Poesie
FUGACE
A stento ricordo quel tempo mortale
Data fugace di qualche sorriso sincero.
Il mio viso presenta le piaghe di lacrime
Piante nella notte, inno alla luna.
Come le stelle non cadono mai sulle mie mani
E la luce buia guida la mia vita
Lume di candela spenta dal soffio del vento
E fumo odoroso di cenere bruciata.
Oh sole risorgi questo tempo mortale
Con pupille dilatate scorgevi il mio tesoro
Diamante fatato, da un angelo baciato
Sorriso d’amore piaga del mio cuore
Ricevi questo messaggio in questa bottiglia
E un timido bacio che il vento soffierà da te.
Incredula io allo sciogliersi della notte
Dove l’abituarsi è la norma per non impazzire.
Così di te ho parlato a queste mura
E di te ho parlato su questo foglio.
GOCCE DI RUGIADA
Gocce di rugiada secche sotto il sole del mattino
Brillavano sotto i raggi tiepidi
Prima del loro perir.
Il sole è alto e la città si sveglia
E con me tutti i miei pensieri,
inizia un nuovo giorno: l’io di ieri.
La persona opaca dei soliti tempi!
Armo di speranza ogni mio vago avvenir
Ma conosco il fallimento.
Gioco con me e chi non mi conosce
Sono sola ma parlo con tutti.
E spero in speranze utopie di lontana memoria
Smeraldi di luce e di amore
Avvolgevano la mia inerme vita.
Sola ora col pensier mio
Comprendo la vera illusione della tua figura evanescente
Non apro gli occhi e riesco a percepire la realtà
È più ardua di quanto pensassi.
Ma nuovi pensieri sovvengono al cuore
Gaudio per qualcuno mai conosciuto.
Il male dentro la mia mente malata
E nuovi battiti pensano di animare il mio cuore
Infermo da anni.
Vecchio sorriso sul mio viso
Febbre mortale causa di dolori e malanni.
Oh gioia invisa ai miei occhi
Quanto vorrei vedere e conoscere
No sorrisi effimeri di vana speranza
O gioie fumose di qualcosa irreale.
LONTANA MEMORIA
Nulla tenente
Con la mente e con il cuore, e con qualcos’altro
Così mi tengo in vita
Grazie a queste parole
Misure di grazia e gentilezza
Perdute nella notte dei tempi
Così mi ritrovo viva
Nella fogna di questa vita
Dietro ogni cosa il vuoto
Dentro me il vento
E un motivetto folk
Che mi illustra il cammino a modo suo
Gioco, gioca con le parole amara di ogni esistenza
A me la più ardua
E’ andata così
E non va bene così
A quel paese mando ogni vuoto
E ogni amara esistenza
Ogni fogna ogni vita
E dentro quattro mura mi trattengo io
E preparo un piano.
Calmo è il mare, sereno e tranquillo
Sole alto nel cielo azzurro
Dentro qualcosa risuona,
crea un vortice,
ha preso la mia anima
e scompare nel lento e fugace momento
ogni buon ricordo.
Che mi creò,
che mi odiò
che mi uccise.
Non viva per me quest’esistenza e questo tempo
Che la mortal gioia è sepolta.
La rimpiango.
Io, che sono nessuno
Innanzi alla sua tomba,
con la mia tristezza
reduce dalla verità e dal suo flagello
mi ha strappato la carne e non ho più sangue
ossa e vortice, in questo mare annego
di anime di cartone la strada brulica
l’eccezione son io, ossa e vortice.
Se ti avvicini scompari.
Come posso io che sono nessuno
Amare e odiare qualcuno
Io, che sono odiata
Io che vivo in mille parvenze.
Respiro, recrudescenza del mio vivere
Amo e odio, bevo e sputo
Cammino, cado e sogno
Solo di sogni il mio cuore batte
Dentro quest’amara esistenza
Dove il pullulare di voci senza senso mi inonda e mi accascia in questa fossa.
Mera parvenza è questa vita
E il respiro recrudescenza innata
Dalla lontana memoria
Che mi volle in vita.