-L’ULTIMA AURORA-

siamo stelle decadenti
sotto cieli d’eclissi

spose della notte
che amano ombrose

prive di colore
brillando nell’oscurità

come angeli innocenti
dal fascino lunare

mia Dea tenebrosa
ora baciami edonista

quel romantico bagliore
è riflesso caldamente

o vergine immortale
dopo tramonti dimenticati

tu risplendi eterea
con fatale seducenza

in un pianto di luce soffusa
bruceremo l’addio

in un pianto di luce soffusa
accenderemo il ricordo

finalmente soli
nell’ultima aurora.


 

-NOTE DISTORTE-

Fu mezzanotte sibilante
d’infernal litania sopita
suonando organi silenti
dove rintocco dissonante
graffiò arpe in distorsione
di lisergica cattedrale
nell’esangue ansimare
che trasudò estenuante
note flebili o sconvolte
come logori godimenti
sotto ritmica deviata
rinnegata poi solenne
ancor sfumando decomposta
incede vizio e frastuono
voce stride squilibrata
mentre grida rumorose
quasi enfasi delirata
strugge coro sottomesso
greve cadenza disadorna
per melodica crepuscolare
giù convulsa dissolvenza.


-TEATRO PANICO-

Ogni anima dannata
indossa maschere decadenti
nel teatro della solitudine

quando fantasie rinnegate
logorano speranze interiori
nel significato del mondo

siamo fantasmi erranti
spaventati da noi stessi

come burattini vuoti
in un spettacolo spento

per le strade diroccate
dei vicoli più bui
la gente assuefatta
ascolta favole illusorie
d’insani cantastorie

mentre cala il sipario
e le luci si abbassano
applaudono attori sfatti
nel cabaret degli orrori.