Poesie
Un corpo cangiante nel tempo fluttuante
Sottile spirito di nostalgica fanciullezza
si insinua e inebria un corpo iridescente
di una femmina segnata dai solchi
scanditi dal tempo che scorre egoista.
Muta irregolarmente un corpo di donna,
tempio di effimera bellezza
albergato da una femminile ma infantile libidine.
Tempo che sfreccia come un treno di infiniti pensieri
che diraglia contro le nubi gocciolanti di tristezza e nostalgia.
Infanzia e adolescenza si affacciano alla finestra della mente
prorompenti , come una realtà anelata ma onirica e impossibile.
Voce di donna intrisa di suoni
vibranti di corde sottili di uno spensierato violino
che urla nella notte del silenzio il desìo dell’antica giovinezza.
Mani di fata,
intarsiate di rughe indelebili ma dannatamente mature
che si perdono nella leggerezza
delle carezze sul viso dell’amato.
Sguardo apocalittico che squarcia
le tenebre dei ricordi che furono,
intriso di labili gemiti di un animo puerile.
Fisico scolpito di curve morbide e sensuali,
opulenza di forme carnose ma
diversamente amorfe e insulse nello spirito.
Un corpo cangiante che sfida l’ira del flusso del tempo,
corpo ribelle ma fragile, non più venerato dal suo riflesso.
Primavera mai nata
Balsamo di brina primaverile
Saccheggia il mio labile riposo,
effluvi leggeri di essenze di erbe e di fiori
solleticano fastidiose le vibrisse del mio olfatto.
L’odore pungente di pioggia fresca oscura l’oblò della mia anima
Assopita in un umido tepore e vestita di nuvole ghiacciate.
Un minaccioso alito di vento secco
Fischia a voce stridente nel mio intimo
Frantumando il vetro del silenzio
Di un fanciullino mai nato,
agli albori di una coscienza esamine.
Si rifugia negligente nella sua tana amniotica,
Assopito, sordo alle spinte materne;
di sbocciare si rifiuta in una primavera caotica.
Primavera mai nata.
Nevrotica.
Lacrime di pioggia
Strisciano gocce di pianto
Sul vetro inetto e polare della mia anima,
gocce di un mare infinito di nera mestizia,
mia dolce e nemica compagnia.
Viso rigato di ruscelli straripanti
Occhi allagati da un oceano di attese svanite
Labbra bagnate di gemiti stridenti
Respiro affannoso sul pentagramma delle emozioni.
Singhiozzi abortiti.
Lacrime di pioggia
fluiscono tra i cunicoli perversi del mio passato
e da stalattiti di ricordi spinosi
Gronda sangue di emozioni seppellite.
Lacrime di pioggia di un presente opprimente.
Un presente assente.
Repellente.