La Magia delle Favole

Ho sempre creduto nella magia delle favole…

ho sempre immaginato di poterla vivere un giorno

con tutto l’entusiasmo che esse hanno attorno!

Sognavo un Amore vero,

puro ed immenso come il cielo,

come quello delle principesse

che, in quei racconti incantati,

incontrano il principe della loro vita

e tutti i loro sogni vedono così realizzati!

…ma pensavo che avrei potuto solo legger

di questo tipo d’Amore…

finché una sera d’inverno,

una di quelle che preannunciano il Natale,

continuo dentro me, ad immaginare

quello stesso, meraviglioso sentimento,

bussar alla mia porta e trovar la chiave del mio cuore,

che spesso ho creduto spento!

E trovar un principe tanto speciale

che a poco a poco mi riinsegni ad amare!

Nei suoi occhi troverò l’immensità del cielo

e tutta la dolcezza del suo amore vero!


Un Sogno

Un Sogno a volte, può imprimersi talmente nella mente, che può sembrare addirittura reale e a tutti,

vien voglia di raccontare… perciò or silenzio, ve ne prego… ha inizio il racconto… dunque, buon

ascolto…

C’era una volta, ma proprio tanto tempo fa, un paese incantato, che di gente ne contava a volontà. Era

nei pressi d’un regno dorato, immerso nel verde delle foreste più profonde e brillanti che, nelle favole,

ospitan creature com’orchi e giganti!

Nel paesino di questo Sogno, la gente era buffa ed ogni giorno, capitava d’incontrar un nuovo

personaggio, curioso nel suo aspetto d’antico paggio, il quale, come se a corte, s’inchinava ad ogni

passante, e a volte, si toglieva il cappello, lasciando sul capo solo qualche timido capello! Poi c’era

l’anziano sarto, l’arguto giardiniere…ed un cappellaio matto…ma buono come il miele!

Eppur, bisogna dire, fra la sopraccitata follia, altresì s’intravide, una figura normale, che passeggiava

quieta, silenziosa, custode sola d’una dolce nostalgia…ella infatti, assorta in quel suo pensiero costante,

avea lo sguardo sfuggente ed ugualmente penetrante e gli occhi tenea bassi…riflettea, riflettea su quel

dolce proposito, il suo sogno d’amore finalmente arrivato…e semmai esso fosse stato realmente un

proposito ponderato.

Quanto affascinò quella creatura, fragile e forte allo stesso tempo, poiché la vita l’avea forgiata a scudo

di se stessa in ogni momento.

Quanto il desiderio di poterla aiutare…ed infine, proprio lo stesso Sogno è stato ben ad ascoltare…dalla

radura lì vicina infatti, sulla quale si stagliava un castello imponente, benché in rovina, un giovane uomo

correa verso di lei, con aria trasognante…come se sol la visione di quella dolce creatura, avesse donato

ristoro al suo animo e al suo cuore, mentre nel cielo spuntava or,or un caldo sole. Egli avea un aspetto

assai importante e folta e nervosa la sua criniera si movea ad ogni suo passo quasi tremante. Quando fu

presso di lei, le sfiorò una guancia, le prese la mano con tenerezza e con voce sommessa le disse

“prima, la mia vita era vuota e mesta, poi siete arrivata voi a colmarla d’amore, ma or temevo ahimè

d’avervi persa…perdonate, vi prego, qualsiasi mio antico silenzio, perché voleva solo trattenervi con

me…adesso so ch’avrebbe portato sol ad un apocrifo assenso e di questo perciò, assai mi pento. Ora

però vi ho ritrovata e semmai mi vorrete ancora, vi prego, permettetemi di vivervi ogni giorno, perché

vi amo e questo sol professerà la mia voce, fino all’ultimo mio respiro, fino infondo”. La fanciulla a

quel punto, lo guardò intensamente ed un sorriso pieno di gioia le illuminò il viso, mentre la curva

delicata delle sue guance, deviava il percorso d’una dolcissima lacrima e di tutte le altre. Lo accarezzò in

voltò ed un poco arrossì…ella lo amava da sempre e la sua risposta fu semplicemente “si” .


Forma d’un Amore

Se udir si vuole, d’una autentica storia d’amore, legger si posson queste righe, poiché d’una vera, grande

passione son intrise…benchè aleggi perentorio, un’urlante silenzio tra le parole… dunque prego, a voi

l’onore…

Tiepido mattino d’autunno.

Solo, nell’immensità del parco, da secoli ormai osserva silenzioso, coloro che gli giran attorno e lo

oltrepassano quasi annoiati da questo suo aspetto così pietoso.

Ma…ecco due giovani amanti venir verso di lui e con passi quasi sognanti, raggiungono l’alto suo

piedistallo, dal quale li contempla com’un antico vessillo.

Null’altro si tratta che di una statua in vero, ma in se, par racconti a chi un poco lo fissa, cela un’animo

sincero ed una storia che d’amore fu.

Nacque secoli or sono dalla mano sapiente d’un giovane innamorato, che lo scolpì dapprima glorioso,

forte ed immortale, come il suo amore s’era mostrato.

Poi invece modificò ogni sua curva e lineamento… lo rese goffo, vecchio e sopraffatto, Forma d’un

Amore tramutatosi in tormento, dopo che la gelida morte toccò l’oggetto dell’amore stesso.

Ed è così che oggi la sua figura appare… curva, mesta e sola in questo gran piazzale, luogo in cui

quell’amore tanto desiato nacque… e luogo stesso nel quale, poco dopo, ahimè tacque.

Egli quindi è Forma d’uno stesso Amore, tanto splendente quanto devastante. Ed ora immobile rimane

ed in silenzio… custode unico di quel continuo lamento, guardiano di quell’amore che è la sua stessa

anima, l’unico suo ricordo, la sua prigione eterna.

Ora osserva gli innamorati che passano di qui ignari e tutti coloro che lo guardano un poco e ai quali

magari la sua curva postura, null’altro ispira che fantasie irreali… e come fanciulli s’addormentano li

sotto, sulla fredda pietra del suo triste capezzale.


Quel momento insieme

… quel momento insieme,

tanto piccolo e breve,

ma al contempo dolcissimo

e proprio per questo,

così prezioso e bellissimo,

che diventa capace,

con quell’ironia velata, mite

ed il calore di quegli sguardi

tra vere amiche, quasi sorelle,

di frapporsi nel turbinio incessante

di sensazioni forti,

di questo e dei prossimi giorni…

e lenire un po’ questo clima

di tristezza e paure

che accompagna chiunque

dalla scorsa notte,

violentata da ripetute botte

e dall’insopportabile fragore della terra

che sembrava quasi voler esplodere,

trattenendosi appena

dall’esser squarciata…

com’il dolore più atroce

che vien sopportato a stento

e provoca per questo,

uno sforzo estremo

che fa gridar con tutta la voce

culminando poi, in mille lacrime…

un momento, uno soltanto,

breve si ma tanto vero e intenso

che si rivela così

un nascondiglio confortante e perfetto

in cui riflettere, soffrire, pregare…

in cui provar a sopportare

questo silenzio assordante…


La Musica è Vita

Una musica s’ode tutt’intorno.

È una lieve sinfonia dell’anima

che illumina ogni giorno…

che sia esso mesto,

pieno di malinconia,

oppure denso

e ricco di allegria!

Essa segue i ritmi

incessanti del cuore,

che si fa quasi ballerino,

seguendone l’aria e le note

e dando così pieno sfogo

ad ogni sua più intima emozione.

E poi pian, piano, silente,

la musica percorre le membra

d’ogni stato d’animo…

danza nell’aria che più viva sembra

e poi dolce e così, come niente,

ne mostra d’un tratto i contorni,

tesse le fila dei battiti del cuore

e l’animo s’imbeve di sensazioni forti

che crescon all’’unisono con le note,

la loro briosa energia

o magari, tutta la loro nostalgia.

La musica dunque

è padrona dei sentimenti

ma al contempo,

non potrebbe esistere senza questi.

La musica è passione,

fa piangere, commuovere…

riflettete, ricordare, amare.

Essa è maestra di vita,

la scandisce, la rende viva, vera…

la musica è una radiosa chimera,

il Nascondiglio più confortante,

dal quale sbirciar la realtà, che non c’era

ma che, grazie ad essa,

finalmente si assapora,

si può stringer tra le dita.

Senza dubbio alcuno,

per tutto questo ed altro ancora,

si può ben affermare:

la Musica è Vita.