Ti ho riconosciuto

 

Ti ho riconosciuto tra quei raggi di sole accecanti

con quella giacca di pelle e le cuffie alle orecchie

 

Ti ho riconosciuto con quella nuvola vuota

su quel bus che viaggiava

ti sentivi un principe in un regno tutto tuo

e credevi che il tempo non sarebbe mai passato

 

Ora tra noi due c’è un fiume di lacrime a separarci

ora di te non è rimasto più nulla

se non quelle melodie che volano ancora

nel cielo della memoria

 

Ti ho riconosciuto, con le tue stupide

nostalgie di una lontana adolescenza

 

Ti ho riconosciuto, con la tenerezza

che si prova in una persona che soffre

Ti ho riconosciuto davvero in un periodo di vita

che ricorderai fino alla morte…


 

Quella volta che decisi di cambiare

 

Quella volta che decisi di cambiare

Provai freddo

I passi risuonavano nel silenzio della notte ghiacciata

Sotto i portici

Fievolmente illuminati da qualche lampione giallo intermittente

E mi sentivo una falena d’inverno che corre incontro alla sua fiamma personale

Senza scampo alcuno

La mia fiamma aveva i bagliori dell’inverno

Gli odori dei camini

I geloni sulle dita

E sul naso

Quando decisi di cambiare

Avevo freddo nel cuore

Quando decisi di cambiare

Feci un biglietto di sola andata

Verso il nulla

Non mi sentivo solo

Alla fermata ero in silenziosa compagnia

Non presi il treno

E rimasi da solo alla stazione del cambiamento

Ad aspettare una cosa

Che non sarebbe mai passata

Quella volta che decisi di cambiare


 

Notte senza luna

 

Guardo il firmamento.

I miei pensieri sono raccolti lì.

Vorrei poterli davvero associare alle stelle.

L’idea che la vita possa essere una costellazione

mi rasserena.

 

E’ una serenità breve.

Si infrange appena precipito

in questa realtà terrena senza fine.

Respirare l’infinito mi rende schiavo

di una nuova nostalgia.

 

Se mi allontano dal mio me,

avrò la conferma che il cielo

ha lo stesso colore ovunque si vada.

 

Si dice che per ogni pensiero nasca una stella.

 

Alza lo sguardo: perditi nella mia pioggia di stelle.