NOTTI LARIANE/4

 

Hai ridestato l’anima mia

Come lo strepitar del tuono

Che attraversa lesto il cielo

E rintronando di colle in colle,

Giunto alla piana, alfin si cheta.

Hai ridestato la carne mia

Come in primavera

lo scroscio che segue scroscio,

Colma rogge e torrenti

Che tracimando dalle lor ripe

Attraversano strepitando borghi e ville.

Solo l’alba ancor incerta e distante

Potrà rivelare

Se frutto di demoni o di angeliche luci

È il tumulto che ci accompagna.


 NOTTI LARIANE/5

 

Sul far dell’alba

Giungi inaspettata

E inondi la stanza

Come in primavera

L’effluvio dei rari fiori

Della magnolia.

E come antico balsamo

Il grembo tuo capace

Accoglie la rinata carne mia

E lenisce i patimenti

Dell’animo mio lacerato.


IL PITTORE

In ricordo di U.B. nel 60° anniversario della morte

Il fato ti ha condotto fra di noi

A passeggiar per gli agresti sentieri

Del nostro ancor quieto borgo,

Sebbene i tuoi occhi balenanti

Vagassero di già per altre strade.

E come solitario anacoreta

Sei rimasto fra di noi

A dispensar bellezza

Dalla tua alta dimora bianca.

Quando, incontrando per la via

Il tuo ormai incerto passo,

Con un cenno del capo,

Il nonno Massimin ti salutava,

Sorridevi, contento.

La barbiccia bianca

E i capelli color del niente

S’illuminavano dell’antico biondo.

E i tuoi occhi fiammeggianti

Smettevan per un istante

Di balenar per quelle strade,

Sconosciute ai più,

Ma a te consuete.