Brillo Corvo

Timbro di blu
la rivoluzione industriale sferraglia indomita
sudore e pane
con uno squillo di campana
scende l’ordine supremo della cravatta illuminata
n’ebbi dono
null’altro e nulla più
era d’estate
barbara Luna rosso scudo
il Re degli unni guardava Roma
cantavo sbronzeo
conquistai il sabato e la sua mezzanotte
giunto sul cimo del colle feci una pisciata lunga un ricordo
n’ebbi dono
null’altro e nulla più
sotto un diluvio musicale
quando la dance scioglie la sua bellezza
e sfoglia i suoi amori
fui baciato da legno di fata
al rimpatrio
nella notte comparve l’ultima stella
abbronzeo 1990
addormento m’aggirai sognante
sul cuscino di Cupida
n’ebbi dono
null’altro e nulla più
Oh! Vate vitae
Oh! Muse ispiratrici
l’esercito della penna condottiera
romanticus papiro millennia
in là nel tempo l’era Regia
militò d’anima nel sommo gracchio
n’ebbi dono
null’altro e nulla più.


Giocondo

Dow Jones su e giù
valenza alle gobbe del cammello
in un tempo che fu
menù dai 38 righi d’acqua ribelle
bollo sale
storio d’Aurelia e Appia antica
mosso di mare e acqua dolce
poso di gotto rutto libero e digiuno
la Madonnina brilla da lontano
verso Milan forni accesi
Renzo restituisce i pani
il tappeto srotola Cleopatra
l’ultima morosa della valle dei Re
il suo bacio luce
mediterraneo segreto
e gondola il mar in man di Venesian
da Azio non si battaglia
e Roma ne va lunga
e mezza Vichinga
di boato in boato
da cento e più
in una fiumana bella
giocato ne ebbi
la magica palla
di Druida tribù
ancor anni che or sono
in un Celtico sogno
Dorro lo stregone
ne ebbe la ragione
bacia Shakira
e il fiume restituirà il pallone
cerchila che ti cerchila
sulla cresta del monte Gottero
avvenne il due di picche che vociò
mirra che te ne goiogherai mai più a ballon
disperato e in nome dello sport
le dissi non l’era un tiro l’era un cross
ma ancora adess
le rumba Brasiliana e uscio discotec
nel canto del Gallo
ubriacco
scribo di Luna e di Bacco
bello è il flipper con la pallina
tilto e eterno.


Juventus

Né brutto né bello
sinonimo e contrario
specchiai riflesso d’Juventud
in gita sul pullman dalle lucette blu
nel nascondiglio segreto della cerbottana
sogno e tramuto
e Dante soffiò sul lume della candela
la piuma d’inchiostro del Poeta Benignò
la sfogliata divina
in un bellissimo canto verso la mezza
laggiù in quelli della Rai
telecomando spegno
scende il Nilo
sotto lo sguardo della Sfinge
il Faraone posa la sua ultima Piramide
Roma marmorea
belineide mi fui svelato
Gesù benedici
sui trenta denari funzionanti.