Sicilia, my love

Non c’è il cobalto e lo smeraldo del tuo mare
nell’ansa grigia e tra il rullio dei motori.
Non c’è la levità del tuo cielo di vino,
né il giallo di ginestre soffoca oleandri di rosa.
L’urlo dei pescivendoli nell’aria salmastra
è solo un brusio, avvolto nella nebbia cenerina.
Ci sono checche, candi, scrima,
stemperati di spleen,
a rimpinzare consumistiche ingordigie e smanie,
ma non ritrovi la poesia dei balconi spagnoli
che arpionano le crepe corrose dal sole,
né il fiaccolare ardente del fiore di melograno,
le chiazze di trifogli, malve e fiordalisi,
tra spighe riarse e assordanti assedi di cicale.
La mia isola è divenuta un sapore ubriacante
di finocchietto, cipolla e pinoli,
trippa al pecorino, polpette di neonata,
cassate di ricotta e soporiferi vini divini.
Mitici viaggiatori e bellezze sovrumane
danzano tra asfodeli e arance d’oro,
in questa terra di luce e di sole.
Nei carrubi assopiti alitano antichi misteri,
immobilità assorte e sospiri di passioni,
ma, nelle ventate di inebrianti gelsomini,
incalza il mal di mare della Storia.
I templi greci e le pietre islamiche
intonano nenie di pace e d’amore,
mentre i tuoi figli abbracciano il mondo,
fratelli di lingua, sudore e lavoro,
trasformisti, impegnati, onesti e creativi,
tra spiazzi e istanti senza frontiere.
Sei il mio vero, eterno amore,
isola della Primavera,
il sogno che rifiorisce
ad ogni scappatella e defezione.
My love, l’amore mio inestinguibile,
favolosa nei lamenti del levante,
sulle chiome degli ulivi saraceni,
nelle carezze di brezza
alle spighe baciate dal sole,
nei tramonti vibranti
e negli incendi delle aurore.


Petali di sole.

Petali di sole, lievi,
in un qualunque mattino autunnale.
Sulla tua anima assopita
improvvisa una scintilla, peregrina,
di antichi furori, inceneriti,
nella calma stasi del dubbio persistente.
Domani potrebbe non albeggiare,
per la manciata dei fantasmi irrepetibili.
Domani potresti non destarti
nell’umida nebbia invernale.
Domani la speranza e l’amore
non parleranno del roseo pallore dei fanciulli,
né la miseria, travestita d’un sorriso,
ascenderà le scale sfavillanti di albori.


Fuochi

Nel cielo

vampate

di stelle.

Veloci mutamenti

di colori.

I fuochi

sono

stelle cadenti,

che travolgono

il futuro

e la memoria.