Poesie
«Sguardo notturno di capodanno»
Cosa provo in questo cielo
sospeso in una cupola di stelle balenanti,
che tutti son già scesi dalla festa
ed invece io comincio ora a dar vita alla mia?
E punto la notte …
per rincorrere sogni di luce sparpagliati …
che li sento invitarmi e chiamarmi
… che li sento portarmi a volare con loro …
… Betelgeuse, rossa Betelgeuse
grande più del bagliore che mostri,
come un fuoco nell’improvviso silenzio,
come una corsa nell’azzurro buio
per farci sapere i colori di tutta la tua vita
e poi esplodere nella storia di un altro sole …
… e tu, Sirio, l’amata dagli antichi egizi
… la prediletta immagine celeste del fiume Nilo,
che ancora nascondi fra gli accecanti riflessi
della tua luce bianca e azzurra
i misteri perduti del potente dio Anubi …
… viaggerai con Algeiba,
criniera due volte dorata del crescente Leone,
a visitare gli eventi che ripetono i nostri
oltre il margine di Andromeda,
galassia gemella che ancora non dice
di quale futuro portiamo il destino …
e parlerai dell’impossibile cammino di Rigel,
troppo ardente e rossa la sua pelle per mostrarsi
sole alla vita, troppo intensa la sua luce
per navigare azzurra sulla curva del tempo …
… e quante lune ci saranno a cantare per le Pleiadi
sorelle appena appena distinguibili,
portatrici della fiamma insolita e rara donata
al presente lontano di quei cieli aperti alla vita?
Tu lo sai Aldebaran? …
e sai dirmi perché sempre ritorni a nascondere
i tuoi occhi lucenti e disperati dietro la nostra luna?
Forse non vuoi ancora rinunciare
alla pazza illusione di poter rubare il suo cinereo bianco,
per lasciarle in cambio il tuo rosso colore morente …
… diverso dal tuo sa essere il pianto nella spada di Orione,
nato in una nebbia di luce e di vita
apparentemente immobile per il nostro piccolo tempo,
ma così giovane da poter sperare di capire l’universo …
chissà se qualcuno nascerà mai lassù
ed in una notte come questa, salutando un anno che comincia,
vorrà guardare verso di noi confusi
nell’uguale luce del cielo per mandarci un suo sorriso! …
Allora salute a te abitatore della vita!
… vieni a prendermi ora e portami da un profondo all’altro,
fammi precipitare dall’infinito dentro me stesso
e svelami il mistero della semplicità …
e non lasciare che io possa dimenticare mai
la sensazione risplendente che in questo istante
unisce ogni mio battito …
Così io vivo in questa notte non diversa
eppure nuova, solitaria ed affollata, in attesa
di sorprendere Venere che fugge inseguita dal Sole …
e salire con lei il più in alto possibile …
… e con lei viaggerò fino a te
con le labbra a sfiorare la tua fronte,
come se un tocco di vento ti cogliesse all’improvviso …
vorrai alzare gli occhi … sorpresa
e lei piccola falce incantata, luminosa sul tuo sguardo,
si fermerà ad ascoltare i tuoi pensieri
che raccontano di me …