RACCONTO “IL MESSAGGIO”

“Spero solo che tu capisca.
Devo pensare a stare bene perché stavo impazzendo rischiando di far soffrire tutte le persone che mi amano.
Purtroppo ci siamo ritrovati nel momento sbagliato, entrambi non siamo pronti e stiamo cercando di sistemare le nostre vite, io credevo di esserlo e avevo deciso di cambiare la mia, ma tu no e questo mi ha fatto male. Non posso però fartene una colpa. Ora sto cercando di vivere il mio quotidiano con serenità, infatti tutto quello che mi accade lo sto vivendo giorno per giorno senza una progettualità, sentire che tu invece hai dei progetti mi ha ferita enormemente, inoltre, non è un rimprovero, ma raccontarmi di voler fare un viaggio, che per voi può essere un nuovo inizio, proprio in Provenza mi ha dato molto fastidio e da lì ho capito che ora basta, devo pensare a me stessa e quindi dimenticarti. Sai ogni giorno è meglio del precedente e se ancora qualche volta mi scendono le lacrime, sono diminuite le volte in cui piango per te. Spero tu sia felice e ti auguro il meglio dalla vita. Ti amo”.
Gli aveva scritto quel messaggio e ora continuava a leggerlo per evitare di commettere errori stilistici. Doveva essere perfetto, era il suo addio e voleva uscire trionfalmente da quella relazione. Era da un po’ di tempo che scriveva cercando il messaggio perfetto, ecco questo lo era. Sintetico, ma efficace. Dopo aver scritto e finalmente inviato il messaggio era uscita ed era andata dal parrucchiere, come si sentiva bene in quel momento!
Dopo qualche ora, presa dall’angoscia, incominciò ad osservare il telefono con lo scopo di controllare i suoi movimenti su Whatsapp. In cuor suo sperava in una sua telefonata, anche se mai e poi mai l’avrebbe ammesso. Il suo trionfo era durato poco!
L’angoscia, man mano che passavano le ore, diventava terrore, ma l’orgoglio le impediva di telefonargli. Più passavano le ore e più il controllo del telefono divenne una vera e propria ossessione. La sua mania di controllo unita alla gelosia la stavano portando alla follia. La sua ossessione divenne incontrollabile. Impazziva all’idea di quello che lui stesse facendo. Tornando verso casa prese il telefono tra le mani, ma era in auto e non vide l’auto che sopraggiungeva, non rispettò lo stop. I suoi occhi rimasero fissi sullo schermo.