Daimon (all’ arte)

Bentornato, amico da sempre presente,
da quando bambina,
raccolta in fondi silenzi,
mi perdevo, per mano con te, nelle pieghe indaco dell’animo.
Io, che del colore ho fatto l’essenza,
e delle parole fiocchi di brina,
sui cancelli gelati del mio mondo interiore,
nuovamente ti accolgo tra farfalle di carta,
di spalle ad un tramonto,
ardente come i tuoi occhi.
Se ci sei, sei qui per me,
vieni a prendermi.


Il sale

Dalla terra alla terra ritorno,
Attraverso battiti d’ali.
I sorrisi e l’amore segnano il volto,
della storia scritta dagli uomini.

Solo Amore, trova il senso,
anche in mezzo alla distruzione,
comprendo che nulla finisce davvero.

Potrai essere fiore,
foglia o uomo.
Potrai essere seme o gatto.

Sarai in mille e mille forme,
poiché la vita vuole vita,
e la sua vita mai si estingue.

La natura pretende espressione,
nella perpetua ricerca del suo volto migliore.

Siamo forme caleidoscopiche che mutano,
Siamo ondate sulla crosta terrestre.

Generiamo figli che non ci appartengono,
come noi non siamo di alcuno,
se non del nostro tempo.
Captiamo sogni dall’etere e gli diamo forma attraverso le mani,
gli diamo un nome,
nonostante la loro essenza vivesse,
prima che potessimo vederli e chiamarli.

Siamo della Terra,
diversi dagli altri che sulla terra camminano,
solo per genere,
e per il colore dei pensieri,
che risuonano forti.

Soggetti alla dimenticanza,
solo l’amore ci sfila ai turbini dell’avvilupparsi del tempo.

Camminiamo su montagne di ossa,
delle quali non rammentiamo la storia.

L’amore insegna e pone il ricordo,
tutto il resto semplicemente diviene.


Faccia a faccia.

Ti vedo,
fratello mio,
non della stessa madre,
di carne diversa,
ma di spirito intessuto degli stessi fili.

ti riconosco e vedo quello stesso bagliore,
ed il fuoco nella mano, che cerca risposte nel divenire.

Ciò che siamo è ciò che siamo stati,
pieghe continue nel tessuto della materia,
che tutto avvolge,
persino il cielo,
e del tutto si impregna.

Da dove vieni fratello distante,
quali passi,
su longitudini astrali,
ti hanno condotto a questo luogo dell’anima,
dove commosso, avviene l’incontro che ti rende uomo.

dove stai andando fratello lontano,
se non esiste altro posto che questo,
nel quale puoi ridere,
piangere o urlare,
in una lingua che non ti sembra straniera.

Disegni paesaggi alieni su fogli dispersi dal vento,
hai introflesso il tuo animo sino a toccare me,
ed in questo sfiorarsi ci siamo macchiati l’un l’altro di colore indelebile.

Ovunque tu vada io sarò in te,
ovunque io destini i miei passi,
porterò il tuo blu.

che si spalmi sui tramonti,
o nelle onde di mare.

Resta,
disfa il bagaglio e rendi feconda la terra,
che tu possa nutrirti del tuo sudore.

Spalanca le finestre che danno sul cuore,
prepara del pane, ed io ti darò da bere.

Sei a casa.
Mille volte hai periplato l’universo intero per accorgerti,
che tutto ciò che veramente era da scoprire è in te.

Riposa sul mio grembo che ho reso nido,
sogna sognando di me,
e di questo luogo nel quale no servono specchi.