“In bianco e nero una sera”
Rovistando una sera in una vecchia soffitta buia e polverosa David scopre fra tante, una foto di un bel formato ancora integra in bianco e nero risalente con ogni probabilità agli anni venti..è di una giovane donna sui vent’anni molto affascinante dai capelli corvini sciolti lungo le spalle..gli occhi molto grandi un bel taglio, sembrano scuri profondi e luminosi come il suo sorriso accattivante e smaliziato..un nasino alla francese con le labbra rosee un po’ carnose le guance color dell’albicocca e il collo lungo da cerbiatta, gli fanno immaginare che quella donna usasse profumi di marca come Jean Paul Gautier eau de parfum dell’epoca o l’eau de parfum Kelvin Kline magari più maschile e ci poteva stare..la posa è serenamente dolce ma intrigante nello stesso tempo e fa pensare ad un portamento piuttosto raffinato regale, ma non austero e neanche mondano s’intende..insomma di gusto da vera donna di classe, di alta borghesia come si intuisce nel cappotto indossato in cachemire e cammello con la stola forse di volpe rossa, indubbiamente di alta sartoria..ed ha il sospetto che quella foto fosse scattata in uno studio di posa, di un fotografo di grido di un artista dal fiuto geniale che in quel soggetto femminile aveva saputo cogliere l’essenza naturale dell’anima, della sua anima e nel contempo la più recondita voglia di sbocciare nella passione la prima, magari proprio lì con quell’artista che immortala in pochi secondi, un momento a loro divino..alla fine tutto servito con un condimento di sensualità non convenzionale per i tempi e David si immagina pure il suono di un pianoforte a coda che nella posa s’intravvede..che fosse il fotografo anche un pianista?..così che David comincia a pensare e a ripensare ai ricordi che ha della sua famiglia di suo padre e di sua madre che gli raccontavano della bisnonna, una donna molto bella un pò sui generis che nella vita aveva avuto una grande passione per l’uomo che sarebbe poi diventato il marito, un marito di bassa estrazione sociale però, un artista senza tempo nè patria, ma anche lui bello ed intraprendente, un uomo carismatico che ha saputo amarla alla follia e dai quali nascerà un grande indomabile amore; insomma tutto comincia ad avere un senso..la foto la donna molto bella lo studio di posa il pianoforte lo sconosciuto artista..era la scoperta più inaspettata e piacevole che David potesse fare in quel momento, lui che stava per iniziare un lungo viaggio, il più incerto e sorprendente che c’è ma davvero affascinante..quello che lo avrebbe accompagnato facendolo entrare nel mondo del cinema americano Hollywood, il più ambito..ed allora prende la fotografia la guarda e la riguarda ancora, ci passa di nuovo la mano sopra, la bacia e se la mette in tasca..da quel giorno gli avrebbe portato fortuna per sempre
“Una giornata particolare”
Oggi è una giornata particolare di sole
uno squarcio si apre tra il blu dei pensieri
dopo l’eclisse parziale una ventata di nuovo
ed il bello stupendo deve ancora arrivare..
sui passi dell’uomo discusso e innalzato
tracce del vuoto che si allontana veloce
l’eco del battito di un cuore spezzato
arriva tremendo come l’urlo del tuono..
e prova dolore tremando da dentro
un pianto bambino ne esce cantando
che corre s’impenna volando lontano
tra canneti e acquitrini gli prende la mano..
dai campi bagnati colline di Recanati
verso il mare ritorna come il gabbiano
della rinascita è l’alba piccola fenice
ricordo del giorno della sua liberazione
“Azzurra Follia”
Un giorno per caso ho visto passare un signore
dicevano che fosse un ex marinaio andato in pensione
indossava un lungo mantello colorato
non si è mai saputo realmente da dove fosse arrivato..
il suo nome era Azzurra Follia almeno si faceva chiamare
lui cercava soltanto un po’ di sana allegria
così che io l’ho seguito con Clara il mio cane
il 20 di un giugno normale forse banale..
quell’uomo senz’altro particolare
in mezzo a tanti era proprio un vulcano
gli piaceva guardare le stelle scoprirle contarle
magari assaggiarle come le caramelle..
portava con se uno zainetto preciso ma vecchio
e una bici per mano come un talismano rotto
era saggio davvero un intrepido lettore del tempo
si definiva un sapiente viandante del mondo..
la voglia intensa di cambiare le cose
di fare della mia esistenza quel che mi pare
mi spinse a lasciare la terra ed il mare
le rotte di sempre le poche persone..
mi aveva adottato e svelato i segreti
che la vita gli aveva insegnato da sempre
io come un ragazzo di talento da svezzare
lui come il magister il mecenate del sapere..
ed i giorni passavano naturalmente le stagioni
imparavo ad ascoltare l’eco empatico della gente
avevo una chitarra la compagna ideale della sera
il mio amico cantava e col banjo suonava una cantilena..
mi accorgo così che tra i miei capelli è spuntato
un barlume di grigia naturale stanchezza
guardo allora il suo viso per la prima volta indeciso
forse il tempo è passato ma è soltanto apparenza..
poi accadde quello che già sapevo da un po’
come un uomo giusto il mio amico si addormentò
e da quel giorno riposo e mi abbraccio con donna nostalgia
insieme al mio cane alla chitarra al banjo che mi fanno compagnia..
ma adesso ho riposto la mente dentro ad un sacco di paglia
col suo ricordo intatto le scarpe i miei jeans e la maglia
e vado spesso al mercato dell’usato onesto
che c’è per tutti uno spicchio di Azzurra Follia di cielo bello.
Tutto passa e tanto in fretta
Tutto passa e tanto in fretta sarebbe uno spreco di spazio e tempo…sarebbe un inutile passaggio se non marcasse quello stato emozionale del momento… le cose belle filano via ma lasciano nel loro transito un importante impronta…lo scambio positivo di energia sana fa la mente più forte e ristora l’anima… ti porta a volare come mai tu l’hai fatto…ti porta a capire le sottili differenze le più recondite armonie che nelle persone magari vivono ma non escono una volta…e vanno interpretate perché tu ne fai parte perché ci vivi dentro perché è quello il mondo spento che tu vorresti alimentare…un gesto un semplice sorriso oppure un pianto non inaridisce mai…una tempesta di vento il fuoco non spegne mai…e il cielo che ha pianto ieri insieme a te oggi è un altro cielo è già sereno…da subito tu vuoi indossare il vestito della festa e farti abbracciare sempre di illuminata follia quella buona s’intende…dal punto di partenza da dove sei venuto e perché da oggi ti appresti lungo il fiume col tuo cammino a ritornarci…ti porti dietro quello che ti hanno insegnato e il riconoscimento di quello che tu puoi aver donato…ti porti insomma tutto il bello o il brutto…ma so che con gli occhi tuoi non potrai vedere mai un mondo rapinato della propria fantasia…
The last day… happy days
The last day anche il cielo piange in una giornata di sole…è strano ma è così il cuore si fa piccolo…si sente un non so che una sensazione strana che ha del metafisico…ed è un po’ corto il fiato mi lascia stupito alquanto…effetto cambiamento per l’ultimo ritorno…l’ufficio sarà piccolo per certi versi immenso…la luce i muri i suoni le macchine immobili stanno…le lascerò alle spalle fra qualche ora ancora…gli amici di lavoro compagni di quel viaggio…mi passano veloci davanti nel ricordo e sono stati tanti taluni son lontani…frazione di un secondo e torno a questo tempo…che provo a non fermare a farlo diventare l’ultimo spazio bello della vita mia…immagino di continuare a ridere e a scherzare da non prendersi sul serio da vero buontempone…di correr dietro sempre a quell’essere bellissimo che ha un milione d’anni o un anno non si sa…che ha fatto innamorare miliardi di persone la musica dell’anima la mia musica una sorella l’amica prediletta…the last day non sono un duro…io c’ho provato ad indossare un vestito che non mi apparteneva…indosso era stretto e sboccato me lo sentivo troppo austero me lo son levato…io mi ricorderò dei giorni di serena convivenza mi ricorderò lo stesso di quelli di forte odore di impazienza…e l’orizzonte è variegato mi cercano gli amici la gente tutta che ho rispettato l’investimento di esperienze e idee per il futuro…il velo di tristezza che visita il mio cuore con una tenera carezza ora mi fa sentire bene…è stato il tempo ed ora ce n’è un altro ma il filo col passato non si può tagliare mai…un pezzo della vita è comunque stato speso non rimpiango nulla è stato e basta…voglio brindare al cielo che insieme a me di felicità ha pianto…the last day happy days…
Senza… e gli amici di sempre
…mi sono messo al computer senza volerlo quasi meccanicamente giusto per fare… senza sapere quello che voglio senza quell’input che spesso coinvolge…scrivere adesso sembra un tormento poi è un piacere trovare il percorso il soggetto…senza un ricordo a cui aggrapparmi senza quel flash che scuote la mente… ogni volta che capita è imprevedibile mi carica i sensi mi scarica botte di adrenalina suprema…e non posso soffocare il piglio pazzo e onirico del tratto istrionico che casualmente rinasce…da una vena di idee anche a me ignota per altro fra nuvole che scendono prima come ruscelli poi come cascate…per finire la corsa come quei fiumi in piena che vanno ad alimentare oceani turgidi di emozioni altissime…quale sarà la prossima ispirazione cosa mi porterà una poesia o una semplice riflessione?…il testo o la musica della prossima canzone?…pian piano il “senza” d’esistere non ha più senso…dentro questo mio cuore immenso di sognatore senza età…dove fin da bambino latente ha dimorato l’estro creativo che sicuramente negli anni mi ha protetto il “fanciullino” quel che mi sta dentro…ed ora me lo tiene ancor più caro fino a quando la vecchiaia mi prenderà per mano e solo quando avrà deciso mi porterà con sé…allora con me verranno anche gli amici di sempre Mr. Estro Creativo Mr. Fanciullino e per ultima Mrs. Vecchiaia che gentilmente ospiterà tutti in un posto che non mi è dato sapere…
Scricciolo di donna
Scricciolo di donna con la dignità di un tempo
a suo modo ben curata sono ottantanove gli anni
una testa platinata due begli occhi un po’ scavati
su di un viso che è espressivo dai particolari dolci…
Cara zia cara mia ti ho rivisto qui al paese
dopo tanti e tanti mesi io ti abbraccio con affetto
mentre faccio questo gesto sento gli occhi inumidirsi
mi hanno detto non stai bene e al mio cuore fa star male…
Ti accarezzo e più lo faccio scorgo in me un vuoto immenso
nello stesso tempo avverto il bisogno che hai di questo
ed allora mi ricordo della ruzzola e il carretto
da bambino nella casa lì nel vicolo giocavo…
I profumi di una volta la scacciata e il pane fresco
nel camino sempre pronto tutto il buono ch’era al mondo
c’’era festa nel paese quanti giorni son trascorsi
tra i cugini dell’estate e la corsa dei somari…
Ora me lo porto dietro quel retaggio del passato
per qualcun dimenticato ma per me non è cambiato
qualche anno sei più avanti non temere cara zia
questi istanti inossidabili ti faranno compagnia…
E l’incontro di quest’oggi è uno scambio di energie
nel cuor mio c’è ancora posto per fantastiche emozioni
sai non voglio che finiscan in qualche buio ripostiglio
dove l’anima e la mente le hanno a volte già riposte…
Pure il piccolo ricordo scivolato in poesia
voglia adesso un po’ alleviare le tue pene i tuoi malanni
dal mio cuore al tuo più grande attraverso mille auguri
caro scricciolo di donna novant’anni e un bacio ancora…
E’ lì
E’ lì che ci siamo detti addio…su quella strada che porta a quel ghiacciaio vedi?…ma ora sento di averlo superato quel momento…quando ci siamo messi insieme sentivo il bisogno di scappare via…ero troppo giovane per capirlo ma ora so che è stato uno sbaglio…un brutto imbroglio che mi ha giocato il cuore…e ti chiedo perdono per tutto per quanto hai pianto e la disperazione infinita…per l’inesperienza per l’arroganza di quell’età immatura e ti chiedo perdono ora…io so che non sarà semplice per te dopo tanto tempo…ma tu mi hai aspettato tu hai considerato anche questo incontro…e credo che possiamo ricominciare anzi cominciare proprio adesso…è strano che trovi tutto romanticamente bello…anche la sofferenza il dolore provocato che però è già scordato…ma ora torno ritornerò al più presto ad abitare dentro il tuo cuore immenso…perché sei una grande donna ed io voglio accettare questa nuova fase.. che andrà avanti oltre ogni regola della fisica e della vita…per riprovarci per diventare grande insieme a te amore caro…è lì che ci siamo detti addio…è lì che quel ghiacciaio ci aspetta ancora…
L’abbaino
Il tintinnio delle gocce sotto l’abbaino amplifica
leggiadro il ritmo della pioggia malandrina
trova dispettosa dalla via del cielo a terra
corsia preferenziale per infastidire l’uomo…
Benvenuta sempre che dà la vita a zolle
però così di luglio esagera di iniziative
serafica la pioggia diventa infernale alquanto
se il fiume e l’affluente rifiutan lacrime dal cielo…
E’ bello trattenersi sentire quel magico rumore
guardare il cielo plumbeo che sembra un po’ smarrito
è già stordita la stagione ricorre a un mago antico
un astronauta sembro che guarda attraverso il vetro…
Ed apro il pianoforte suonar le note è un gioco
sulla tastiera nascon le prime vere estrose
di una canzone nuova che sembra scritta un tempo
che è una delle tante con le mille e più sorelle amate…
Di un giorno malinconico le musiche dell’anima
nell’oceano dell’incomunicabile riescono a far breccia
ed io che vivo di emozioni vorrei che sia per tutti uguale
fermarsi a respirare il profumo dell’immaginazione…
Mentre le ore vanno a dormire già sotto l’abbaino
non mi accorgo che la notte sta cavalcando il cielo
se non fosse per il sonno che le palpebre accarezza
e mi ritrovi precipitato con la guancia sul braccio alla tastiera…
Ho fatto un sonno breve eppure è sembrato intenso
da qui ho camminato lontano ad un passo sconosciuto
ma era come fosse un momento già visto che ho già vissuto
fra gente che suonava cantava e con sorrisi grandi salutava…
E adesso sembra tardi è un miracolo si vede c’è la luna
fra qualche stella a spasso e una nuvola bizzarra rimasta sola
riprende il ciclo delle cose di quelle che vedo ad occhi aperti
la luce ritrova il tintinnio sottile la pioggia ancora non lascia l’abbaino…
Attraverso la Via dei Sognatori
Mi ritrovo a guardare il mondo
più o meno sempre di questi giorni
con quello sguardo che se potesse
mi porterebbe lontano
ancora più lontano a varcare quasi fisicamente
la soglia che supera ogni immaginazione…
è lo squarcio che va al di là del trascendentale
con l’occhio acuto di un potente cannocchiale
piazzato appositamente al centro del mio cervello
collegato ai battiti del cuore
che può spaziare minuziosamente scrutare
e magari trovare piccoli segnali sparsi…
dentro questo gigantesco contenitore di tracce sublimi
trovarmici felice con tutte le persone che mi vogliono e mi hanno voluto bene
un passaggio se pur momentaneo per un viaggio irrazionale
scivolando là per poi tornare qua attraverso la via dei sognatori
che ogni volta mi attrae mi rapisce alimentando la creatività
l’unica figlia che la natura mi ha voluto regalare…
I Giorni Passati
I giorni passati son granelli di sabbia
Dentro un’immensa clessidra perfetta
Lasciamoli andare è il tempo che va
Non lasciamo assopire lo spirito in noi
Manteniamolo vivo non è un bene da poco
E’ la linfa che scorre e da potere alla mente
Quei giorni passati son diamanti pregiati
Della collana composta dal Grande Artigiano
Non barattiamoli mai al banco dei pegni
Sbagliato è ripudiare quella parte di noi
Così che i giorni vissuti non ci lascino soli
La sostanza del viaggio son quelli futuri…
M A R C U S… la delirante visione
Le spade taglienti della forza di Marcus
spezzano il marmo del suo abitacolo antico
gli indugi di un tempo ipoteca quotidiana
non gli danno le foglie della manna indiana…
Rapine paure cretinate consumate
botti lontani in mezzo al mare
giroscopici segni d’imbambolati sogni
paranoici scorci di un capodanno messicano…
Bisonti cacciati dall’astuzia di Marcus
rubano al cuore un’altra breve emozione
problemi essenziali di una scelta ben voluta
lo rincorron veloci come iena più astuta…
Radure villaggi praterie già battute
spazi celesti infondo al mare
lo consumano i canyons nei sonni più ribelli
si ritrova braccato nella conquista di un amore…
Ma che giorno è
nemmeno Marcus lo saprà
passa passerà un’ora
o centomila miliardi ancora…
Cosa cambierà? mai niente
e questo Marcus già lo sa
il bene il male sono da secoli
saranno compagni dei figli suoi…
Tamburi battenti che scandiscono il tempo
vanno ad oriente suonando un’altra canzone
poeti introversi di una razza decaduta
gli risparmian le lodi dentro una sacco di juta…
Le storie d’amore le magie ereditate
sanno di sale per la sua sete
e la voce di Marcus s’affida ai menestrelli
per cantare ballate sapor d’esotico lontano…
Non so in che anno non so in che secolo
Voglio dormirci sopra e spengo la tv
la mente me lo chiede il corpo va da sé
mi sento stanco ma proprio tanto
come se avessi girato il mondo tutt’intorno..
nel breve tempo di un sol giorno
ho visto troppe cose brutte insieme
disperazione lacrime sangue
la morte per le strade..
e fiori e bare e sguardi ancora persi
interrogarsi su quel terrore
lo strazio inerme di brava gente
che di morire nemmeno ci pensava..
fratelli miei che colpe avete
vorrei saperlo ma già lo so
un bicchier di vino un divertimento sano
un pò di musica che scalda il cuore
d’amore e felicità una mano..
ci inorridisce il crepitio delle sputa fuoco
ci sconvolgono le fiamme dell’inferno umano
ma adesso basta ho pianto pure
voglio pregare il mio Dio con tenerezza..
Lui che è anche quello dell’ultimo dei soli
e di tutti quelli che non fanno mai del male..
non voglio più pensarci adesso
vorrei svegliarmi senza alcun dubbio
ma non so in che secolo non so in che anno…
Da una stella lontana in attesa di Loro
Era d’inverno i primi di marzo di un giorno qualunque di un anno lontano.. forse intorno alle due di una notte stellata a metà che sembrava preludere alla primavera però ancora per strada.. mi sentivo un po’ strano e il sonno di piuma mi aveva lasciato una certa inquietudine per mano.. quella che ogni volta mi prende quando il mio estro spontaneamente mi porta a fuggire dal mondo reale e mi spinge a tuffarmi in quello che preferisco.. quello ideale dove l’immaginazione mi fa correre veloce senza pregiudizi e inibizioni come se il mio corpo privo di fisicità volasse leggero da una parte all’altra dentro un contenitore di suoni e colori di una dimensione magica.. e c’era una parte di me in una città lassù oltre le nuvole oltre il cielo conosciuto tra le stelle con la smania di trovare nel mio stato irrazionale la serenità e l’appagamento difficilmente raggiungibile per le conoscenze metafisiche odierne.. così che avevo aperto leggermente la finestra stando attento a non prender freddo tutto imbacuccato perché ero già raffreddato ma il bisogno di guardarmi intorno era più forte davvero.. e quel cielo che era cupo per l’altra metà ancora non pioveva solo un vento tagliente neanche tanto insistente frustava sincopato gli alberi e le cose al di sotto del mio sguardo.. rivelare le sensazioni la provenienza di questa insolita curiosità per la prima volta mi sorprendeva e una parte di me l’addebitava al mio stato alterato relativo a quell’antipatico raffreddamento che avrebbe precluso il lavoro del giorno dopo ovvero gli ultimi accordi per la stampa dell’ultimo lavoro.. ma non era quella la causa e l’avevo intuito sin da subito e lo sentivo sulla pelle come se qualcuno preparasse qualche cosa di memorabile almeno per il futuro della mia esistenza.. come se mi arrivassero messaggi premonitori su di un fatto sbalorditivo di bellezza e di bontà e lo palpavo l’avvertivo anche elettricamente dentro casa per le strade ogni momento tra la gente.. questo insolito appuntamento sarebbe venuto presto da un angolo del cielo da un punto smarrito di un mondo lontano.. Copernico e Einstein due di Loro mi avrebbero preso un giorno e dopo l’abduction qualcosa di bello e di grande mi sarebbe accaduto…
( dal diario di John Rastovich marzo 1973 )
Nonni
Inonni sono come un tesoro e chi ha la possibilità di averli vicini e di poter godere della loro presenza magari non sa che gran fortuna possiede.. se purtroppo però a taluni sin da bambini la vita non ha voluto regalare questo gran privilegio o da più grandi son venuti a mancare.. proviamo a ricordarli guardando negli occhi dei nostri genitori.. guardiamo bene e ci vedremo l’amore che fu a sua volta dei loro cari.. immenso e profondo trasmesso nell’anima e custodito nel cuore.. essere nonni è rinascere ancora lo dicono in tanti e diventarci è un’altra grande fortuna.. l’amore dei nonni è l’amore al quadrato quello del padre e di suo padre sommato.. allora buona vita per sempre tu sei fortunato!…
R i n g r a z i o
Ringrazio di vivere in questo posto
un po’ bello un po’ brutto
che chiamano mondo
che si ammala continuamente
si guarisce ma resiste
e non finisce..
Ringrazio di respirare
di poter mangiare vedere e camminare
di udire i suoni e le cose sulla terra
che vivono anch’esse
come il cielo come il mare
le montagne e le pianure..
Ringrazio che esistano gli uccelli e le farfalle
tutti i pesci ed i coralli
che mi facciano compagnia
nei momenti di malinconia
con il sole la pioggia la neve
ed il vento che ogni cosa porta via..
Ringrazio tutti gli esseri viventi
che hanno un ruolo nella vita e al suo mistero
al perché io sto in mezzo a loro
e sono quel che sono
sorrido piango canto suono
urlo di gioia e qualche volta mi dispero..
Ringrazio
La favola del guardiano del molo
Una voce soltanto e il coro ce l’ha
E’ quella del mare che s’avverte dal molo
Da bambino ricordo una cantilena con l’onda
Pescatori a raccolta sulla spiaggia a brigare..
D’alghe ammuffite di fango e catrame
Pezzi di tronchi spugne e l’odore
L’inverno ha lasciato bagnasciuga graffiato
Schiaffeggiato rimosso ancor oggi spazzato..
E mi copro che arriva una brezza pungente
D’improvviso riporta il freddo di marzo
Sotto un cumulonembo di umida sabbia
Mi nascondo snobbando l’inaspettato dispetto..
Mentre il sole declina e cucina le nuvole
Ho saputo da un uomo che il mare rapisce
Chi resta a guardarlo ore ed ore da solo
Domani si sveglia guardiano del molo..
R u s c e l l o
Mi lascio stare da solo a guardare
Lungo la sponda di questo ruscello
L’acqua che scorre ancor cristallina
Riflette del sole la luce tra i sassi..
Festa di Pasqua anche se non ci sono
In qualche modo mi stanno vicino
Mi par di sentir con l’acqua che scorre
Il brusio delle voci i loro grandi sorrisi..
Non vorrei mai svegliarmi da questo torpore
Mi tolgo le scarpe mi bagno anche il viso
Uno schiocco di dita mi raggiunge la sera
Un brivido una carezza lungo la schiena..
E sull’acqua che scorre si sdraiano ombre
Sembrano corde di chitarra che vive
Riparto curioso misterioso è il mio viaggio
Piccola luce ruscello storia del mondo..