo amato.

Fu quasi d’impatto

come un cerbiatto

dolce e un po matto

pieno d’amore

mi regalò un sogno.

 

Fu quel tramonto

che il sole baciò

e con immensa dolcezza

prese il mio cuore

e in un semplice scatto

come un nobile patto

lo prese con se.

 

LA DONNA OGGI

 

Senza ombra di dubbio, nella vita di oggi, la donna svolge un ruolo importante. Innanzitutto, la sua posizione, con pari dignità rispetto all’uomo, è tutelata dalla costituzione di molti paesi del Mondo. La donna si istruisce, acquisisce dei titoli di rilievo ed è autonoma. Questa dimensione, di libertà e indipendenza rispetto al maschio, si rivela indice di effettivo progresso. Un contributo femminile, ricco e proficuo, alla famiglia e alla comunità, rende più stabile e al contempo dinamico il tessuto sociale.

Non solo vi sono mille volti maschili, ma anche infiniti volti femminili.


LA MAGIA DEL PERDONO

 

Roma …

12 Novembre 2014, h: 2.16

 

… Sembrava un giorno … come tanti, un comune giorno posto sul calendario, e le persone, di ogni parte del mondo, si preparavano ad affrontare la vita di sempre.

Anche Sarah, una ragazza semplice, fra idee e sogni nel cassetto,  aveva iniziato a pensare agli impegni che avrebbe dovuto popolarle quel giorno. L’alba non era ancora sorta quando la sua psiche iniziò a fantasticare sulla propria vita, a cercare spunti nuovi per la composizione per i suoi prossimi libri, ad inventare e sognare i suoi tanti, infiniti desideri custoditi nella scatola segreta e … e riflettere sui pochissimi amici che, fra studi e rarissime uscite avevano occupato un posticino nella sua vita. Quando … improvvisamente … la sua attenzione fu distratta, o meglio, fu rapita da un leggero silenzio, una dolce cascata che delicata accarezzava le case, giocava fra gli alberi e si posava sulla strada avvolgendo i marciapiedi proprio come una mamma abbraccia il proprio bambino.

Gocce d’acqua che giocavano sui vetri delle finestre, scivolando sui marmi, chiamavano le stelle … cadendo poi, d’un tratto sui pochi fiori ai quali la stagione autunnale aveva regalato qualche altro giorno di vita. Improvvisamente, un dolce velo le si posò sull’anima provocandole un sonno deciso ma delicato. “No! Sono le 6.00! E già in ritardo di 30 minuti per prendere il treno …!”. Inaspettatamente … una telefonata, una strana ed insolita … telefonata … – “Neanche il numero rientra fra quelli dei miei contatti. Chi può essere?”.  – “Pronto …?”. Un timbro maschile, chiaro e dolce, di un’età compresa fra i 50 – 57 anni. – “Salve, parlo con la signora Sarah?”. –“Sì”. – “La informiamo che l’intervista inerente al suo romanzo … si svolgerà non più in Svizzera ma nella principale Città di Washington degli USA. Fra un braccio dell’Oceano Pacifico (Puget Sound), ed il lago Washington, 154 Km circa a Sud del confine col Canada; fra due giorni esatti. Non manchi all’appuntamento e … sia puntuale!”.  … Seattle! Il cuore di Sarah iniziò a battere e la luce divina iniziò ad albergare nel suo sguardo. – “Il luogo dei miei racconti, la magia dei miei sogni, il più grande desiderio prendeva colore, la scultura di Michelangelo … stava iniziando a prender forma …”.

 

14 Novembre

 

Ben 8 ore e 30 minuti di volo per giungere alla magica meta! Una città … immane! Bellissima! Grattacieli, musei, luci, cinema … Tutto ciò che avevo sempre sognato era lì ad un passo dalla miavista e ad un millimetro dal mio respiro. – “Hello, pleasure. I’m Joseph”. Parlò un ragazzo di 25 anni, moro, non particolarmente bello ma dolce e delicato. – “Hello, pleasure. I’m Sarah. I’m Italian”. – “Anche io sono italiano! Ma vivo all’estero. Credo che … ci troviamo qui per la stessa ragione … Scusami, ho il taxi che sta venendo a prendermi. Ci vediamo fra un  pò”. Nel mentre il taxi si allontanava, io … a piedi … mi misi in cammino verso l’albergo prenotato. E … meraviglia delle meraviglie … lussuosissimo! Ricco di diamanti e luci scintillanti, pareti che … sembravano ricamate! Lampadari principeschi che ricordavano quelli della grande Imperatrice d’Austria, tappeti bagnati nell’oro, lenzuola che … sprigionavano un dolce profumo di vainiglia e fiori di pesco … Nel mentre sistemavo le valigie … mi ritornò alla mente la figura di quel ragazzo, di pochi anni più grande di me, semplice ma dal fascino di un principe. Giusto il momento dell’intervista e aver risposto alle varie domande, la parola fu passata a Joseph. Una voce dolce e delicata, quasi trasparente ma al contempo chiara e decisa. Utilizzava immani termini ma brevi. Insomma … un vero ragazzo modello! Terminata l’intervista … ci salutammo scambiandoci i contatti. Si … ripartiva! Con una leggera tristezza nel cuore ma felice e soddisfatta; io verso l’Italia, lui … Giunta a casa, ero stanchissima. Le gambe tremavano e a mala pena mi reggevano ma quel giorno la mia anima era al culmine della felicità, carica di adrenalina! Mi resi conto soltanto due settimane dopo di … non possedere … qualcosa … il biglietto sul quale erano segnati i contatti di Joseph … sparito! Non poteva, non doveva esser possibile! Nel salire sull’aereo, quel giorno … il vento lo aveva trasportato via con sé, per caso, ed io … non riuscivo a trovarmi pace nell’idea di aver smarrito quel “pezzetto ricordo”.

I giorni passavano, le settimane trascorrevano quando ad un tratto … mi giunse una e-mail la quale dichiarava di dover lasciare un’intervista alla televisione canadese. La partenza verso quella terra, a me sconosciuta fino a quel giorno sarebbe dovuta avvenire il 24 Dicembre.

 

4 giorni prima …

Questa volta partirò ancor prima. Ma come … come ho potuto? Se soltanto avessi avuto, adesso, quel biglietto con me …

 

 

 

4 giorni dopo …

 

h: 05.30 a. m.

 

Dopo un lungo viaggio, Sarah giunse a destinazione! Un’autentica fiaba! Profumo di pascoli e trasparenti ruscelli, che avvolgono le loro radici, una leggera nebbia danzava fra i boschi e l’odore di legna aveva ormai dato il benvenuto alla stagione invernale. La neve che delicata sfiorava il profilo della fanciulla, smise poi di cadere per un attimo. E gocce di rugiada presero a giocare con i suoi lunghi capelli biondi i quali volavano nel vento e le si posavano sulle spalle avvolgendole con garbo e fantasia la schiena.

L’intervista avrebbe preso vita proprio fra quei boschi, fra quella natura tanto grande da far quasi paura quanto semplice. Terminata l’intervista, per Sarah, non restò che salutare quella terra. Ma nel mentre era intenta ad osservare uno scoiattolo che si specchiava in uno specchio d’acqua adiacente ad un albero di melograni, un’ombra di fianco alla sua  le parve … familiare … ed un biglietto con su una scritta: THE TREE OF LOVE. Una voce, quella voce, quei gesti, quel profumo la portarono ad un punto: Joseph! Sarah! I loro sguardi si chiamarono, si sfiorarono, si cercarono.  E mentre la neve riprendeva a cadere le loro anime si baciarono e si intersecarono come pezzi di diamanti. Da quel momento le strade s’illuminarono, canti natalizi iniziarono a popolare botteghe e famiglie, e a fare la gioia dei bambini: allegri e seduti al caldo, con fra le mani cioccolata calda. La città iniziò a vivere … come un tempo. Joseph e Sarah furono i due petali che completarono il dipinto. Forse … la loro storia era già scritta … la loro unione fu voluta dal Cielo. Da quel giorno, la magia del Natale albergò nel cuore di ogni abitante cancellando rabbia e rancore e posando, all’interno degli stessi cuori … la pace ed insegnando la gioia dell’amore, la pace del cuore raggiungibile soltanto attraverso … quel granello di senape che, unito alla Forza Divina, insegna agli abitanti la magia del Perdono.