MADRE, DONNA, LIBERTA’

Madre?

Chi sei?

Mostrati, mostrami il tuo volto, quello umano, la straniera, l’esiliata che mi nascondi,

che ti nascondi

Chi è mia madre?

Quella che non cade, che soffre ma non cede, che nutre e ricopre, capisce, intuisce,

quella che sa, sa chi sono, quello che voglio, quello che mi serve,

sai quello che sarà…

madre, sai troppo, sei troppo

insostenibile è questa presenza che pare insostituibile, questo amore micidiale che ti lega a una vita assassina

poter morire, soffrire, piangere… senza distruggerti, sollevati dal peso della colpa, dal peso della tua felicità, dal debito di cui l’illusione della tua infallibilità mi ha caricato

madre, quanto ti amo,

quanto ti odio

quanto mi odio

forse, se sapessi chi sei, se vedessi le tue speranze deluse, la tua tristezza, la tua solitudine

se le vedessi senza pensare che sono mie,

se vedessi una donna, faticosamente, umanamente viva, disperatamente carne, meravigliosamente libera

non più saputa, non più sapiente, non più eterea ma sangue e carne, parole e carne, parole incarnate, umane, disperate, solitarie ma libere, libere dalla mia esistenza,

forse, potrei amarmi

forse, potrei amarti senza sentirmi risucchiare dalla tua presenza

amarti al di là dei meriti, perché lo voglio non perchè dovrei

sarei libero di amarti gratis

sarei libero di amare gratis

sarei libero di amare qualcun’altro che non sia tu, che non sia io, tuo figlio

potrei essere un uomo, amare la mia fallibilità, la mia tristezza, le mie fatiche, la mia umanità

potrei essere un uomo senza pretenderlo da una donna

potrei guardare una donna senza paura

potrei amare una donna e non farne mia madre e non fare suo padre

amare la misteriosa estraneità che è ogni donna

 

potrei sopportare la libertà

e lasciarla a chi amo.