Vuoi sapere chi sono?

Carmen, c’armena, canoro;
andante, dolce , vibrato
non giuro invano,
ironico,teso,ma ostato;
geniale, vivace, sicuro
loquace riflessivo provato;
ilare spirito duro,
ardente umano gioviale.
Annali vissuti roventi,
nato mille novecentotrenta:
Tal’ora tra adolescenti,
obbligato, impedito;(paventa)
nella scuola i docenti.
Iniziato d’arte, si aspetta,
onde il diletto qui lo sente:
Vuoi sapere chi sono?
Degli errori chiedo perdono;
sono occulto, non sono terso.
Or leggi in verticale il capoverso.


 

POI LA MUSICA E TORNA IL SERENO

Il cosmo canta e balla
Canta la sua nenia,
fluttuando stando a galla;
gli astri, i pianeti e genia.
All’infinito si perde lo sguardo,
nell’orecchio c’è tanta musica;
è un attimo, fulmineo dardo!
Assaporo l’immensità pudica.
Navigando nell’immensità e basta.
Sembrano tante palle d’argilla,
tornite e lanciate da un ceramista.
La mia fantasia un po’ vacilla.
Il nocchiero che tanti navi conduce
Fluttuando tra galassie e pianeti;
scatena le muse, l e Erinni truce,
la lirica sì esposta dei poeti;
il coro cresce , si scatenano
gli elementi ora dopo ora;
è la rabbia di Eolo e di Urano,
lira assetata e funesta di Pandora.
Poi è la musica, torna il sereno.


 

IL CORVO E IL PRETE

Un giorno di maggio
Dell’anno scorso,
una scenetta mi mise a disaggio;
era del mezzodi solito corso;
quando un prete usci dalla chiesa
con un randello in mano,
urlando per un’offesa
che un corvo assai marrano,
s’era beccata la gatta morta,
quell’impuro uccello;
per cui aveva la voglia matta
di spennarlo col randello.
Ma quello! Mi sembrava
Gli rispondesse:
Tu sei tra la gente brava?
Svolazzando via in modo
Che non lo raggiungesse,
diceva: Senti non ti comprendo;
perché mi meni tutte ste botte;
se ti dico:Siamo pari, non t’offendo!
Perche tu pure spenni i vivi per la morte.
Ti dico: A, te il gioco piace:
per ciò un fatto resta vero,
è così! Mettiti l’animo in pace,
sei pure tu come me tutto nero.
Antonio Caniglia.


DIALOGO TRA UNA MAMMA E IL SUO BAMBINO

Mamma perche è là il sole?

Lei. Per illuminare i giorni,

e chi la messo la su il sole?

Per far felice i tuoi sogni,

ce la messo il signore.

E! Non respiro è afa?

Come scotta questo sole!

E’ naturale, impara.

Perche papà non fa figli?

Tesoro, papa collabora.

Il bambino,tra bisbigli

guarda il cielo e, esclamando fa:

A chi appartiene tutto il cielo?

E’ del signore è infinito amore,

l’à donato a tutti,tutto è vero.

Questo signore ha un grande cuore?

Certo figliolo; amore mio,

il signore ha creato tutto; è <DIO>.

Antonio Caniglia   17/08/2015


<VA’ RAGGIUNGI LA VETTA>

Và raggiungi

La vetta

Non è lungi.

Quando s’è raggiunta.

Tanta e basta.

Tanto delirio e anche paura.

Più in la non tasta,

di la si và solo una volta;

scendere è solo proposta.

Già! Quando và, và e s’aggiunge;

se non và si cerca si spinge.

Ma se l’ostacolo impazza?

Occorre tanta saggezza.

Omero fa dire a Ulisse:

Nati non fosti per vivere

Come bruti

Ma per seguire

Virtù e conoscenza.

Pensa tu là,ma dica:

L a scienza è antica.

Dante mentre s’accinge

Alla salita del colle.

L’un d’avanti all’altro il pie spinge.

Nel mezzo del cammino,

di nostra vita

Mi ritrovai per una selva oscura.

Che la diritta via era smarrita.

Và raggiungi

La vetta non è lungi;

e fa fremere

da li si può solo scendere.

Antonio Caniglia—26/12/2O11