La grigia estate

Luna che ti specchi sul lago,
sai, non è il mare.
Non un gemito,
non un urlo
Nessun ritorno,
solo pace, e calma
qui,
qui che l’estate è grigia,
qui che l’estate non fa rumore,
qui dove mi vengo a rifugiare,
quando io non posso tornare.

 

 

 

A te cara.

Cara
tante volte ho sognato
di perderti.
Il mattino giungeva
tra le lacrime,
la tristezza certi giorni
mi seguiva per ore
donna vestita di grigio
naso e bocca coperti.
Era al mio fianco in aereo,
dormiva coperta dalle mie lenzuola,
silenziosa,
senza mai proferir parola,
mi aiutava a mettere in ordine la borsa da lavoro.
E tu lì cara,
in quel letto bianco,
lontana,
muta,
mai più ci saremmo riviste,
mai più ci saremmo toccate.
Ti ho chiamata un’ultima volta,
erano le 14.00.
La donna vestita di grigio poggia una mano,
tocca la mia spalla
in quell’istante ti addormenti,
avevo chiamato per sentire la tua voce
Cara, oh mia cara.
Invece tu ti sei addormentata e
non mi hai nemmeno salutata.

 

 

 

Le ultime pagine

Ѐ che su un treno
tutto ti appare più chiaro,
ciò che vedi
non lo guardi
è il passato a scorrere,
alla prossima fermata
il presente
dell’avvenire non ti restano che da sfogliare
le ultime pagine,
le ultime pagine.