” Torino”

(a Vincenzo)
Dopo molti anni
tornasti nella tua Torino,
nella via in cui eri nato
non c’era più la vecchia
pasticceria,la fontanella non
sgorgava più acqua e la
voce di tua madre era un lontanissimo
eco.

Gli alberi,
i palazzi
le piazze,
i vecchi cortili
in cui un tempo
giocavi,
i volti della gente
tutto ti appariva
estraneo.

Gli anni scellerati della giovinezza
erano alle spalle,
ora dovevi fare i conti
con un duro presente che
non concedeva scontI.

Per tanto tempo
ci siamo scritti
bellissime lettere.
Mi parlavi spesso dei colori
di una nuova alba,
di una piccola casa immersa
nella quiete del Tirreno,
dove volevi trascorrere gli ultimi anni
della tua tua tormentata esistenza.
Le tue parole gentili e delicate
si posavano come fiocchi di neve
sul deserto del mio cuore…

Ogni giono scendevi nelle strade di Torino
per cercare qualcoa in cui credere ancora,
ogni giorno promettevi a te stesso
di iniziare una nuova vita.
Ma l’ombra oscura del passato
ti camminava accanto
e tutto è rimasto
inesorabilmente immutato.


“I bambini non amati “

attraversano ogni giorno lunghi corridoi di ghiaccio,
hanno volti pallidi e parlano molto poco.
I bambini non amati sorridono di nascosto alle stelle,
non conoscono la bellezza dei sogni,
le loro notti sono popolate da draghi e spettri.
A volte abitano in case ricche con finestre sempre chiuse,
vestono in modo elegante,ma vivono la più grande di tutte le povertà.
Le loro storie, i loro nomi,
non troveranno mai spazio
nel grande carnevale mediatico,
perchè non hanno volti insanguinati,non hanno ventri gonfi e non vivono in capanne.
Le loro anime calpestate verranno a disturbarti nel sonno e
cercheranno di aprire la porta chiusa del tuo cuore.
I bambini non amati saranno donne e uomini infelici,
che il mondo continuerà a respingere,
saranno materiale prezioso per psichiatri di effimera fama.
Alcuni moriranno da giovani per una dose di eroina.,
altri proseguiranno il viaggio inseguendo amori impossibili
e maledendo la vita ad ogni passo.
I bambini non amati piangono in silenzio,
rannichiati in un angolo
ma le loro lacrime non arrivano mai al cielo.
I bambini non amati
sono una favola scomoda
che nessuno osa raccontare.


“Ritratto di un poeta”

(a Michalis Pierìs)

Guarda oltre il mare
il poeta appoggiato
ad un muro bianco,
uno splendido gatto d’angora sulle sue ginocchia e
sul suo volto antico è scolpita
la diafana bellezza del mondo classico.
Lasciò l’isola degli dei e viaggiò a lungo
per la fredda Europa.
Cipro era la sua Itaca che attendeva
silente il suo ritorno a casa.
Tra i cipressi e le barche abbandonate
una Dea dolente e invecchiata andò
ad accoglierlo e lui non seppe più
riconoscerla.