Vent’anni

È l’età delle cose rigogliose,
il momento del coraggio più sfrontato,
dell’ardente e irriverente giovinezza
che prorompe, indomabile e impetuosa,
e si tuffa a capofitto nel mondo,
credendo di poterlo avere tutto in pugno,
in un secondo.
Vent’anni.
È questo il tempo che è trascorso da quando sei partita.
Una clessidra ha scandito
attimi che hanno rincorso altri attimi,
in un mutevole alternarsi di stagioni fredde e calde
e un succedersi di tappe di vita,
in un viaggio in salita,
che ho compiuto fino ad oggi
crescendo
insieme a te.
Ti ho cercata
in ogni emozione vissuta,
in ogni respiro,
in ogni parola pronunciata.
Ti ho cercata
nel vento della sera
e nel sapore delle primizie,
nei tramonti che tolgono il fiato,
nei petali dei fiori
e nelle scelte ai crocicchi delle strade,
nei visi della gente
e nella gentilezza delle donne,
nella dolcezza dei piccoli gesti
e negli sguardi che sanno dire tutto.
Ti ho abbracciata
nei miei sogni, tante volte:
eri tornata,
cambiata,
quasi non stavi al passo del mondo che avevi lasciato…
oppure eri ancora distesa,
in un letto di cristallo,
per vent’anni,
la mia principessa addormentata.
Ti ho trovata,
nel silenzio,
ogni volta.
La tua anima è restata
e gli occhi del mio cuore ti accarezzano
e tu mi accarezzi il cuore
ogni volta
che sorrido.
Sei nell’Amore,
sei nella Luce.
Sei il mio Amore,
sei la mia Luce.


Nelle viscere di Dio

Rahamim, amore viscerale

Rahamim, amore viscerale

Riempi.
Mi vieni a cercare.
Porti coraggio con questi raggi,
docilità e potenza,
promessa.
Ti fai presente,
eternità immanente,
tra carezze appaganti
mi vieni a saziare.
Onde di foglie ancora verdi,
tese a Te e lustrate
per la festa della Luce che sei
in questa domenica della gioia,
del candore chiaro, assoluto,
della speranza…
Oriente mio.
Chiami e riempi.
Per nome mi chiami
e non c’è altro che più m’incanti
nel prezioso silenzio
di queste impressioni di dicembre,
in cui per dono
mi vuoi trovare,
in cui per dono
Ti voglio accogliere.
Nelle Tue mani
abbandonata,
in un abbraccio che è sorriso
dopo che mi hai parlato.
Qui e ora
ma senza spazio e senza tempo,
purifichi e dai senso
ed è battito, brezza, burrone riempito.
Ho il cuore che Ti loda cantando,
che Ti sa riconoscere,
mia Grazia…
che trabocca di Te.
Vive per dipingere la Tua Bellezza,
vive per raccontare i Tuoi prodigi.
Amore sei.
Amore e basta.
Amore adesso.


Come un seme di girasole inginocchiato

Sei nata il primo di marzo,
nel mese che più di ogni altro sa farsi promessa.
Oggi mi sento
come un seme di girasole inginocchiato,
sotterrato nel buio di questo lungo e freddo inverno,
e non riesco a dirti pienamente
quanto oggi tu visceralmente mi manchi.
Sei nata il primo di marzo
e sei da sempre il mio personale preludio alla primavera.
Il tuo sorriso luminoso,
che non è riuscito a invecchiare,
ha solcato profondamente il mio cuore
come un aratro smuove con vigore la terra inaridita,
ed è l’àncora a cui mi appiglio quando mi preparo a rifiorire,
mentre mi risveglio alla speranza
è il sole verso il quale protendo le mie braccia
come un grido.
Piove su questa terra, mamma.
Piove tanto su questo cuore
che ogni primo di marzo non ti può abbracciare
ma tutta quest’acqua
che sa accarezzare.