Ad un uomo

Tu sei il mio canto d’amore
il nuovo giorno che nasce
la luce del sole
l’aria che respiro
la notte che placa ogni affanno
il sorriso che spiana i primi
segni del tempo
il desiderio che distrugge
l’anima
il sangue che scorre nelle vene
dolore e poesia
più della vita stessa
al di là di ogni spiegazione
umana.


Vaghezza

Volare sulle ali di
un sogno
perdersi sulla scia delle
nuvole
dove l’universo forse è
felicità
perchè il nulla non dà
dolore
né gioia né rimpianti
né speranza.


La lunga ombra di un sogno

Un paesaggio crepuscolare tra alba e tramonto: un paesaggio attraversato dal vento che vive
nell’attesa di un temporale. Ed in questo ennesimo ripetitivo mondo di sogno si proietta un’immagine, la cui prospettiva è lancinante e greve e affonda in un passato remoto. Propone
frammenti di figure mitiche: una grande cucina riscaldata dal fuoco, un pavimento di cotto, tende di pizzo bianco smosse da un soffio di vento che filtra indiscreto da uno spiraglio della finestra, un volto sfumato di donna dagli occhi verde grigio…e nel sonno mi agito in un’angoscia propria di un’istintiva paura infantile e simile ad una stanchezza di vecchia, consumata dai propri ricordi. Poi la stasi, la sospensione, questa allucinante immobile contemplazione: nulla e niente potrebbero essere più remoti. Poi il sogno esce dal suo alveo e fa scaturire una nuova parvenza che si adagia lucida ed ovattata accanto all’essere che dorme.
I nuovi misteri trapelati ora giungono a riflettersi nella coscienza di chi dorme; come i cieli sopra noi usano riflettersi e così moltiplicarsi sulle superfici concave dei mari, nelle estensioni delle pianure verdi e nei regni sognanti dei boschi fitti, popolati da ancestrali ricordi di sentieri che conducevano sempre ad una radura e ad un raggio di sole….e questa loro abilità di tramutare la consapevolezza di ogni nostro atto, sia esso di felicità, sia esso di dolore,si annulla dentro l’altra possibilità che veramente hanno questi sogni; la possibilità di unirci in perfetta simbiosi con tutte le lente trasformazioni della natura. Dalla fioritura, all’esplosione dei frutti, sino agli autunnali colori di sangue che preannunciano questa scheletrica forma di morte, nel gelo del nostro inverno che sempre portiamo appresso. Allora tutto diventa mistero risonante di vecchie eco e di antichi discorsi di un’epoca che credevo già sepolta… Come nei ricordi di allora esiste solo l’amara e passiva obbedienza al destino e contrapposto il totale rifiuto della propria sorte. Ma ciò mi conduce sempre
più lontana nel tempo e nello spazio verso il passato, verso il remoto presente. Il tempo sembra fermo: ogni cosa appare svelata nel suo più recondito significato…Tutte le verità rivelate sfilano innanzi a me, anche quelle più innaturali, false, bugiarde. In bocca resta il ricordo di un’agra salsedine di un mare azzurro tanto lungamente sognato, quanto irraggiungibile e sconfinato.. In una lontana spiaggia, in un tempo lontano, in un paese che forse non esiste, tra le forre in un canneto una bambina assonnata attende sempre che strisci il vento…ma non devo farmi scoprire così indifesa.
Ora non posso fermarmi, debbo continuare a sognare. Sì ora, adesso, in questa notte che urla disperazione e solitudine, non posso far altro che immaginare: sogni brulicanti, immonde tentazioni di morte; sogni nei quali ogni mia follia è presente.
Chissà se in quel tempo, in quel lontano paese che forse non esiste qualcuno ora tiene la mano di quella bambina assonnata…tutti i sogni dovrebbero cambiare e qualcuno smetterebbe di fuggire davanti a se stesso, per accorgersi che si può anche non essere soli.