POESIA NEL PENSIERO SENZA TITOLO 1
Sovente siamo portati alla coscienza di noi come unici trascinatori di fardelli di pietra e sale, senza speranze.
Ma non è così.
C’è chi cela il proprio dolore dietro apparenti sguardi, affogando i propri sensi in rigidi schermi sociali, avviluppati dalla realtà.
A volte siamo portati al disinteresse puro e semplice di ciò che accade intorno a noi, perché fa male.
Lasciare scorrere l’acqua secondo il senso delle proprie voluttà potrebbe convincere anche il più pragmatico degli esseri di carne che la propria origine non sia solitudine.
Come può l’uomo cambiare il negativo del suo corso fatuo, predeterminato come immodificabile, per non essere condannato a vivere nel senso di vita che appesta i nostri giorni?
POESIA NEL PENSIERO SENZA TITOLO 2
I monti compiono mutazioni, non scontate al tempo
che regala immagini di templi, inebriati
dalle continue dannazioni dell’anima.
Da qui s’intravede il valico dei passi effimeri.
La luna rintrona i suoi motivi,
nell’acume ricco di anfratti non conosciuti.
Rischiara i contorni di ciò che l’occhio non vede.
Nel secondo secolare ombre di luce indicano la via all’antidoto
per la incorruttibile pace.
Il pianto intinge di note silenziose il vento dell’olocausto di speranze,
ponendo attenzione alle incomprese continenze delle umane virtù.
Tumide parole non cedono conforto ai canti molli.
POESIA NEL PENSIERO SENZA TITOLO 3
La vita rende contenti i giuochi teneri di pargoli di tatto,
che tormentano la mente con convinzioni fallaci,
al punto da orientare falene nefande ad appropinquarsi a capriole sulfuree.
L’istinto appagante i sensi cerca disperatamente di assopire lo sguardo mentre studia l’infinito.
Ma resta un vano tentativo e misero sconforto.
POESIA NEL PENSIERO SENZA TITOLO 4
Il vento vibra tra le corde del passato, schernendo come frusta di ricordi le
malate velleità delle anime poco tali.
Nembi assorti osservano lo spazio racchiuso in un granello di sabbia, mentre si dissolve in molecole trasparenti, roventi come inchiostro sulla carta.
La corruzione di essere ciò che non si è, pare essere mero balsamo per le membra stanche e malconce, assuefatte all’ascolto delle abiette rettitudini, che scivolano via in miserie non considerabili.
Tale folle corruzione è solo l’anticamera della cuspide per coloro che sostengono assiomi eretti su mendaci fondamenti di vita.
POESIA NEL PENSIERO SENZA TITOLO 5
Mi domando come sia possibile che il tempo trascorra nell’immobilità del mio essere.
Tutto è irreversibile. Tutto è sbagliato.
Camminando lungo il ciglio di un letto d’acqua asciutto ascolto la vita, così avulsa da ciò che sono.
I miei pensieri rimandano all’ultimo respiro di ricordi scoscesi.
Frammenti di immagini si susseguono in una moviola senza fine.
Capziosi discorsi attendono l’ascolto, ma io resto sempre ferma, trincerata dietro sorrisi beffardi e soffocanti.
La mano trema mentre scrivo poveri anatemi sul dorso di pietra.
Oltre il pensiero, oltre l’orizzonte, oltre quelle tessere di mosaici di nuvole cremisi impolverate, c’è il cielo e la sua stella che increspa la propria beltà per non abiurare l’eccessiva rettitudine.
POESIA NEL PENSIERO SENZ TITOLO 6
La calda saliva non sortisce effetto alcuno. Le ferite continuano ad incresparsi in vibrazioni di venefico dolore lungo il mio sarcofago di carne e polvere, involgendo i sensi di paura, come l’anaconda con la sua preda.
Prede …. Ecco ciò che siamo.
O siamo predatori senza averne contezza?
Mentalmente distruggiamo l’avversario per evitare di essere soggiogati e trascinati come bestie al carro delle volontà sinistre.
L’ipocrisia degli uomini è sottesa al loro agire, mascherandosi nelle normali pratiche dei volti, e trascinando il suo essere sino a farlo crepitare per un piccolo posto nelle urne che già contengono tanta cenere di martello.
La stessa ipocrisia, che ha diversi nomi, si prospetta di dispensare conoscenze inutili su come l’esistenza possa uscire indenne da un tuffo nelle fiamme d’acqua.
POESIA NEL PENSIERO SENZA TITOLO 7
Sono solo un lato del prisma animale.
Lenta consunzione dell’umano votato al dolore di essere e di esistere.
Continuo a vivere lottando per un misero podio di rispetto
sui cubicoli di piombo e marmo.
Meglio essere particella di un’anima che non consuma le sue essenze,
piuttosto che essere il falso specchio di una vita spettrale.
POESIA NEL PENSIERO SENZA TITOLO 8
Le fiamme dell’incenso aprono lo sguardo al passaggio dei crepuscoli.
Immagini di fumo e nebbia livida si contendono fragili quesiti di comete, nell’attendere le lacrime in forma di granelli di ghiaccio e oro.
Tra le linee infrante di stelle nell’inconsueto firmamento sovvengono passate rimembranze che scoppiano di stupore al credo di mondi sopiti.
Corpi di aria si frantumano nella pioggia secca, scivolando sulle lande deserte, sussultando al fragore di fulmini dall’antro del letto capovolto.
Luna insidiosa, perché non concedi i tuoi ghigni alle notti?
POESIA NEL PENSIERO SENZA TITOLO 9
Tutto o niente? Siamo sempre gli opposti di un mondo strano.
Tutto tace.. un suono catartico si distende sulle vie di teatri reali, ove il primo attore è il nonsense della gente, uno sputo di carne, in fin dei conti, vuota, frivola, ancorata a bottiglie di compassione che paiono essere più giudiziose di coloro che affogano le povere corde vocali nell’ebbro sospiro di vapori alcoolici.
Le fioche luci che ombreggiano le strade sono superficialmente soffocanti nel loro luminoso tormento di atomi.
Lungo l’asfalto le ombre riflesse dei lampioni si confondo in danze di movimenti.
Percorro queste strade smaltate dalla pioggia incessante.
Le gocce come flotte belliche scendono lungo le scorte di tetti.
Quanta desolazione tra i fari di auto che si accaniscono reciprocamente alla disperata ricerca di un lembo di marciapiede per parcheggiare.
Si preferisce fare due passi. Ma camminare a volte ti porta a pensare che il cammino appena iniziato non porterà da nessuna parte.