Primula d’autunno

Stenta ad andarsene la notte
impigliata nelle nebbie…
Timido suono d’uccello solitario
osa increspare
l’assonnato silenzio
ma nessun altro gli fa eco
così che anch’esso torna
ad affondarsi nel nido
come gli umani sotto le coltri.
Da tempo se ne son partiti
gli stormi migratori
ed un po’di cuore è andato con loro
al banchetto del sole a sud est
dove speziati cieli
sono corteggiati
fin da primissima luce
da gai schiamazzi di uccelli in festa
e corone di fiori sono posate
per accendere dei
dagli occhi di pietra.
Resto con quelli che restano,
zittendo il cuore migratore
ed indossando questi giorni grigi
come fossero d’oro.
Ringrazio la primula d’autunno
per l’ardito occhieggiare
dallo strame secco.
Grazie, generosi sbadati
teneri petali gialli
per aver ricordato a noi passanti
che il sole tornerà a risalire il cielo
sciogliendo le zolle!
Voi siete il sorriso dell’eterno
che rincuora le creature
sgomente davanti all’inverno
e tacitamente annunciate
che il sole vincerà anche stavolta
nonostante tutto
accendendo di nuovo
il sorriso del mondo.

(inedita)


Agisci dal cuore

Agisci dal cuore
quando la sua chiarezza
è una vela che sa il vento!
Ritirati nel cuore
quando non sai
e la nebbia è pesante di ombre!
Il silenzio lo cura
lo ara facendolo fragrante…
Ritirati nel nocciolo
e sii pronto a risorgere
quando le nocche del chiaro busseranno
e vedrai sciogliersi le ombre!
Allora si ergerà di nuovo il vero
cristallino e semplice come una roccia
e di nuovo ogni gesto avverrà
come l’acqua che sgorga.
Così è il respiro della vita.
E per tante volte ci si perde ci e ci si trova…
Così maturiamo come frutti,
con notti e giorni…
La marea che si ritira
e la marea che inonda le spiagge…
Finché saremo pane fragrante da condividere.

Quarna, 8 novembre 2012
(dalla raccolta Gocce di luce, Ed. Gruppo Albatros)


Canto nuovo

Il bosco beve beato la neve sciolta
Si prepara a sbocciare
coccolato dal sole
Un canto solo l’attraversa e l’aria è leggera
un canto nuovo.
Mattine danzanti si affacciano
di uccelli in festa
Silenziosi si uniscono al coro
sbocciando fiori dal niente.
Le gemme indugiano ancora
impaurite di gelo
Ma i giorni allungandosi le convincono
che ormai è tempo.
I rami si sgranchìscono
come ali in direzione di volo
Così le gemme esploderanno
lasciandosi andare alle brezze.
Torna dal nulla assopito
a risvegliarsi il sipario di magnificenza
a teneramente illustrare
agli occhi ciechi
la magia dell’essere.
Senti! Bussano folate di vento…
Questo antico canto
è un canto nuovo!

Quarna, 4 marzo 2013
(dalla raccolta Gocce di luce, Ed. Gruppo Albatr