A mio padre

 

Quando sono solo

teneramente abbraccio i miei pensieri

mi conducono lontano e

ti ritrovo lungo la strada

che racconta la storia della tua vita, 

della nostra vita.

E sempre ti penso,

mi emoziono, ripercorrendo nella memoria

i tuoi atteggiamenti di padre, di amico

di uomo buono.

Eri il nonno di tutti i fanciulli del rione

 e lì, nel parco della mia memoria,

ti cerco e ti ritrovo, ci prendiamo per mano, 

 ridenti come non mai.

Ma è storia vera,

la tua presenza ci sarà sempre

in ogni istante della nostra vita.


Innocenti speranze

 

Occhi profondi e neri, ciglia allungate,

tratti somatici pressappoco orientali,

sguardo sempre triste, spesso in lacrime,

da credulone, ma cosi dolce e tenero.

A guardarli bene oggi quegli occhioni

mi trasmettono tristezza e angoscia.

Sono gli occhi di chi ha già capito,

sa tutto della tristezza, delle 

gioie labili attese con enfasi.

Maglietta consunta e sgualcita, resta isolato,

lo prendo per mano e mi sussurra:

“Quando sarò grande, mister, farò il capitano!”

Io annuisco e sorrido, pensando che 

sempre ho amato i tramonti misteriosi

che conducono la sera, alla notte e ai sogni.

Da fanciullo li attendevo con desiderio,

restando impotente di fronte a 

quanto la vita poi offriva.

                


Oltre l’inquietudine

 

Non c’è un alito di vento e le foglie degli ulivi 

sembrano ora d’argento, preludio di un’altra

terribile notte d’insonnia.

E’ l’alba, dalla terrazza si distingue nell’aria

 un penetrante profumo di fresco,  

tutto è lindo dopo il temporale: le foglie dei germogli 

con i petali dei fiori scompigliati sono di un verde brillante,

gli ulivi tagliati e più neri che mai contro il cielo nuvoloso.

Le gocce di pioggia ancora scendono 

lentamente sui rami fino alle foglie,  

per poi sgocciolare come piccole lacrime sul terreno bagnato.

E’ un tuffo al cuore la vista del campanile, la sagoma del Vesuvio 

e punta Campanella baciata da Capri.

Nell’aria ovunque mi inebria il profumo delle rose di giardino, 

reso più fresco 

e penetrante dall’odore di erba bagnata,

e noi siamo ancora qui: è l’amore che ci unisce.

All’alba stringimi forte, restando uniti davanti alla veduta,

la nostalgia ci assedia, ma l’amore ci risana

e, in questo giorno di primavera ti regalo un fiore,

un sorriso, una carezza sul viso.