Nebbia

C’è nebbia fuori, ma in memoria di autobombe e sparatorie
in Tv scorrono immagini silenziose,
in cucina sbuffa la caffettiera, le mosche affogano nel bicchiere
mentre il whisky brucia nelle vene.
La sedia seguita a dondolare, il pendolo ad oscillare e
il quadro a penzolare; mentre la pioggia la mia mente a martellare.
Dall’altare è il minuto di preghiera a biasimare
mentre nella teca, ingordo perfido e nudo,
il serpente prosegue la sua preda ad ingoiare.

C’è nebbia fuori, ma sulla panchina in giardino arrugginita
gracchiano i corvi, mentre gettata nel focolare
la lumaca arde e muore; è straziata,
eppur ride di quell’uomo nello schermo, che ai piedi del salice
s’inchina dinanzi allo scempio, una mano è sul petto
mentre l’altra poggia una medaglia al valore sul feretro dell’eroe.

C’è nebbia fuori, ma su un’altalena sotto il braccio della quercia
una bimba piange, il vento che la spinge
le bisbiglia che suo papà mai più a casa ritornerà;
mentre nella scatola nera lo Stato, logorato dal potere, applaude.

C’è nebbia dentro la nuova Babilonia,
che venera una morale distorta
di cui “soldi e bossoli” lo slogan.

C’è nebbia dentro l’ingranaggio dell’umanità,
che ignora la posta in gioco:
piramidi di ostaggi sacrificati come bestie da mattatoio.

C’è nebbia fuori, ma Caino è contro Abele per un unico bene:
la legalità della patria. La liceità di una patria che si pasce di eccidi.
Una patria che immola i suoi figli ancora in fasce.
In fasce forgiati e in fasce tumulati nel credo di una bandiera.

C’è nebbia fuori, ma in piazza,
stanca di girarsi i pollici con la bocca cucita
attendendo che la pioggia lavi via il pus da ogni ferita,
una vedova dalla folla leva la sua voce, il nostro grido di ribellione:
“Potrete cavarci gli occhi, ma non ci ucciderete,
non il nostro credo, non il nostro pensiero.”

C’è nebbia fuori, ma ora è solo fuori,
non più dentro le nostre membra, non più dentro le nostre ossa;
perché qualcuno ancora c’è, qualcuno ancora crede
e sa aspettare, scrutare, amare, denunciare
l’appartenenza a una identità, conservare una dignità;
sradicati da un’omertà, orba muta e sorda,
che ha sputato sangue sulle pagine di una storia, la nostra storia,
la fine di tanti, l’inizio di noi,
non bulloni vuoti ma onesti uomini.


Agàpe

La mia anima,
imprigionata dal mio stesso corpo si denuda da esso,
in questa pace infernale,
ove lo zefiro issato da polvere di stelle ottenebra la mia mente,
non riesce a largir delizia.

Il mio spirito,
vagante nella tetra, macabra e mendace notte,
è afflitto, tormentato, bramoso.
Avverte
il cuor palpitar in gorgia,
come stesse perseguendo una cosa
smarrita ormai da evo, per divenir completa e perfetta.

Questi sensi s’impossessano, ognora della mia coscienza,
nidi d’un tratto:
quiete.

Nell’etra odo un suono: fugace, evanescente;
scorgo una strana presenza.
Vi percepisco: la sua essenza, la sua fragranza;
avverto: i suoi passi, la sua goliardia;
odo la sua voce intensa sussurrarmi all’udito soavemente,
come una nivea livrea cadente, sorretta da…
soffice nube.

Socchiudo le palpebre e mi lascio travolgere in estasi.
Lo percepisco…
Le nostre mani si sfiorano,
le nostre dita
com’esuli peregrini, incastrandosi le une alle altre,
si amalgamo.

Dischiudo gli occhi,
osservo il suo sguardo penetrante e sagace;
e folgorata da immutabile bellezza
divengo parte della sua esistenza.
Ci attenderà un’eterna notte…

Ma all’aurora, ci dissolveremo in cenere,
quella realtà: fittizia e spoglia
vivrà come l’ambrosia,
nell’inconscio del mio oblio.


Stagioni

Palpebra del cuore nella
Regìa della scenografia calch’
Impronte d’arcani tabù.
Meteorite d’amore
Atterri dal ventre del cosmo:
Vernice su progetti d’
Esordienti ribelli;
Rubino estratto d’
Amuleti di nichel.

Elmo d’orgoglio
Sigilli con fulgore bauli avviliti,
Trofeo d’anima d’
Anticorpo risollevi dal
Tappeto dei vinti; vento di nord-
Est allieti vite affannate.

Astro d’un soffitto cupo rischiari l’
Uggia di spirito; mentre il sudore della
Terra s’arresta al canto d’
Usignoli mattutini.
Nota impressa nel timpano di battito risuoni
Nella notte stellata sopr’al mare d’
Oscurità.

Imbianchina di
Nuvola firmi su
Vele di zattere ricordi,
Emozioni; ti specchi su
Rughe di piaghe, rifletti sacra
Nudità: a te musica,
Orizzonte di stagion’immortali.