Ombre

Siamo ombre, le vittime sacrificali

di una moderna soluzione finale.

Un tempo fummo numeri,

ma dei numeri ci tolsero la dignità.

Ombre, le sole colpevoli della inadeguata

o spesso mancata produttività.

Le ombre non contano,

non hanno diritto di parola,

sussurrano tra loro,

ma non hanno la potenza di un coro.

Gladiatori del quotidiano,

in attesa di un pollice verso.

Le ombre non sono artefici nel loro universo.

Le ombre non meritano alcuna attenzione,

ma rimarranno eternamente colpevoli

di altrui fallimenti.


 

Non dialogo.

A volte tento di percorrere strade

per raggiungerti, per comunicare,

per ricevere una risposta che somigli alla mia anima.

Ogni strada imboccata

termina davanti ad una porta chiusa.

Ogni parola urlata

torna indietro sola,

come un’eco, stupida e insensata.

Perchè continuare a dirci che il dialogo è importante,

quando ogni dialogo si traduce in un soliloquio,

in uno sterile monologo?

Non ci sono più attori su questo palcoscenico,

soltanto una comparsa sola e disperata,

che vaga senza neppure essere più inquadrata.


 

Requiem

Come una compagnia di soldati che ha diviso la stessa trincea,

con lo stesso senso di fratellanza assistiamo impotenti al tuo distacco.

Viaggi già verso altre vette, che noi possiamo solo immaginare.

Tu sei altrove, non più tra noi ma in quella terra di mezzo che ci spaventa.

Forse vedi già la luce.

Forse non ascolti più le nostre preghiere.

E noi stretti nei nostri poveri animi, possiamo solo sperare che tu non abbia paura.

Che tu non senta il peso della solitudine

dell’uomo che deve affrontare da solo l’ultimo suo viaggio.

Va’ soldato.

Soldato di questa interminabile guerra che a volte è la vita.

Va’ soldato, incontro alla tua ora.

Non voltarti indietro.

Non aver paura.


Fotografia del vento

Vorrei fotografare il vento.
Questo vento che soffia impetuoso e mi scompiglia i capelli
Mi porta i profumi di terre lontane.
E’ un attimo.
Non avrò tante occasioni per annusare questi aromi
E ritrovarci la mia infanzia.
Se potessi scattare una fotografia
Bloccherei per sempre l’odore del mare
Che riconosco e di cui non so fare senza.


L’equilibrista

Sono un’equilibrista.
Perennemente in bilico su un sottile filo.
A cento metri da terra.
Non ho scelto io.
Non avrei voluto rischiare ogni giorno di cadere.
Ma non mi è lasciato scampo, nè via d’uscita.
Fare l’equilibrista non è vita.
Ma il filo è già teso.
Non posso più tornare indietro.
Posso soltanto andare avanti.
Avrò paura.
Sarò nervosa.
Sono un’equilibrista, senza rete.
Nessuno pagherà due monete
per uno spettacolo che non vale la pena, credete.


Brindisi

Stasera brindo a tutto ciò che non comprendo

Stasera brindo a ciò che non conosco

Stasera brindo a chi ma batte la mano sulla spalla

Stasera brindo a chi gioca sulla mia pelle

Stasera brindo a chi mente pensando che non mi importi niente

Stasera brindo alle persone che ho perduto e a quelle che non ho incontrato

Stasera brindo a chi non ha un talento ma vive ugualmente senza troppo rimpianto

Stasera brindo ad un cielo stellato e allo sguardo fanciullo con cui l’ho ammirato.


L’isola

La mia terra è lontana,

è un’isola su cui sono rimasti i miei sogni di ragazza.

La mia terra ha contato i miei primi passi

e visto i miei primi sorrisi.

La mia terra è stata il primo ricordo, il primo grande amore.

La mia terra mi assomiglia e io ho il suo volto nei miei tratti.

La mia terra è stata brutalizzata da una storia tormentata.

Nei secoli violata da genti di ogni provenienza

di cui nel sangue mi si mescola l’essenza.

Oggi sono l’immigrato che sempre proverà riconoscenza

per chi lo ha ospitato.

Ma la mia terra resterà quel luogo verso cui,

come un ultimo desiderio di un condannato

sarà dolce volgere lo sguardo.

Alla patria del Gattopardo.


Tempo di pace

E’ tempo di pace

E’ tempo di spegnere i fuochi

Lo esige una forza che dentro me giace.

Sono rimasti pochi, i sogni.

Sopravvissuti a tempeste perfette.

Le tempeste torneranno inesorabili

Ma sono cresciuta so opporre i pugni

E’ tempo di pace con me stessa.

Fino ad oggi campionessa di tristezza.

Devo essermi amica nella gioia.

E’ tempo di vivere la bellezza.

L’ho cercata, l’ho rincorsa, quasi raggiunta.

Mi è sfuggita dalle dita

La sua polvere magica sui polpastrelli brilla.

Torno alle origini, torno alla luce.

E’ tempo di pace.