Il tuo volo leggiadro ed elegante,

descrive un amore lampeggiante.

Ma poi arrivò l’inverno,

e senza di te è stato un inferno.

Poi la primavera è arrivata,

ma da me non sei più tornata.


 

Cammino nelle dolose

e profonde tenebre,

mi fermo, spento.

 

Alzo lo sguardo,

sul fondo un lampeggio,

un folgorante alternarsi

di luce,

come una stella che brilla.

 

E allora cammino,

e corro, scatto

sono arrivato, tocco la

luce!

 

Si spegne, e stavolta

per sempre

mi rannicchio,

chiudo gli occhi

e sogno.


 

Scintillanti sorrisi ricambiati

dopo sguardi caldi ed abbandonati

abbracci travolgenti e calorosi

come du’ amanti nella loro ipnosi.

 

Amori vigorosi e duraturi

davanti a futuri tristi ed oscuri

come vestiari della pura morte

ma felici della loro malsorte.

 

Correvamo su ciottoli di marmo

gelidi ed appuntiti come chiodi

cadevi per terra zuppi di sangue.

 

Ti rialzavi al loro aiuto non tardo

con loro è tutto un gioir di cori

è cosi che l’amistà non si estingue.