La grande abbuffata                      

Sono passati quasi due giorni

ma non parlo di primi, secondi o contorni,

parlo di me e di mille emozioni

vissute in una sera senza paragoni.

Gli amici vicino, le persone cui voglio bene

mi hanno sostenuto a superare le mie pene.

La preghiera, alla fine, un grande sollievo

che mi ha portato a vivere ciò che volevo.

Parlo della serata dentro la libreria

a presentare un’opera, un’opera mia!

Un’opera che, in fondo, mi è costata fatica

ma non so perché non l’ho mai sentita.

Ma passiamo alle emozioni, quelle vissute,

quelle che di chi narra, con parole compiute,

di ciò che ho scritto tessendone le lodi,

parlandone solo bene, comunque e in tutti i modi.

Grazie ai professori che continuano a coccolarmi.

Grazie a chi è venuto solo per vedermi.

Grazie a tutti quelli che sono intervenuti,

dimostrando interesse e non solo ai saluti.

Grazie agli sguardi e ai sorrisi degli amici,

grazie di quegli scambi ammiccanti e felici.

Grazie a chi è venuto ma se ne è dovuto andare,

grazie a chi il libro l’ha voluto comprare.

Grazie a chi è rimasto fino alla fine, fino in fondo

grazie veramente, grazie dall’anima, grazie dal profondo.

Grazie a chi crede in me, forse più di me stesso.

Grazie a chi mi stimola a sfidare il mare mosso.

Grazie a tutti, non saprei che dire,

spero ci siano occasioni, presto a venire

in cui poter ricambiare l’affetto e l’amore

Che in quella serata ho sentito nel cuore!!!


Sono piccolo 

Beh, se la vita è venuta un motivo ci sarà

ma non cerchiamo di complicarcela

godiamo di ciò che siamo.

In fondo siamo acqua, carbonio, azoto

ossigeno e minerali.

Siamo come una montagna,

siamo come il mare

ma siamo viventi un mistero da scoprire.

Il cuore batte come fa un stella,

il sangue scorre come fiumi in piena,

l’occhio vede come non lo so

ma mi piace pensare che anche Dio lo fa.

Le mie mani si muovono con la forza del pensiero,

le mie gambe no ma non ne faccio un dramma.

Mi fermo a pensare che non può essere un caso

che milioni di anni son passati per “costruire” me

ma mi dico che un giorno, quando la morte verrà,

sarò un po’ di tutto …

di montagna una roccia

o dell’oceano una goccia

ma sempre presente e sempre sorpreso

di quanto dentro al mondo sono piccolo ed indifeso.


Sereno ma non troppo        

Oggi mi sento sereno,

quando era ieri forse di meno.

Pensavo a una ragazza che mi è entrata nel cuore

pensavo a lei e sentivo dolore.

Il dolore di chi ci sta male,

il dolore di chi vorrebbe ma non può sperare,

il dolore di un uomo che vorrebbe far tanto

ma che poi si riguarda solo e con qualche rimpianto.

Mi piacerebbe esser normale sia nel corpo che nella mente,

faccio qualche passo ma la coscienza poi si pente.

Non ho superato ancora ciò che mi è accaduto,

mi sento normale ma mi tiro poi indietro.

Io non mi accetto e penso neanche gli altri.

Mi sento a mio agio a parlare del mondo

Ma parlare di me …

è tutta un’altra cosa: forse mi lamento,

anche gli altri hanno i loro problemi,

forse si annoieranno, allora sto zitto

meglio niente che tanto fumo.

Perché sono così?

Perché non mi butto,

se non mi accetto, se non mi apprezzo,

come posso pretendere che lo facciano gli altri?

Come pretendere che una donna mi si avvicini

se non sono io a reputarmi interessante.

Come pretendere che mi voglia

se non mi conosce, se io non mi faccio conoscere?

Cose strane che mi vengono in mente

Cose di me …. ma di me, fuori, non c’è niente!