Rinascendo

Ascolto un disco del ‘72
Gente che ha studiato al conservatorio
Aspettando un’amica
Vestita bene forse per la prima volta
Burro di cacao antico per dare un po’ di rosso alle labbra
Il piacere di uscire in una giornata scura e piovosa
Con un’amica nata per me a capodanno
Inizio di un lungo e impegnato cammino
Cosa ne sapevo allora…, ho ritrovato l’amore per…
Fedele all’amore per l’universo
Vorrei scrivere pagine sublimi
Quantizzare il dolore
La superficie veste colori teneri e vari
L’interno è scosso da innumerevoli
Motivazioni per lacrimare.
Unghie colorate di tendente al viola scuro
Quasi sfacciatamente per insultare il desiderio d’essere donna
Come una maschera aggressiva per suscitare reazioni
Spietata e lucida l’introspezione
Serenità e ricongiungersi con l’eterno chiede il mio spirito
Vecchi ricordi che l’ormone ipofisario
Sa fare risalire allo scorso anno
Rievocavano quelle che sarebbero state
Le pagine più dolorose della mia vita.
Ti confesso che ….
Mi sono buttata tante volte dalle finestre dei miei occhi
Ho camminato in punta di piedi per non fare rumore
Nel mio cuore ho cancellato le ombre del mio passato
Per colorarle nel futuro
Sto camminando in mezzo all’eternità
E’ un giorno come un altro
Con queste note lascio qualcosa di me
Forse la parte migliore
Se vivo con amore non avrò paura
Di quello che sarà.
E come in quella casa, tanto tempo fa
Mi sveglio ancora
Con una musica, poi scendo il viale
Poi di nuovo il sole
Come in quella casa, tanto tempo fa
Io mi sveglio ancora .


Credo nei Miracoli

Questa è una storia vera. Nel 2001 ho deciso di fare un viaggio importante: volevo
approfondire la conoscenza di un Maestro Spirituale, in seguito ad un vero miracolo che ho
avuto il privilegio di vivere dopo averlo invocato. E’ stato un miracolo economico. I devoti
m’avevano spiegato che Lui è un Avatar, basta invocarlo o mentalmente o scrivendo, perché
essendo Lui, in quest’epoca, come poteva essere Gesù Cristo nella sua, aveva la capacità di
“leggere” la richiesta, in qualsiasi forma la si chiedesse. Da anni c’era in piedi una causa
legale che non si risolveva, iniziata quando avevo venduto la casa del paesino dove ho vissuto
dopo la Laurea. Il Catasto mi chiedeva milioni. Un errore fatto dal Notaio si ripercuoteva su
di me. Mi recai all’ufficio. Per chiedere aiuto al Maestro scrissi su un foglietto che avevo
l’ingiunzione di pagamento, che i soldi non li avevo, che non era giusto che pagassi io, ma
che se voleva aiutarmi doveva farlo subito perché non avevo più tempo. Pochi secondi dopo
l’invocazione, l’impiegato, con la pratica in mano, mi diceva che risultava già tutto pagato.
Mi sentii come sconquassata da un terremoto, restai a bocca spalancata, ricomponendomi per
non fare pensare che non fosse vero, per confermare che avevo pagato davvero! Nel periodo
in cui la somma notevole era stata saldata, mi trovavo nell’impossibilità di pagare, sia perché
non avevo tutti quei soldi, sia perché frequentavo un corso per disoccupati, se avessi pagato
una simile somma …me ne sarei ricordata, no? Un miracolo, un vero miracolo! “Lei crede nei
miracoli? Io sì” affermai al barista dal bar da dove ho deciso di fare la telefonata a mia
madre…per informarla del miracolo avvenuto! Avrebbe dovuto pagare lei, ma la fermavo con
quella sensazionale telefonata. Mia madre incredula. Chi non avrebbe poi deciso di fare quel
viaggio in India per vedere più da vicino chi era quell’uomo? Ben tre anni dopo il miracolo
sono stata in India. Mi recai nel suo Hashram. Viaggio entusiasmante, enigmatico, la realtà
che trovi è talmente diversa rispetto a quella alla quale siamo abituati, che ti sembra di vivere
in un’altra dimensione. La percezione della lontananza dal mondo che conosci e dalle
abitudini che a noi sembrano normali, può dare sensazione di smarrimento, sei talmente
altrove che devi mantenere salde le coordinate. Gente in mezzo a paesaggi quasi lunari, con
addosso, per esempio, una scimmia, gente che vaga e ti domandi che cosa fanno, oppure li
vedi seduti immobili per ore ed il nostro essere a ritmi stressanti diventa incomprensibile.
Animali d’ogni genere ai lati delle strade, a bivaccare come alcuni di loro. Alcuni negozi
fatiscenti che in realtà sono grotte con dentro un banco e sopra due cose che vendono. Vedi
alcune donne, forse per loro alla stregua di prostitute, che vendono tabacco, caramelle e cose
a noi sconosciute, con una specie di panchetto alto, tipo un paravento intorno alla persona.
Povertà ovunque, gente spezzata in due che cammina rasoterra come i ragni e poi ti dicono
che hanno spezzato loro le ossa da bambini, per un futuro assicurato dall’elemosina. Ma
anche ricchezza, tessuti pregiati, negozi con Internet, normali servizi telefonici, banche, meno
appariscenti ma pure sempre banche, palazzi sontuosi. Odore particolare dappertutto. Lasci le
scarpe fuori ovunque, ti accomodi per terra, per esempio in un negozio di stoffe, le tirano
fuori, te le porgono e con la massima calma scegli a prezzi stracciati. Risciò che paghi quanto
vuoi. Insegne di negozi fatte con il cartone. Mentre ero nel suo Hashram, ho scritto al Maestro
varie preghiere: gli ho scritto anche della città incantata dove ho vissuto l’infanzia, del mio
giardino, della casa abbandonata per via del lavoro di papà. Mi ha ricevuto al suo cospetto
insieme ad altri Italiani. Al mio ritorno dall’India ero con mia madre e mi disse che dopo anni
di cause legali era riuscita a riscattare la casa per la quale papà aveva fatto domanda prima di
morire, ma aveva dimenticato, una volta rimasta vedova, d’aggiornare la pratica burocratica,
rischiando di perderla. Stavolta invece mi chiedeva di accompagnarla per fare le pratiche per
l’acquisto agevolato che spettava alla nostra famiglia. Aveva ascoltato le mie preghiere
riguardo a quella casa: io ormai sono residente lì da molti anni. Tu credi ai miracoli?
Concepisco le varie fedi praticate nel mondo come fossero cinque petali d’un fiore, ogni
petalo uguale all’altro per profumo e grandezza, dentro ogni petalo il simbolo di una fede:
quella Mussulmana con la luna e la stellina, la fede Buddista con la ruota, quella Cristiana
con la croce, la Induista con il segno che somiglia al numero tre ed il simbolo di Zoroastro
con un catino che contiene il fuoco. Questo simbolo l’ho trovato negli insegnamenti di questo
Maestro. Termino dicendo che già dall’infanzia si dovrebbe familiarizzare gradatamente con
figure indicative, di cui per curiosità s’inizierebbe poi a studiare per capire meglio e questo
può portare, come nel mio caso, a sensibilizzarsi ad un’equa visione del POTERE
SUPERIORE così come ognuno può concepirlo. Con questo modo di pensare, si cresce con il
rispetto per ogni credo religioso con contenuti buoni per tutto il genere umano, senza pensare
che uno prevalga sull’altro ma con il senso di rispetto per il karma d’ogni essere umano,
indipendentemente dal luogo in cui è nato e dal credo che si pratica nel paese d’origine,
dando così pari dignità ad ognuno senza colpevolizzare credi differenti solo perché
“karmaticamente” un ‘altra persona è nata altrove, spero di essermi spiegata. Ti auguro di
credere ai miracoli. Io ci credo. Buona vita.


Un’antica bellezza

Consapevole di un’antica bellezza
Rubava un po’ di dignità
Cantando nella mente per ingannare la realtà
Consapevole di un’antica bellezza
Andava, in barba alla pubblicità
Frugando nelle tasche a cercare una penna
Per fotografare la realtà
Incedeva con fare regale in un vestito dimesso
Andando incontro ad un destino sconnesso
Donne sempre preoccupate di apparire belle
Maschi che non stanno più nella pelle
Tutti intenti a recitare, come stare in vetrina ma….
Ci sono troppi divieti nel cuore
Qualche cosa che fa ancora male,
Io non lo so perché, non so perchè
C’è questo “non so che” perché non so chi sono
Ma non mi chiedere di dove sono,
Sono parte dei cittadini del mondo
Nessuna città mi rappresenta fino in fondo.
Non chiedere di dove sono,
So da dove vengo, so dove vado
Una razza che non c’è, razza che non c’è:
Sono cittadina del mondo, dell’universo,
Cittadina dell’universo.
No, non mi chiedere di dove sono
Vorrei solo che la vita fosse piena di cose,
In modo che si possa dire: “quella lì ha vissuto veramente.”
Sono parte dei cittadini del mondo
Se solo io avessi potuto inventare il mondo come hai fatto tu
Toglierei tutti i divieti dai cuori.


AUREVOIR MON AMOUR

Settembre 2037. Ottanta primavere, degenza per frattura. Al fianco una donna per farmi
compagnia, ad ore. Signora silenziosa, discreta, pomeriggi lunghissimi. Dice che sono ancora una bella donna, chissà a quanti uomini ho fatto girare la testa, occasione per raccontarle questa storia vera, memorie d’anziana signora che può dire d’aver conosciuto l’unica cosa  per la quale vale la pena vivere, un grande amore.«Si, sono stata una bella donna ammirata,corteggiata:la mia vera  gioia iniziata quando ho conosciuto l’uomo che m’avrebbe reso  felice. Studiavo all’Università , negli anni ottanta. Primo anno cercando casa, studio in biblioteca e ricerca d’ un posto stabile. Abituata agli agi della famiglia , non facile passare alla precarietà,impatto duro rispetto alla bambagia vissuta in famiglia. Ho vissuto senza credere  più nell’amore, sbandamento, problemi economici, portando avanti lo studio, poi.. incontrai l’uomo che  m’avrebbe fatto provare un sentimento forte, che, già dopo un mese,  potevo definire amore. Luglio, serate piene di eventi estivi, io, musicista dalla nascita prediligevo concerti all’aperto. Nove  luglio….la mattina di quel giorno predestinato avevo chiesto un passaggio in città, prima d’uscire, stranamente, consapevolezza che qualcosa stava per cambiare. Scesa dall’auto, nella mia mente, chiaro: «stasera conoscerò un uomo importante per la mia vita». Da dove veniva quel pensiero?Giorno speciale. Angela ed io, inseparabili da mesi, lei, diventata vero punto di riferimento, sopperiva alla mancanza della mia famiglia. S’era fidanzata con un calabrese. Quella sera avevamo  appuntamento con lui in un giardino per un concerto live con un mostro sacro della musica soul-blues. Eravamo al concerto, felici, con spensieratezza tipica dell’età, ventitreenni. Cantando e ballando in prima fila, alla fine, piano la gente usciva, aspettavamo che la calca diradasse, prendendo  il fresco della notte  inoltrata. Scena deliziosa: al suo ragazzo si stava avvicinando lui: sottile, biondo,boccoli, tutina arancione, un filo colorato cingeva  la nuca per sorreggere occhialetti ovoidali. Osservavo, sorridendo, la delicatezza con la quale, per sorprenderlo, l’ha preso per mano. Questa scena delicata fra uomini mi ha colpita, intenerita, i biondi sono sempre stati il mio debole. Poco dopo, le presentazioni: «Rolando». Il bel ragazzo ed io, verso l’uscita del parco, ci siamo ritrovati sotto braccio, esclama:«sei messa bene, eh?» «anche tu». Classico coup de foudre, amore a prima vista. Saliti  tutti sulla sua auto scalcagnata, un giro in autogrill, dove lavorava:presenta richiesta di permesso per assentarsi dal lavoro, cosa che poi avrebbe fatto diverse volte, faceva del tutto per lavorare  meno possibile: sua risposta allo sfruttamento dei datori di lavoro,poi, col tempo, imparai che era uno spirito libero, pochi soldi in tasca ma sempre con macchina a disposizione per scappare dalla città e vivere la vita ogni giorno come una bella avventura. Accompagnammo gli amici, il feeling c’impediva di separarci, decise di dormire da me. Emozioni forti unite a qualche bicchiere di troppo, prima notte disastrosa, mi sono alzata per rimettere, svegliandomi mi meravigliai d’avere dentro il letto quell’ uomo, mercuriano, efebico e delicato. Viveva in una stanzetta, mi stupii quando, dopo giorni passati a fare l’amore e a gironzolare con la sua “fuori serie”, propose di venire a stare da me, portandosi un  meraviglioso gatto soriano dal nome Micione. Presto è maturato quel sentimento che, di lì a poco, avrebbe riempito il mio cuore, ancora adesso uno dei più bei ricordi della mia vita. La storia d’amore, sembrava diretta da un regista invisibile per quante meravigliose coincidenze ci ha fatto  vivere, ho ritrovato la fede, l’amore si  è esteso all’universo. Per descrivere questa storia ci vorrebbero sensazioni, immagini, odori, colori, per trasmettere quel miracolo che è stato l’aprirsi del cuore. La storia sembrava davvero stata scritta da un abile scrittore, noi attori d’un copione che sembrava tracciato dal destino, da un Dio benevolo. Turbò la felicità, però, l’insorgere della  malattia  di mio padre, al quale io per prima avevo diagnosticato un tumore al sangue, avevo studiato di recente per l’esame  d’Ematologia, si ammalò dopo solo un mese che eravamo insieme. La sua malattia creò in me una divisione profonda. Rolando non  piaceva ai miei, vivevo il mio amore clandestinamente, mi dividevo letteralmente fra loro, distanti anche chilometricamente. La giovane età e i grossi problemi da affrontare, alcune delle cause che ci portarono a vivere alle prese con una gravidanza. Sorpresi, eravamo felici ma la felicità è durata poco, ho perso la creatura che aspettavamo dopo poche settimane. Dopo il triste episodio, la visione di lui iniziò a cambiare, non lo sentivo più mio complice, percepito quasi come nemico. M’allontanai da quella città dopo avere parlato con un sacerdote, mi consigliò d’andarmene per un po’ di tempo per dare tregua al gran dolore. Scelsi una città vicina a quella della mia famiglia, dove sarei rimasta solo un paio d’anni, continuando gli studi. La lontananza dal mio uomo durò solo pochi mesi, lo amavo troppo. Tornai nella città del nostro amore, casualmente, per un concerto:sbiancavo quando vedevo l’auto di Rolando parcheggiata fuori, riconoscibilissima, l’avevamo fatta dipingere rosa shock-ing. Mesi d’assenza,la prima sera che tornavo,nuovo segnale della sua presenza. Cosciente che lui era lì, nell’intervallo l’ho cercato, inutilmente. Un biglietto sull’auto? ma….non c’era più. L’ amore era voluto “dall’alto”, confermato il giorno dopo: in piazza incontravo Elena, amica comune, diceva che gli mancavo troppo. Presi la corriera verso il  paesino dove c’eravamo trasferiti, avevamo trovato una casa nel verde. Dopo mesi d’assenza ero stupita: facendo autostop, passava proprio lui,  mi caricava come se niente fosse, mentre ascoltava la nostra musica. Ricominciammo  innamorati più di prima. Poco tempo dopo, i segni del disagio di quello che c’era capitato, diventavano evidenti quando decidemmo di sposarci. Cinque giorni dopo le pratiche per il matrimonio,nuovo peso da sopportare,in totale disaccordo con i miei, mi feci accompagnare da lui a trovare un’amica Medico. Arrivai da lei in preda a forti disturbi per molte notti insonni. Ero lì per chiederle aiuto: non riuscivo a parlare, non seppi spiegare niente, letteralmente muta. Ultimi momenti della nostra storia. Breve ricovero,  mi riportarono dai miei, dove rimasi per un lungo periodo, tutto sfumò così, senza volerlo, quella ricchezza la porterò sempre nel cuore.» La signora ha  ascoltato senza fiatare, mi ha sistemata per la notte. Dice: «Buona notte, sogni d’oro, che Dio la benedica». Vado a sognare il mio grande amore, forse un giorno, dopo la vita, lo ritroverò per sempre.“Aurevoir mon amour”.


Sul tetto che scotta

passi felpati
occhi incantatori
manto vellutato
hai rapito il mio cuore
dicono che sei un animale
la verità è che mi fai felice
moine sinuose
musetto incantevole
zampette da acchiappare
s’insinua sgattaiolando
nel mio cuore
per uscirne lasciando impronte di gatto
sai come fare
per farti dare da mangiare
sei la mia piccola anima
egoista, opportunista
affettuosa
giocherellona
intelligente
sono io? O è lei?
Lei è me ed io sono lei
la mia piccola gatta sul tetto che scotta
decidi con un balzo di farti fare le coccole
le fusa sono il più bel ringraziamento
misteriosa e dispettosa
mi hai trovata fra mille
con la codina alzata sei venuta fuori dall’oblio
stai qui con me
non andare sul tetto
scotta.


Scalza

tolgo le scarpe ed entro
giardino incantato
erba morbida
cammino in punta di piedi
le orme non fanno rumore
ascolto il ruscello
un albero copre il mio capo
un laghetto con acqua a specchio
un’isoletta nel centro
pensieri vagano oltre il nulla
lasciano posto alla
contemplazione
morbide colline, verde sereno
qui non sento freddo
accarezzo le onde nei pensieri
osservo
e mi vedo
sai dove sono entrata così scalza?
Dentro di me
nel mio giardino eterno.