Ti amo

Ti amo
Compagno tenaglia
sposo trinciapolli
nascondi accendini,
urlo ferino,
sorriso e sbadiglio
del cuore mio alato.
Mi piace come riempi
le stanze
i vestiti
il mio letto
e me.


Violenza padana

Sopra lascio Verona,
placida Giulietta,
sotto,
ammutolita il ventre
da calci
notturni e bestiali,
la trovo che uggiola
ad un mostro dalla
bocca di fico
e muove verso
pochi passi rossi
mentre noi giganti
su un argine
sognante
stiamo eretti,
protetti in cappotti
di plastica spessa
per confondere gli altri
e la natura su noi e
sul nostro olezzo.


Figlio

Ti porto in attesa
candidi gigli
schierati contro la calce
viva del petto sobbalzante,
divisi in fasci
protesi verso
il tuo arrivo
mentre resta sempre acceso
un piccolo male.