Un corpo cangiante nel tempo fluttuante

Sottile spirito di nostalgica fanciullezza

si insinua e inebria un corpo iridescente

di una femmina segnata dai solchi

scanditi dal tempo che scorre egoista.

Muta irregolarmente un corpo di donna,

tempio di effimera bellezza

albergato da una femminile ma infantile libidine.

Tempo che sfreccia come un treno di infiniti pensieri

che diraglia contro le nubi gocciolanti di tristezza e nostalgia.

Infanzia e adolescenza si affacciano alla finestra della mente

prorompenti , come una realtà anelata ma onirica e impossibile.

Voce di donna intrisa di suoni

vibranti di corde sottili di uno spensierato violino

che urla nella notte del silenzio il desìo dell’antica giovinezza.

Mani di fata,

intarsiate di rughe indelebili ma dannatamente mature

che si perdono nella leggerezza

delle carezze sul viso dell’amato.

Sguardo apocalittico che squarcia

le tenebre dei ricordi che furono,

intriso di labili gemiti di un animo puerile.

Fisico scolpito di curve morbide e sensuali,

opulenza di forme carnose ma

diversamente amorfe e insulse nello spirito.

Un corpo cangiante che sfida l’ira del flusso del tempo,

corpo ribelle ma fragile, non più venerato dal suo riflesso.


Primavera mai nata

Balsamo di brina primaverile

Saccheggia il mio labile riposo,

effluvi leggeri di essenze di erbe e di fiori

solleticano  fastidiose le vibrisse del mio olfatto.

L’odore pungente di pioggia fresca oscura l’oblò della mia anima

Assopita in un umido tepore e vestita di nuvole ghiacciate.

Un minaccioso alito di vento secco

Fischia a voce stridente nel mio intimo

Frantumando il vetro del silenzio

Di un fanciullino mai nato,

agli albori di una coscienza esamine.

Si rifugia negligente nella sua tana amniotica,

Assopito, sordo alle spinte materne;

di sbocciare si rifiuta in una primavera caotica.

Primavera mai nata.

Nevrotica.


Lacrime di pioggia

Strisciano gocce di pianto

Sul vetro inetto e polare della mia anima,

gocce di un mare infinito di nera mestizia,

mia dolce e nemica compagnia.

Viso rigato di ruscelli straripanti

Occhi allagati da un oceano di attese svanite

Labbra bagnate di gemiti stridenti

Respiro affannoso sul pentagramma delle emozioni.

Singhiozzi abortiti.

Lacrime di pioggia

fluiscono tra i cunicoli perversi del mio passato

e da stalattiti di ricordi spinosi

Gronda sangue di emozioni seppellite.

Lacrime di pioggia di un presente opprimente.

Un presente assente.

Repellente.