VANGELO SECONDO LA LILLA

ma tu credi ai Vangeli
che vomitano gli altoparlanti in Centrale
ai salmi sussurrati
dai senzatetto che ti si aggrappano alle carni
con artigli di miseria
(potresti essere tu a guardare gli Altri
con occhi spiritati e viscere che tentano,
invano,
di divorarsi)
la nostra Gerusalemme è una fermata
sulla metro lilla
(come i lividi bastardi
che ti sbocciano tra le costole)
illusione d’acciaio
di un dio nato uomo, nato pendolare;
svegliati,
è ora di scendere


 

abbiamo seguito rivi antichi quanto
il Lete
fino al cuore dimenticato delle Foreste
dove la terra è morbida
e i fiori soffocano sotto le carcasse
degli angeli venuti lì a morire;
ti sei provata sulle spalle
marci resti di ali
e un’aureola di larve
figlie della divinità consumata:
anche gli dei
muoiono
anche gli angeli nutrono
i vermi


 

Non pigolano più le stelle di Pascoli
S’è spento il fuoco di Venere
(Gli dei non si curano di noi)

Finestre nuove stelle ricamate
Su cieli di vetro e acciaio
Occhi ciechi scavati s’un formicaio di uomini
(Sistole, luce; diastole, tenebra)
Come trovano la strada gli angeli
Quando le nuvole hanno ingoiato la luna?