Poesie
Adesso fai parlare il corpo con passi leggeri
vienimi incontro con fremito di labbra
trasforma il sorgere del pianto
in morbida attesa di baci
guardami e taci.
Restami in grembo per il tempo
che serve ad ignorar la morte
non come colui che nega.
Come quello che piega
alla vita l’assenza.
Vedi tutto s’addensa nell’attimo
del primo dell’ultimo respiro.
Sospira ingoia dolore buttalo
in alchimie di corpo e di parola
trasformalo in un gesto così
che vicinanza cresca e riesca
a nuova luce ciò che è dolce
nel nascere d’una primavera. .
Fingo che un astro sia
quell’ aeroplano intermittente
nel cielo che s’abbruna senza stelle
dove più giù uno stelo
più uno poi più uno e ancora ancora
televisivi ingombrano lo sguardo.
Ahi quanto manca il cielo
alla mia vita
quanto cara è la notte tutta volta
di profondo turchino inargentato.
Quanto sarei da sola tutta estesa
fuori da me distesa sulla terra
come un’acqua di mare un prato un manto
di neve nuova discesa nel sonno
d’una città silente
vacante la mia mente
il corpo intero
tutto rivolto all’alto
ad alto cielo.
Nel tenue rosa viola
di quell’albero apparso
dietro l’angolo del mio peregrinare
nel suo tenero verde luminoso
ho già riconosciuto primavera.
Quale magia in questo giorno grigio
umido e incerto
quale canzone è sorta nel mio petto
quasi alle lacrime mossa da dolcezza
quasi struggente
è divenuto il passo.
Ah se stagione fosse mia
questa per sempre non nelle carni
nemmeno nella testa
ma nel cuore nell’anima nel centro
in un punto essenziale che non muta
io cambierei il vestito
tutta m’agghinderei di nuova luce.