Violetta

  1. Quando Violetta si svegliò, pensò che il suo sogno fosse proprio strano, Ma non ebbe paura, “ è vero “ disse tra sé e sé, “ ma d’altronde sognare un defunto , non è cosa brutta” , ed in silenzio se ne restò, in fondo viveva con la matrigna, che come tutte le storie di questo tipo era davvero brutta, si chiavava Adelaide, solo il nome era passabile per il resto era avida, ed insensibile, già le parlava a stento, figurarsi confidare una cosa del genere, che apparteneva alle sue emozioni, ma che voglia che aveva di dirlo a suo fratello Nicholas …, “ in sogno glielo raccontavo però” si rammaricò, suo fratello non abitava più con lei, se ne era andato via , si preparò ed andò a scuola, li aveva la sua amica , che almeno le avrebbe fatto dimenticare la cosa, ma la mente di Violetta si estraniò, mentre attraversava la strada, anche quando incontrò le sue compagne, ed il sogno le sembrava come se lo avesse vissuto davvero, come se fosse accaduto ieri. Cercava di non pensarci, di stare attenta alla lezione e mentre la professoressa parlava cedette a quel ricordo che tanto le dava sollievo, il suo sogno: vicino alla bara aperta del papà , Violetta non piangeva ma dolcemente gli accarezzava la mano e gli parlava, ad un tratto si arrestò e disse; “ che strano, papà, sei morto eppure la tua mano è rosa, e calda, e pensare che è un po’ che sei qui in casa in questa bara” ed il papà allora si mise seduto e le sorrise, “ ma papà …ma come può essere , non capisco sto sognando forse o sono impazzita?” Lui con tanta dolcezza la prese sulle ginocchia e le spiegò che solo lei poteva vederlo in quel modo, e sentirlo, parlargli, allora gli occhioni di Violetta si illuminarono e gli disse “ be allora giochiamo a ramino? “ e cosi fecero, risero, parlarono della scuola , ed ovviamente Violetta precisò che andava a scuola e studiava “ Sai papà saresti fiero ho dei voti bellissimi, la media del l ‘otto e il comportamento è eccellente, solo la matematica non mi piace tanto, non sono brava come te” “ lo so scimmietta …lo so,” scimmietta la chiamava sempre cosi …e come pochi mesi prima, era felice, ma non si rese conto che il tempo però passava, e quando udirono il fischio di famiglia , si rese conto che Nicholas e Adelaide già erano di ritorno, da dove non se lo ricordava, a dire il vero non ricordava di essere rimasta sola in casa a custodire il papà , e ignorava il perché, ma la cosa non le parve neppure vera. Entrati in casa Nicholas andò da lei e le disse “ Ma Violetta non sarai rimasta accanto a papà tutto questo tempo, ?” “ e perché no? “ Be perché no e basta.” “ già come al solito.. invece io ti dico una cosa, papà si è svegliato e abbiamo giocato a ramino” “ Oh ma per favore Violetta ti rendi conto che hai dormito sulla sedia’” “ Ma no ti dico che è vero! Cioè l’ho sognato, che giocavamo, oppure no, ma forse ora sto sognando?” Nicholas baciò il papà ed andò nell’altra camera, chiuse la porta e disse “ non sta bene, deve riposare “ Adelaide cerco di farla uscire dalla cameretta, ma la porta era già chiusa…Violetta si accorse che il papà aveva aperto un occhio , e disse, “ siamo soli ?” “ si si “ rispose , “ ma perché non vuoi farti vedere da Nicchi, ? “ perché lui è troppo grande e non capirebbe, e poi soffre troppo . “ allora vuol dire che io non sto soffrendo? “ no tesoro mio tu sei speciale, hai un dono , sei come la tua mamma, non hai paura, affronti le cose , “ ma io la mamma non me la ricordo è morta che ero molto piccola, “ ma gioia mia vedi, quella era mia moglie , ma non tua mamma…” Ma papà quante mogli hai avuto ? “ il papà scoppio in una risata e Violetta si senti più felice che mai. “ ..stavo dicendo vostra mamma l’ho conosciuta in un viaggio fuori Milano , anzi Italia, sono andato in Irlanda, e li ho conosciuto una donna bellissima, occhi verdi capelli rossi, “ Ah ecco perché ho i capelli rossi? “ si tesoro proprio cosi, però Lei diciamo era una combattente “ una partigiana come te? “ ecco più o meno … “ ah ecco perché ti è piaciuta! “ Violetta fammi finire sennò qui il tempo passa e non riesco a dirti tutto. “ Be potevi pensarci prima ! Con un sorriso ed un abbraccio il papà disse “ non pensavo di lasciarvi soli cosi in fretta” “ ah capisco” “ allora… Árai n , questo era il nome di vostra mamma, era bellissima e combatteva assieme ad altri che la pensavano come lei un sistema che sopprimeva, ci siamo innamorati, ed ho deciso di rimanere in Irlanda con lei, “ ma hai combattuto di nuovo?” “ eh be si per un po” “ eh lo immaginavo … pero dimmi una cosa …” “ Violetta….!!!” “ scusa ,” “ nel frattempo è nato tuo fratello e poi sei nata tu , sono stati anni bellissimi, un po’ pericolosi, ma io e vostra mamma eravamo disposti a difendervi e proteggervi ad ogni costo, poi il periodo si è fatto più difficile , ed ho avuto il bisogno di avvertire tua zia in Italia ,per aiutarmi a farci ritornare, sentivo che sarebbe successo qualcosa, ed infatti un giorno vostra mamma non tornò a casa , la aspettai una settimana nel nostro appartamento segreto, ma non vidi ne senti nessuno, cosi vi riportai in Italia, e tornammo a Milano, cercai una donna buona, quella che tu hai conosciuto la Stefania, che fosse disposta a sposarmi, ed ad adottarvi, come se voi foste figli di altri, la zia e certi amici ci aiutarono. “ quali certi amici? “ questo non posso dirtelo, e cosi riuscimmo a farvi passare come figli adottivi, e tutto resto un segreto, dovevo continuare a proteggervi, nessuno doveva sapere di chi eravate figli.
  2. so solo che non seppi più nulla di Árai n di cosa le fosse successo , forse tua zia ha fatto ricerche , ma non mi ha mai detto nulla. So che qualcosa sa, ed è per questo che non andiamo d’accordo, “ ah be allora glielo chiedo io “ si forse…”. Sembrava ci fosse un eco , in realtà era Nicholas
  3. che la chiamava da dietro la porta “ Violetta sei sveglia? Apri per favore,” il papà come la volta prima tornò al suo posto, allora Violetta andò ad aprire la porta, “ ma con chi parlavi? “ stavo sognando di parlare con papà. A questo punto già preoccupato il fratello con un sospiro le disse che era arrivata l’ora, che dovevano chiudere la bara… “ no non puoi è vivo , non è morto !io ci sto parlando davvero , credimi, mi ha detto delle cose sulla mamma è viva forse” A questo punto Nicchi trattenne il fiato , ingoiò le lacrime e strinse Violetta a lui mentre la bara veniva chiusa. Stretta al fratello Violetta per un attimo non riusci’ a distinguere quale fosse la realtà e quale il sogno , le sembrava che i due mondi si fossero allineati , si doveva essere cosi’ pensò
  4. Nel frattempo la professoressa si avvicinò al banco di Violetta e le chiese se stesse bene, Lei annui’ . Quindi ricapitolando ora era nel mondo reale, ed un ultimo pensiero le fu chiaro, devo parlare con mia zia, “ già “ . Purtroppo tutte le fantasie, svanirono sua zia, non si fece più sentire, e non rispondeva alle telefonate, né tanto meno alle lettere che lei le mandava, neppure agli auguri, intanto gli anni passavano, e Violetta anche ricordando quel primo incontro con il papà, ne fece degli altri, lui che si dimostrava solo a lei, in quei momenti era certa che una sorte di magia si creava attorno a lei, i due mondi si assottigliavano cosi tanto da unirsi , ci sarà stata una ragione a tutto questo, c’erano messaggi in quei sogni, ma quali? Purtroppo nel crescere, e nel rimanere da sola, dovette dar retta più alla razionalità che ai suoi istinti nascosti e a lei sconosciuti, alla sua verità , cosi iniziò a lavorare , ad avere una casa , un fidanzato , insomma tutte cose molto normali, per una giovane donna ed oramai i suoi sogni erano sempre più radi, sognava si , ma ora erano meno chiari man mano sempre di più… Ma stranamente una mattina si svegliò con una sensazione , non sapeva se fosse tristezza o contentezza…non ricordò il sogno, quindi fece la colazione, e si preparò per andare al lavoro, intanto era pervasa da uno strano sentore… fino a quando le squillò il telefono, era suo fratello, “ Violetta ciao come stai? “ “ Ciao Nicchi , sto bene , ma tu che voce strana …che succede??,” “ sai…ho sognato papà , per la prima volta in tutti questi anni , mi sorrideva sai, “ d’istinto lei chiese “ ma era vivo..” e mentre Nicchi iniziava una serie di rimproveri per la frase appena pronunciata, gli aveva raccontato un giorno molti anni prima del sogno, ma lui ottuso come era non ne voleva parlare … tanto meno pensare ad una mamma Irlandese e magari terrorista, le diceva che doveva smettere di sognare ad occhi aperti…tutto fu chiaro …quel sogno le tornò vivido in mente, tutte le sensazioni sia da sveglia che in sogno si manifestarono come allora, fu allora che decise di incominciare le ricerche, salutò il fratello . Prese ferie e tornò a Milano, ma tutte le strade portavano a un unica frase ricorrente “ mi dispiace , ma non posso dirti nulla” oppure “ mi dispiace ma non ricordo,” questo era accaduto quando ritornò nel suo quartiere, ed andò a parlare con le mamme dei suoi coetanei , persino con i fogli maggiori di queste, amici di suo fratello che forse potevano ricordare… In fondo suo papà in quella zona abitava da tempo …possibile che nessuno si accorse che ad un tratto aveva due bambini, lui scuro di capelli ed occhi la mamma pure e loro due chiari di carnagione lei capelli rossi ed occhi verdi ed il fratello biondo con occhi azzurri… “ possibile che siano tutti tonti …o lo fanno, possibile che nessuno ricordi ” aveva passato un giorno intero nel quartiere , con la scusa di essere tornata per nostalgia e per ritrovare la sua infanzia , dormi in albergo vicino al comune, ed il giorno dopo avrebbe richiesto l’estratto integrale di nascita, ma appena pronunciato il cognome, l’addetta del l anagrafe le disse” mi spiace lei è un adottata non posso darle la documentazione” “ Si si lo so … “ ma si fermò mica poteva raccontare la storia della mamma presunta Irlandese, passò al piano C ed andò in collegio,dove erano stati dopo la morte di mamma Stefania, visto che non potevano stare da soli a casa erano troppo piccoli, e finché il papà non riusci a vendere l’attività restarono in collegio, che era una favola, e cosi lo ritrovò , non era cambiata neppure la direttrice… pensò che questo fosse un buon segno e mentre all’inizio , dopo abbracci e le solite domande di routine, dacché la direttrice sembra accondiscendente , e ben disposta, non appena apri’ il cassetto dell’archivio lo richiuse dicendo “ mi dispiace non posso dirti , ne farti vedere nulla” … e le chiese di andare via, per non parlare della zia che dopo ben sedici anni che non la vedeva, al contrario delle altre persone incontrate ed rincontrate le disse “ mio fratello era tuo padre, e voi siete i miei nipoti, e va bene cosi’” “ a dire il vero zia non va assolutamente bene, e poi va che bella scoperta che hai fatto ” , vide lo sguardo della zia , come se la stesse paragonando a qualcuno, forse una ribelle. Per quanto fece sforzi, le sue ricerche, non la portavano da nessuna parte, dapprima l’amarezza, poi con il tempo, decise che volle riempire la sua mancanza con l’unica “verità” che conosceva, il sogno le disse chi era sua madre, e per questo decise che lei era per metà Irlandese, e questo la mise in pace.

 

Piede Scalpitante

  1. Quell’inverno nell’ accampamento , il freddo si era attenuato, e gli alberi ballavano ispirati dalle parole che i venti andavano sussurrando; la mattina la tribù’ si svegliò nel candore della neve, il suo manto aveva ricoperto le cime , i simboli delle famiglie dei tepee erano coperti, da soffice polvere, ma già al suo interno il fuoco era acceso, le donne si stavano preparando agli ultimi lavori, per affrontare i lunghi giorni che sarebbero arrivati, il capo tribù, Puma che corre raduno i giovani per esplorare i territori vicini, i bambini incominciavano a svegliarsi e a giocare, ma c’era suo figlio Piede scalpitante che di nascosto andava ad ascoltare il consiglio dei guerrieri, Gufo della notte , sorella del capo tribù, e saggia erborista , che poi era anche sua zia, riusciva quasi sempre ad acciuffarlo ,prima che lo scovassero, e per lui di certo sarebbero stati momenti di guaio, infatti , nella tribù’ tutti avevano un ruolo , ed un momento, quando i guerrieri si radunavano, dovevano essere solo i guerrieri a farlo, oltre al capo ed al washaha whican, l’uomo medicina, o in questo caso la Winyan-hinhan, diverso era quando il consiglio si radunava ed ad esso era acconsentito far partecipare donne e bambini, cosi , Piede scalpitante, non fini nei guai grazie alla zia, che lo riporto dalla madre Occhi di cervo che subito fulmino il figlio con uno sguardo, e scuotendo il capo , … ma ora un piccolo indiano che capiva quello che i guerrieri dicevano, e capiva quello che stava succedendo cosa doveva fare, forse giocare, si giocare, ma a Piede scalpitante, non andava di giocare sapeva che c’era qualcosa che non andava, ma cosa ??? Cosi’ si incammino’ e mentre si allontanava dal gruppo delle donne, con disinvoltura , mani dietro la schiena, e ad ogni passo alzava la soffice neve, si fermo’ poco più in là, e si perse ad immaginarsi già capo tribù’, poi guerriero, o il vecchio saggio che tramandava ai giovani le tradizioni della propria gente, gli piaceva, ma certo non era come suo padre Puma che corre, lui si che era ascoltato da tutti, anche dagli altri capi tribù, aveva molta tattica di difesa per il suo campo, e di attacco , da quando aveva preso il posto del padre Puma grosso, il suo villaggio non era stato mai attaccato da altre tribù, nemmeno da quelle più disobbedienti, nessuno osava. Un giorno gufo della notte, si accorse che Piede scalpitante era più irrequieto del solito, cosi’ con la scusa di andare a raccogliere erbe e bacche, chiese al nipote di andare con lei, e lui accettò emettendo un gridolino, Puma che corre e Occhi di cervo avevano capito che il figlio era preoccupato, e avevano parlato con la parente, perché il figlio aveva fatto un sogno che lo aveva spaventato davvero tanto, e non era cosa solita, e visto che dopotutto era nipote della donna medicina, anche loro erano preoccupati da quel sogno. Nessuno nella tribù ignorava anche i più piccoli segnali.
  2. Cosi mentre s’incamminarono verso la fitta foresta, Piede scalpitante, disse alla zia che aveva fatto un sogno, e che quel sogno lo aveva spaventato, perché era di cattivo presagio, gufo della notte si sedette e fece cenno al nipote di sedersi accanto a lei, e cosi gli chiese di raccontare il sogno, accese un piccolo fuoco, e fece fumigare la salvia bianca, il fumo bianco si alzava, e si confondeva con il candore della neve, Piede scalpitante, inizio il racconto; si trovava nella prateria, e stava camminando verso una vetta, con il suo arco e frecce, intorno udiva i suoni della natura, udiva il canto degli alberi, le parole dell’acqua, era tutto calmo e un senso di forza lo pervadeva, poi ad un tratto vide suo padre e sua madre, proprio in cima alla vetta, erano molto lontano, ed allora affrettò il passo per raggiungerli, e mentre oramai in cima alla vetta si trovava lui, i genitori erano svaniti, al loro posto comparve un Aquila, la più grossa che avesse mai visto, e la più temuta, questa planò su di lui e lo arraffò con gli artigli , lo porto in alto , sempre di più e da li Piede scalpitante poté vedere tutto il suo villaggio , ma non solo, vide anche i villaggi confinanti e quelli ancora più distanti, vide tutte le tribù, l’aquila gli stava parlando, ma non poteva sentirla , aveva paura, non vedeva più i suoi genitori, cosi si ritrovo nel punzone più alto di tutta la grande prateria, dove c’era il nido di un aquila, ed a quel punto Piede scalpitante, capi’ che oramai non faceva più parte del popolo, ma che sarebbe vissuto con l’aquila, non avrebbe più visto più la sua tribù, e per quanto lo avessero cercato, lui non era più un essere umano. Questo voleva dire solo che per lui forse la sua vita sarebbe finita? Che forse era il tempo dei suoi genitori, o peggio di tutto il suo popolo? Era davvero turbato, e sopratutto quell’ aquila era davvero spaventosa, i suoi occhi erano color del fuoco, e poi parlava, ma lui non aveva capito perché ricordò che parlava una lingua diversa. La zia, fumigò ancora un po’ di salvia, il fumò si addenso e nell’ ‘ alzarsi formo’ una specie di nuvola, Piede scalpitante poteva vederne i lineamenti, era a forma di aquila, avrebbe voluto scappare, ma non era cosa che un indiano avrebbe fatto, anche se piccolo, e lui era il figlio del grande capo Puma che corre, cosi guardò la strana immagine, che si era formata, sapendo che da li a poco sarebbe svanita, a suo stupore la nuvola di fumo invece sali’ verso l’alto ma non perse di forma, era forse lo spirito dell’ aquila ? Non aveva queste risposte, Gufo della notte si'; vedi gli disse, il sogno che tu hai fatto non è un cattivo presagio, la nostra sorella aquila, che ti è venuta in sogno, è la madre di tutte le aquile, lei protegge con la sua forza tutto il suo popolo, è fonte di grande forza e saggezza, procura il cibo per i più piccoli e per quelli più deboli, insegna ai giovani a cacciare, e a riconoscere i loro predatori, e a noi da le sue piume per i copricapi e per gli ornamenti ai guerrieri più valorosi, lei è uno dei contatti con Wanka tanka il grande spirito, ci sono uomini molto saggi che impiegano la loro vita nella ricerca di una visione, sacra, e arrivano alla fine senza averla trovata, tu invece, hai già avuto questo dono, dal Grande spirito, lui ti sta comunicando che, se , imparerai le leggi del popolo, un giorno sarai tu ad occuparti in modo sacro di loro. Piede scalpitante non era ancora sicuro, l’ aquila parlava e lui non capiva, perché’ ? La zia continuo , lei ti parlava in modo sacro, una lingua che tutti gli esseri capiscono, solo la paura, impedisce di capire, quando sarai pronto vedrai che parlerai tu con lei, perché nulla di male può farti, e i suoi occhi non sono di fuoco , mente lei vola il sole la illumina, se l’avessi sognata di notte i suoi occhi sarebbero stati lucenti come la punta di una freccia, perché sarebbe stata nonna Luna a rispecchiarsi in lei: Gufo della notte guardò il nipote, lui la ringraziò, e alzandosi inizio a ringraziare il tutto , e capi che anche lui era entrato a far parte del popolo. Spensero il fuoco e lo ringraziarono con un canto; giunti al villaggio, Puma che corre e Occhi di cervo guardarono il loro unico figlio oramai era già pronto per la danza del sole, una tradizione riservata ai più valorosi, e cosi fu, dopo tre giorni passati con i vecchi della tribù, si preparò al suo passaggio , e mentre danzava, al sole l’aquila arrivò, e per tutto il tempo capi ogni parola che lei gli diceva, gli insegnamenti che gli stava dando, sapeva che avrebbe preso il posto di suo padre un giorno, ma sapeva anche che i tempi sarebbero cambiati, ci sarebbero stati uomini diversi da loro, qualcuno che avrebbe riservato loro rispetto e altri invece che avrebbero cercato, di annientarli; Per quel tempo ci sarebbe voluto un guerriero non solo valoroso, ma anche saggio, in grado di proteggere il popolo e non cedere , di non vendere la terra, perché loro stessi appartenevano ad essa, di non prosciugare i fiumi, abbattere gli alberi, e continuare a combattere anche per loro, certo pensò è un compito difficile, e si chiese come avrebbe potuto fare tutto da solo, l’aquila gli disse che finché essa era protetta, gli sarebbe venuta in visione , e lo avrebbe avvertito , e che il suo compito maggiore era quello di ascoltare e insegnare i figli che avrebbe avuto, solo così la Grande aquila sacra sarebbe potuta vivere e volare alta verso il Grande Spirito, verso il tutto , perché tutti siamo uniti l’uno all’ altro.

 

Ladro di Cuore

Quante volte ci siamo chiesti, cosa sarebbe stato della nostra vita , se solo avessimo percorso in altra strada , incontrato altre persone, fatto altre scelte, se solo avessimo avuto un’ atra opportunità…invece ti ritrovo qua innanzi a causa delle reali scelte, delle strade percorse, di persone conosciute, e che hanno procurato dolore ed amarezza e tanti dubbi!

Se solo potessimo tornare indietro a quando eravamo bambini, con tanti sogni, e con tutta l’innocenza, e sincerità, fantasticavamo al nostro futuro; Io me lo ricordo bene, ora ve lo racconto…

Ah che bei ricordi , i ricordi di una fanciulla, che sognava sempre, ma sapeva condividere i suoi sogni al suo Papà, e insieme immaginavano un futuro di successi , e studio, perché per diventare estetista ci sarebbe stato da studiare parecchio, e poi restare sempre aggiornata, aprire un piccolo salone di bellezza, per regalare a chi per una sera voleva essere più bella, donare felicità, e gli occhi di un Papà estasiato da quelle parole, oramai era più la voglia di vedere la gioia in quegli occhi , sia di chi fantasticava sia di chi ascoltava, ma questo dono era innato ed ereditato da un grande cuore, come quello di mio padre, oh si il suo grande cuore, enorme, forte, e delicato a tal punto di commuoversi guardando un film, senza vergogna per quelle lacrime e quel rumoroso soffio di naso, e lo sguardo che aveva quando incontrava un bimbo, un cane, una pianta, tutto intorno a lui sembrava sorridergli, aveva il rispetto per ogni cosa ed essere, e questo era il suo principale e fondamentale insegnamento, ma altrettanto forte, e fantasticamente testardo, a tal punto di rompere qualsiasi rapporto se veniva chiesto un compromesso, ah a quelli mai cedeva, sapeva essere gentile come nessun altro, ma la sua gentilezza era genuina, mai forzata, e poi la sua voce era un canto , le melodie che esprimeva incantavano, e quando non cantava, fischiettava, emettendo vibrazioni; E per tutto ciò che era come non potevo immaginare che un giorno avrei voluto un uomo proprio come lui, ma non per emulazione, soltanto perché era un Uomo! Sovente quando girava la polenta intonava canzoni Milanesi, quando puliva casa fischiava canzoni che quasi ti sembrava di udirne le parole… Tutto questo portava tanta contentezza, ma poi un giorno ti vengono a dire, che quel cuore si è fermato, ma come è possibile ? Ti domandi , se si è fermato un cuore del genera , come potrà esisterne o resistere qualcuno simile, non succederà mai… Il Ladro del cuore non ci sarà, e cosi’ tutto il resto…e cosi’ capisci che è tutto finito, i sogni, il futuro , la strada prenderà un percorso diverso, fino a quando tutto ti sembra triste e buio e capisci che tutto ha una fine, tutto è provvisorio , non sei ancora una donna adulta che già ti sembra di aver perso, vai avanti con rabbia, e con tanto dolore che ti offusca , facendo in modo di rimandare tutti i piani, i sogni i desideri, per non parlare del Ladro del cuore, che quel giorno che si è fermato , ha contribuito per molto tempo a far fermare anche il mio.

Ma poi capisci , che tutto è temporaneo, ma che per il periodo che vive è unico.