Una coppia d’altri tempi
Toc toc, “disse” la penna e con un gesto deciso, aprì il cassetto e saltò sul ripiano della vecchia
scrivania. Un raggio di sole che filtrava tra le pesanti tende di lino, sorrise.
Si guardò intorno: i libri riposavano disordinatamente coperti da uno strato di polvere bianca e
occupavano gran parte dello spazio.
Sfilò il cappuccio di madreperla che rotolando finì contro la lampada che improvvisamente si
accese. Chiusa nel suo vestito nero lacca di Cina, si eresse sul pennino dorato e iniziò a danzare,
curiosando tra libri e vecchie riviste. I libri si lasciavano accarezzare e milioni di granelli di polvere
si alzavano al suo passaggio, creando una nuvola, per poi ricadere. La danza sempre più frenetica si
trasformò in una folle ricerca. “Lui, immacolato e candido come neve, restava nascosto sotto un
quotidiano, ingiallito dal tempo. Mentre attorno a lui, i libri vibravano, si spostavano e cadevano a
terra. Stanco di attendere e ansioso di vedere cosa stava succedendo, scivolò fuori dal suo
nascondiglio. Profumo di inchiostro, di carta da lettere magia di un momento. Il foglio e la penna
emozionati si sorrisero.
Lei con delicatezza sussurrò: ti farò un vestito fatto di parole, profumerai di primavera, e finalmente
diventerai la più bella lettera d’amore mai esistita. Il loro sogno si stava avverando…
Lei, la penna, aveva finalmente incontrato lui, il foglio.
Qualcuno ricorda l’emozione di una lettera d’amore, stretta tra le mani? La si poteva leggere un
milione di volte, senza perderla … A distanza di anni, la lettera sarebbe rimasta la stessa intrisa
della stessa emozione!
<h2<Io, lui e l’altro
Maggio 2014
Lascio riemergere i ricordi, non tutti quelli che ho memorizzato nel corso della vita, ma solamente di un
percorso.
Chiudo gli occhi, le immagini corrono veloci mescolate alle emozioni vissute, i ricordi dolorosi fanno male,
fatico a riportarli in superficie, forse perché so che rivivrò ciò che ho già vissuto e messo in un angolo del
cuore e della mente. Ma è un pezzo di vita, la mia, che il tempo non potrà mai cancellare.
Il tempo lenisce i dolori, sfuma i ricordi, allontana il dolore condiviso.
Io sono Annalinda ho festeggiato sessanta primavere.
Balle! non le ho festeggiate, c’è stata la scadenza dell’anno precedente e il numero è cambiato !
Lui Paolo, era mio marito. Sognava di poter diventare vecchio, o almeno raggiungere i sessant’anni, ma non
gli è stato concesso.
L’altro è il tumore o cancro, come lo vogliamo chiamare. Non aveva una sua identità, ne tanto meno un
punto d’insorgenza. Generato da una madre che non gli aveva lasciato nessun nome se non il nostro : lo
avevamo battezzato, “Bastardo”.
Aveva trovato l’habitat perfetto nel sistema linfatico di un uomo sanissimo …
Piccolo, subdolo, tenace e odioso. Lui, era una metastasi linfonodale da adeno carcinoma di origine ignota.
Si è insinuato nella nostra vita, inizio primavera 2009.
Ha sconvolto le nostre giornate, rese insonni le notti, modificati i sogni, e bloccati i progetti .
Ricordo perfettamente la telefonata di un amico medico, che dopo un prelievo ad un linfonodo mi disse, è
positivo.
In un attimo venni catapultata in un mondo a me sconosciuto. In un mondo dove le cose positive, sono
negative … Compresi in fretta che la nostra vita stava subendo un tragico e irreversibile cambiamento. Che
non c’era nulla su cui aggrapparsi se non la mia forza .
Lei si sarebbe rafforzata, raddoppiata perché io sarei diventata, il suo appoggio, la sua forza, la sua ombra, il
suo coraggio e in certi momenti anche la sua rabbia.
Quando imbocchi l’entrata del tunnel, consapevole di doverlo attraversare, in qualche modo sai già che ne
uscirai da sola…
Una sensazione alla quale non sfuggi, non ti puoi permettere di piangerti addosso, perché la disperazione
non modifica le cose . Ma il meglio del meglio di te verrà utilizzato con intelligenza, quando i suoi occhi ,
incroceranno i tuoi, non ci dovrà essere in loro nessuna ombra di tristezza, la luminosità dei tuoi gli ridarà
la fiducia, perché, lui durante il percorso tenderà a perderla. Il tuo sorriso non dovrà mai mancare, come il
senso dello humor. A te non sarà concesso niente, solo stargli accanto nel migliore dei modi.
Incredulo, spaventato e disperato di fronte a una simile notizia, Paolo continuava ripetere “perché proprio
a me”?
Non tutte le domande hanno risposte… In effetti questa, non ne aveva …
Inaccettabile, a cinquantasette anni, nemmeno giustificabile, non beveva e non fumava, dava ampio spazio
a un’alimentazione sana composta di cibi (dicono) antitumorali, correva (a piedi). Aveva fatto della corsa la
sua valvola di sfogo. Correva tutti i giorni pausa pranzo, il sabato e la domenica, Natale, Pasqua, sotto il
sole, la pioggia, la neve o la grandine!
Fisico asciutto gambe belle muscolose e possenti …
Riecheggia ancora una sua frase: “sono forte” aveva alle spalle diverse maratone e edizioni dei 100 km!
Ma lui il bastardo, ha frenato la sua corsa, fino a fermarla … due anni e mezzo di lotta alla sopravvivenza,
entrambi lottavano per lo stesso scopo, farcela! Due sono gli aspetti devastanti del tumore, essere
consapevoli di quello che sta succedendo, sapere di dover morire, senza avere una data di scadenza.
Passare attraverso esami, controlli, sottoporsi a chemioterapie, radioterapie, interventi chirurgici, vedersi
trasformare fisicamente e poi morire comunque.
Si può sempre dire la medicina gli ha regalato due anni di vita. Ma dal mio punto di vista non è vero. Paolo
ha lottato con fisico sano che sottoposto a tutto quello che c’era a disposizione da parte della medicina, si è
regalato un calvario lungo due anni.
Io avevo fatto del mio tempo il suo tempo, grazie al mio carattere e alla mia positività, che mi è stata di
grande aiuto, ho avuto dei riscontri positivi anche in quel periodo. Passavamo molto più tempo insieme,
accompagnarlo e stargli accanto durante la chemioterapia, mi permetteva anche di leggere, cosa che
abitualmente i miei impegni non mi permettevano di fare. I miei colloqui con i medici in solitario a sua
insaputa, facevano si che fossi sempre un passo avanti a lui. È importante avere il tempo di ricevere cattive
o brutte notizie,di metabolizzare prima di ogni visita di controllo. Rimani tranquilla, trasmetti serenità, una
cosa già conosciuta fa meno male. A lui, non si poteva nascondere nulla, aveva firmato per sapere
l’andamento della malattia, ma era anche abituato a sentirsi dire da me (non sei ammalato, hai solo un
problema da risolvere).
Ho accettato le sue scelte anche se non le condividevo. Io solare tendenzialmente chiacchierona, avrei
coinvolto le amiche più care in questo percorso, se fosse stato il mio caso.
Lui non era me, più complicato caratterialmente, ha preferito isolarsi, allontanare gli amici, non far
conoscere agli altri il suo problema. Ha sempre lavorato, questo gli permetteva di mantenere un buon
equilibrio e una certa normalità di vita.
Dunque, primavera 2009 la scoperta, i primi accertamenti, la disperata ricerca di una sua identità. Un
nemico sconosciuto non identificabile risulta più difficile da combattere!
Già si sapeva che dopo una sua prima sconfitta e dunque una nostra prima vittoria, si sarebbe ripresentato.
Ma all’ inizio sei forte, affronti con coraggio i primi trattamenti chemio terapici. Ci credi! Accetti qualsiasi
cosa pur di vivere, perché la vita è ciò che di più prezioso hai. Un po’ alla volta ti spogliano di tutto anche
della tua dignità, mentre il bastardo dopo una prima sconfitta, torna all’attacco corazzato incattivito
geneticamente modificato, se ne fa un baffo di tutti i farmaci, lui ha la situazione sotto controllo, sghignazza
davanti alla radioterapia che sembra annientarlo. Sparisce da una parte e si ripresenta da un’altra. No, non
gli basta più il sistema linfatico, va a spasso per il corpo e per via ematica raggiunge il cervello. Ah si sapeva,
era la peggiore delle ipotesi.
Paolo non si è fatto mancare nulla, lui, era un tipo particolare!!!
È entrato in sala operatoria sorridendo, era la sua nona volta, aveva ancora voglia di lottare, con addosso il
desiderio di mangiare pesce, ne è uscito dopo sei ore tranquillo, e dopo sei giorni abbiamo cenato in un
ristorante specializzato in pesce!!!!
Metà maggio 2011, il sole riscaldava le nostre giornate , l’intervento era riuscito, Paolo stava bene. Lo
accompagnavo tutti i giorni per la radio terapia, era indispensabile per scongiurare il nascere e moltiplicarsi
di nuove cellule.
Effetti collaterali? Chiesi … Sì, di solito dopo il terzo, quarto anno dal trattamento,ma in genere il paziente
muore prima!
Ormai ero abituata a risposte sconvolgenti, le assorbivo e mettevo da parte.
Il periodo fu intensamente bello fino alla fine di giugno. Sembrava che la vita stesse riprendendo il suo
normale corso. A volte le illusioni aiutano a vivere meglio, a vivere l’attimo senza pensare al domani.
Ma il domani arriva sempre e allora comprendi il significato della frase : quando non c’è più niente da fare,
c’è ancora molto da fare;
La primavera stava per lasciare il posto all’estate, non supererà l’autunno, mi fu detto su mia insistenza.
Ben presto mi resi conto che il tempo a nostra disposizione si stava accorciando. Il bastardo aveva vinto!
Stava svolgendo l’ultima sua parte. La voglia di vivere, la lotta mai interrotta, la medicina, e anche le visite a
diversi santuari sperando che i Santi non si offendessero, perché l’unione fa la forza, e in certi casi
complessi uno da solo potrebbe non bastare, ma tutto risultava inutile.
Dieci giorni. I più difficili del mio vissuto. E i suoi più strazianti. Nella nostra stanza si alternavano luci e
ombre percepivo l’arrivo della fine, l’appetito che andava sciamando , il quotidiano Repubblica che
rimaneva chiuso e piegato accanto a lui, i suoi sempre più lunghi silenzi, il respiro che cambiava ritmo e
subentrava l’apnea.
Quanto dolore ho visto passare in questa stanza, quanta tristezza nei suoi e nei nostri occhi.
Lei la morte aleggiava nell’aria, si mescolava ai nostri sussurri, si confondeva con il suo rantolo.
Settantadue lunghissime ore di agonia accompagnate dalla sua musica preferita e dalla costante presenza
dei nostri due figli e parenti stretti … Poi, il silenzio e la pace!
Nera la morte,
nel nostro immaginario
crudele senza scrupoli
sono certa che non ci guarda nemmeno
fingiamo di scivolare nel sonno mentre un angelo leggero e trasparente,
ci solleva e porta con se verso la luce….
La morte fa paura? Fanno paura le sue incognite, il non sapere cosa ci sia dopo il trapasso.
Son passati quasi tre anni, non penso alle cose che potevo ancora fare con Paolo, e che non ho fatto. Ma
penso alle cose fatte, ai momenti vissuti e condivisi, alla felicità della vacanza in Toscana , la nostra ultima
vacanze al mare.
È importante capire che il passato è passato, quando lo percepisci riprendi a vivere, certo, niente sarà più
come prima , ma i giorni che ho davanti sono tutti nuovi. L’arcobaleno ha mille colori, tutti i colori della vita.
Pensate che sia stata brava ? Non era bravura, ma era amore!
La vita ci insegna molte cose, a dare più valore ai rapporti umani e meno alle cose materiali e ad apprezzare
ciò che abbiamo. Teniamoci stretta la vita, viviamo intensamente ogni momento sperando di non doverlo
mai incontrare … L’ALTRO!
Io. Annalinda.