Trani, città del cuore

E’ il giorno della festa grande, la festa patronale quella dove tutti ma proprio tutti aspettano con ansia e partecipano con devozione. La festa di San Nicola il Pellegrino si svolge come tutte le feste patronali con un ricco programma di celebrazioni religiose e appuntamenti musicali. Il clima è quello tipico festoso creato anche dalla immancabile banda musicale, dalle luminarie allegre e colorate che animano illuminano guidano il percorso delle vice e piazze cittadine interessate anche dagli eventi culturali.
Non amo la confusione il frastuono, non mi piace camminare tra la folla che si accalca per guadagnarsi i primi posti davanti al palco degli eventi, o per ascoltare le ultime trovate dei venditori che strillano con il microfono al collo e tutti lì incuriositi a vedere le strabilianti prestazioni dell’ultimo prodotto novità.
Ripenso quante volte anch’io aspettavo queste giornate di festa per partecipare con i miei genitori o con i miei amici sfidando la calca della gente, davvero tanta, alla fine quasi non camminavamo neanche più ci spingeva il flusso delle persone. Finalmente ti guadagnavi il tuo spazietto ed arrivavi alla tua giostra preferita: la Ruota , gigantesca piena di sedioline dovevi allacciarti alla vita e via… iniziava a girare e si alzava sul mare poi si fermava qualche secondo su in alto … ricordo quella sensazione bellissima … guardare e respirare il mare da una altezza mozzafiato sospesa nell’aria come se volassi nel cielo blu/notte.
Sembrava tutto normale ovvio scontato, era sempre stato così, giornate intense di eventi e celebrazioni e processioni e fiumi di persone per le vie del paese. Il sapore dei momenti di socialità di aggregazione di festa oggi sembra avere un gusto amaro, gli spazi dove ritrovarsi salutarsi raccontarsi rivedersi sembrano contaminati da qualcosa di invisibile ma che ci ha condizionato al punto da guardarci l’un l’altro con sospetto e paura…

 

 

 

Fuori ai cancelli di una fabbrica

Era ormai sera e bisognava rientrare a casa , i genitori sono in pensiero ed io ero comunque stanca dopo una giornata in una aula universitaria. Si, mancavo di casa dal mattino presto ero solita prendere il treno come tutti gli studenti e i lavoratori pendolari e puntualmente ogni giorno trovare l’aula di lezione era una vera e propria impresa, si trovavano avvisi di tutti i tipi in bacheca, aule ed orari di lezione spostati un vero stress per una matricola che per la prima volta si affaccia alla realtà universitaria.
Rientro in treno, in un piccolo paesino dove ci eravamo trasferiti, era carino scendi dalla stazione e sei già in centro all’inizio della villa comunale dove i ragazzi sono soliti fare lo “struscio”, cioè il passeggio andata e ritorno del viale chiacchierando fra amici che puntualmente incontravo ogni giorno al mio rientro.
Si parlava di nucleare radioattività, di cosa faremo dopo l’Università, la disoccupazione intellettuale e via dicendo.
“C’è un corteo domani per manifestare contro il nucleare” mi informano e rispondo “si certo parteciperò, tanto comunque devo andare a Bari ho la motivazione ufficiale per uscire di casa”.
Cosi tra un viale e l’altro parlavamo dei nostri ideali e dei nostri progetti convinti di poter cambiare il mondo o almeno contribuire a renderlo un po’ migliore.
“Ragazzi, è tardi e sono stanca , i miei saranno in pensiero, a domani , vado a casa” .
“Ma abiti fuori paese, è lontano ed è sera, meglio non andare da sola ti accompagniamo”.
“Vi ringrazio ma come? nessuno ha la macchina”
“Non importa ti accompagniamo lo stesso, a piedi, scusa la nostra follia ma siamo contenti e più tranquilli vedendoti fuori ai cancelli della fabbrica”

Erano anni giovani con tutta la forza e l’energia e soprattutto con l’entusiasmo e la speranza di un futuro da realizzare.

 

 

 

Un’idea geniale

Da tanto che ci pensavo ma non sembrava mai il momento giusto, c’era sempre qualcosa di più importante o più urgente… ma prima o poi …
“Ciao cosa volevi fare da bambino?” gli chiesi mentre era intento a leggere annunci e appuntamenti di lavoro che però non sembrava affatto convinto facessero al caso suo.
“Il mago prestigiatore” – mi risponde convinto.
“Il mago?” un attimo di esitazione e perplessità,” il mago, proprio il mago, per dire il fruttivendolo, il contadino, il muratore, un lavoro più … più normale, no proprio il mago volevi, vuoi fare? … uhm! Non è facile ma non è impossibile, ok accettiamo la sfida mettiamoci al lavoro”, risposi pensando ok sarà pure bello entusiasmante ma si potrà vivere di questo? Va bene in ogni caso nella vita ci vuole un po’ di magia e coltivare una passione per lavoro o per hobby è sempre una cosa positiva.
Prima cosa: nome d’arte , costumistica , scegliere la performance e …esercizio, tanto esercizio … già vedo … Mago Felix special guest star per i bambini e non solo, simpatia carisma presenza scenica coinvolgente e … sorpresa un mago che racconta anche storie di burattini famosi e di nostra fantasia…
Perché Mago Felix? … semplice è proprio lui e ha gli occhi a palla.