Notturno

…le note singhiozzanti del sole d’Agosto,

odore d’asfalto,

la pelle rosolata schernita dall’odore di saliva…

Senti le urla salire maestose nel cuore della notte?

gemiti di agnelli…

scintillio di stelle…

avidi occhi che cercano il cambiamento…

la vita che trema e non cede,

si rinnova…

si rassomiglia.

Nel pianto nascosto sotto le lenzuola si rinnova l’alito della prima sofferenza…

 


Ricordo

Calce viva fra i fili larghi della lana,

occhi allegri e sempre bagnati…

Sento l’odore del mosto,

le mani…

le mani ruvide

sfregano sulla schiena dolente…

odore di canfora.

Dritto vicino al fuoco scacci i pensieri con piccoli sbuffi,

che tristezza ricordare la vita che hai perso,

gli abbracci negati,

le mani spaccate dal freddo di una notte non ancora scaldata dal sole…

Nascesti padre del bambino che ti diede il nome,

rifugio dei tuoi fratelli,

faro dei tuoi figli,

marito di più donne…

Mai stanco…

Mai triste…

Mai vecchio…

Mai bambino…

 


Negro

Dondola deliziosa l’armonia strozzata,

catene strette,

storie…

odore di sudore e di sangue ferruginoso.

Nascono le note dalle urla di dolore,

dagli stupri di gente ingenua,

dalle traversate salate di mari freddi,

dalle mani punte

e dalle frustate crudeli di uomini senz’anima che indicano la fine…

Eppur spunta il sole indifferente,

si alza il vento fresco,

si rinnova il giorno…

Si rinnova la rabbia,

la presunzione di essere nel giusto,

il razzismo dei punti cardinali…

Negro…

Negro il nord arrabbiato e pallido,

il sud caldo e indifferente,

l’est serioso e senza pietà,

l’ovest altezzoso ed arrogante…

Un prisma spezza i colori,

dorata la tromba stretta fra le labbra carnose,

argentea la nota che rende il mio amplesso più bello,

pallidi i volti dei giudici e dei carnefici…

Negro…

Negro l’infinito,

il verbo che unisce i popoli,

il ricordo che riaffiora,

il punto alla fine della frase…

Negro il volto di Dio.