MENZOGNE

Orge di vergini e prostitute,

del capo allietan l’eremo.

Con fiumi di sesso e denaro,

con vizi e nascoste virtù.

Minorenni dai banchi di scuola strappate,

negli androni romani venivano affitate.

I censori dalle righe severe,

in privato cambiavan l’aspetto.

Lontano da occhi indiscreti,

le sporche voglie da assecondare.

Le lauree e diplomi regalati,

tra cuscini e lenzuola studiati.

Le leggi per gli altri son fatte,

solo i coglioni le han da rispettare.

Il codice non può essere uguale,

il potente si deve rispettare.

La vita è fatta di scale,

non sempre si può salire,

peccato che tocchi solo al povero,

i gradini dover scendere.

Non si cavan gli occhi tra corvi,

non ci si sbrana fra iene.

L’accordo è facile da trovare,

i polli son sempre da spennare.

La cupola di corrotti e mafiosi,

sulle sventure altrui prosperera’.

In un’Italia senza più onestà,

alla fine la merda trionferà.


CONFUSIONE

Calze a rete e minigonne,

con stivali e vesti strane,

le nostre strade invaderanno,

ogni angolo occuperanno.

Alla ricerca di una identità,

e qualche volta di verità.

Salvo poi a negare,

a quel fardello per soldi concepito

il suo diritto di maternità.

Mascherando tutto di modernità.

Il suo diritto di innocente,

qualcun altro ha espropiato,

il permesso non gli ha chiesto,

sull’altare dell’incivilta’.

Una madre pagheranno,

mille scuse si inventeranno.

Alla ricerca del nuovo Graal,

in un mare di oscenità.

Che siano liberi di amarsi,

nessuno lo discuterà,

ma non si inverte la natura,

in una nuova schiavitù.

In un mar di confusione,

la cultura dominante,

dovrai per forza assecondare.

Lo chiamerai pure babba,

alle volte pure mammo,

non ti devi ribellare,

se da coglione non vuoi passare.


HOLIGAANS

Bande di teppisti e delinquenti,

in frange opposte organizzate,

il pallone a giustificazione,

imbecillità e sopraffazione,

a braccetto con la prevaricazione,

per le strade si sono affrontate.

Il cervello ormai annebbiato,

in fiumi di birra esaltato,

con vetrine e negozi saccheggiati.

Della città sono i padroni,

i nuovi vandali distruttori.

L’aria di gas impregnata,

dei lacrimogeni l’odore acre,

a terra qualche ferito,

qualcuno nella rissa accoltellato,

in una bolgia d’inferno immortalato.

Sono i vandali distruttori,

certi sono figli di papà,

nutriti di moderna oscenità.

Stanchi di una noia mortale,

stanchi anche di benessere,

figli malati della società,

malati son di protagonismo.

Senza onore ne pudore,

senza aspirazioni ne valori,

senza ideali ne valori,

la violenza per divinità,

e forse anche senza amore.