La nota

Tra righe disseto la mia natura,

scivolo in linea, ribasso

a guisa di penta.

 

In nero col pastrano

tocco archi soavi.

 

Illumino il silenzio.

 

Strillo, mi disegno e a grave

fingo di resistere, poi cedo

e tra limbo disseto

l’aree.


La cicala

Su ali dispiegate
nero giallo vestite

Il vento non scompone la porporina.

 

Tra sconnessi dirupi pietre aculei

e vermigli spinosi un suono ancestrale

riavvolge il tempo a discolo irriverente

seguace e scanzonato.

 

Risuona a memoria il taglio

del fieno a spighe rade tra rosso

papavero e verdi ramarri.

 

Rimette i tempi a pariglia il don

del rosario dirompe il richiamo e in

singolo riscrivo la storia.


Vo’

Ed io vo’ tra nuvole verdi

lambendo il ciglio amico.

 

E vo’ tra cirri come eolo

ribelle che non placa dardo.

 

E vo’ tra profumi acri, pungenti

pervaso di spirito a rimescolo echi vissuti.

 

E vo’ tra onde di perle di rugiada salata che

discendono a valle tra rughe paonazze

fin dal tempo dell’avvio.


Povero

Ha traccia d’un fardello di stracci

ora canto del passato; logoro.

Il tuo tempo si è estinto,

dileguato, appassito,

rilegato in cirri sfibrati, in mare

salato ,odiato, vissuto, rammendato

coltivato e ripensato.

Ho traccia d’un fardello ma di te

nulla.


Oblio

Lacero pagine

di ardito sentore,

io ruvido tra spenti amori.

 

Lacero pieghe gia piegate contorte

sottratte al macero destino.

 

Agogno l’opaco oblio.


Lacrima

Delinea il manto, affiora al capezzale

ed immobile cade.

Culla il tiepore, langue, diparte e

si schiude come fiore.

Delinea il manto lacero sgualcito,

e discende lemme sul mio viso.

Vezzo arcano sopra le rime

Vive su chi vive giace su chi era.


La strada

Scorre il nero pece

al metallo vivo

or contorto or dritto.

Abbrevia il sol il ritmo

si che il vento rimarca le foglie a vita.

 

Spighe rauche, aguzze a susini seguono

di percorso il fiume grigio al pari del

rio tra ciotoli ribelli.

 

Il pece, avviluppa vite,

profana a falce anco il giunco che

di cotanto miele rosso s’imbratta.


Bullone

Intriso al ferro

filettato a pie’ son

bolla bitorzoluta in capo

marcata a fuoco.

Fiero del destin ingiunco a

mastice l’amico garda.

La notte guardo stridere schegge

amare.

Odo piange l’aurora su meco

per vite non piu vissute.

Torto, stretto, canuto in tinta

anelo l’agogno impatto fine

del mio essere inizio della mia libertà.