Gerla
Cerco nella gerla
di legno scuro indurito
nuove parole
per dire
del tempo incauto
dell’ora esitante
dell’attimo indefinito
parole rare
per dire
dell’arcobaleno improvviso
sfumata ferita
che squarcia il cielo
della pioggia
che dona l’oblio
della sete perenne
Cerco nella gerla
pesante del niente
parole cangianti
per dire
degli amori mai dimenticati
degli amori violenti
che accendono le vene
degli amori tranquilli
come il dipanarsi
delle stagioni
parole vive e pulsanti
fragili come cristalli d’oro e d’argento
rubate al Sole e alla Luna
parole
da donare
prima che il cuore si spezzi.
Eco
Pure
quei passi
che ho inciso
nell’anima
sono rimasti
nell’eco
che sempre
ritorna
risuona
rimbomba
rimbalza
risponde
di ora in ora
richiama
ricerca
ricorda
pronuncia
il tuo nome.
Perché nulla
alla fine
di noi
si è mai davvero perduto.
A est
E’ il tuo volto
che sul far della sera
imprimo
sulla ruvida scorza del giorno
e sono semi
di attesa
che germogliano
nella nera distesa della notte
fino a quando
più chiara a est
si fa la speranza.
Nenia
Ombre
abbracciano il petto
come leggeri sospiri
di vento amaro
cullano
nella nenia
di acre malinconia.
Ed
è stiletto di nostalgia
nell’oscurità.
Fendenti
Dolore:
il risveglio sospettoso
del giorno
che striscia fra i muri e i tetti
ammantati di silenzio
i suoi fendenti tra le fessure
destano le ore
che filtrano
segmenti di tempo.
Mondo
I miei passi nel sole
i riflessi delle stelle
nel tuo sguardo
i tuoi occhi immensi:
lì
il mio mondo raccolto
le mie dita intrecciate alle tue
il futuro
intrappolato fra me e te
Poi
nessun appiglio
per scalare
la parete di ogni notte
nessun appiglio
per raggiungere
di nuovo l’alba.
Flagello
Scalfisce
il vento,
scalpello di nuvole,
l’affresco di cielo.
Non è sacrilego
il flagello del cuore:
zittisce paziente
l’immenso silenzio.
Fruscio
Rotola il ricordo
dalla gerla gravida
della memoria
ed è fiato trattenuto
tracciato sulla pagina
di bianca attesa
leggero impalpabile fruscio
della polvere dell’illusione.
Attimo
L’aria è cenere bagnata
mentre le stelle
si sono fatte liquide
e fresca linfa risplende
quando le nuvole si sono distese
a riposare nella quiete del vento
ancora io cammino
per accarezzare il profumo
dei fiori d’acacia
dolce stordimento dell’anima
e fingere per un attimo
un attimo ancora
che il cuore si sciolga
in questa notte tiepida d’attesa.
Stigmate
Pianto di pensieri
come gocce di speranza
di un gambo reciso
stigmate nella carne
dell’anima annientata
in questo tempio sfregiato.
È dolore.
Non è paura
E’ respiro di fuoco
il dolore che mi morde l’anima
e dilania la felicità pulsante
e non è paura amarti
nella luce e nella notte
nella fiamma che si fa brace
e poi cenere dispersa nei giorni a venire
non è paura amarti
nei labirinti in cui ti cerco
e poi ancora e sempre ti perdo
nelle lettere che compongono
nuove parole
per narrare di te e di me
e non è paura amarti
nel sogno e nella veglia
quando abbraccio la tua ombra
e stringo a me l’immensa tua assenza.
Tratte da “ Emma,alle porte della solitudine” ed. Rupe Mutevole 2015
Prua
Dai campi
s’alza
la coltre
di bianco fiato
evapora
la terra
lo spirito
di quelle anime
sciolte
nel mio tempo
scordato
in questo silenzio
d’inudibili suoni
costellato.
S’inabissa
ora
la mia prua
nei candidi marosi
di dolenti
inutili rimpianti.
Giovanna Fracassi
Tratto dalla silloge “La cenere del tempo” ed. Rupe Mutevole 2014
Agonia
Nell’aria
che profuma
gravida
di ricordi
nell’ agonia
lenta del sole
nell’eterno desiderio
d’ambra
si perde
ora
in un soffio
la mia preghiera.
Giovanna Fracassi
Tratta da “ La cenere del tempo “ ed Rupe Mutevole 2014
Naufrago
Sei uscito dal nulla liquido
del tuo dolore
per posarti sulla calda sabbia vergine
che cinge la mia terra fertile
naufrago smarrito
fra dune d’incertezza
il faro dell’amore è per te
ora promessa di gioia imperitura
Adesso è atto puro
il tuo desiderio
è saetta affilata
che trafigge l’anima
e i tuoi sono silenzi e sguardi
inanellati di risa
ghirlande di felicità
sull’uscio del mio cuore.
Giovanna Fracassi
Tratta da Emma, alle porte della solitudine ed Rupe Mutevole 2015
Aurora
Quando l’aurora
s’adagia sulla riva del fiume
e viene a bagnarsi
dopo essersi specchiata
per l’ultima volta
nel buio sempre più chiaro
i confini del tempo
si dissolvono
nel vapore di un’emozione
e le dita si sfiorano
come cristalli di nostalgia
e una tristezza
impalpabile e fluida
si diffonde sul viso cosparso d’attesa
sulle ciglia umide di speranza
sulle labbra umettate di sogno
dischiuse in un’altra supplica.
Giovanna Fracassi
Tratta da In esilio da me Ed Kimerik 2016
Aironi
Le ali bianche
ripiegate sulle esili zampe
gli aironi in sosta
sono virgole bizzarre
fra le zolle
scure dei campi
arati di fatica e d’amore
ed è il pianto silenzioso
del cuore crocefisso
ad un attimo di felicità
foglia tremolante
nel sole che intinge
il suo ultimo calore
nelle ombre dell’orizzonte
sdrucciolano
le prime stelle
e sono lento lenimento
al dolore del tempo
che non dà tregua
né perdono
né ora né mai.
Giovanna Fracassi
Tratta da In esilio da me Ed. Kimerik 2016
Eterno
Il rintocco dell’eterno
nel fremente fulgore delle stelle
nel soffio luminescente
che langue sulla montagna scabra
sui rami fragili
sulle eriche dormienti
in questo regno del mistero
dove il silenzio è infinito
come un sogno disteso
ed il brivido dello spazio
che squarcia il pensiero
è una luce riflessa
palpito serrato
di un’eco divina
scruto l’immenso
nel dilapidare lento
sordo stillicidio
del mio essere.
E’ il silenzio
Perdona
se all’improvviso
è il silenzio la mia coperta
nell’oblio del sonno
in cerca di quello
che mai non trovo
nel turbamento del risveglio
di fronte all’incanto
della vita che travolge
nella sorpresa del cuore
che ancora pulsa
che ancora freme
nel dolore del rimpianto
che ancora trafigge
che ancora preme
nel calore dei ricordi
preziose gemme d ‘amore
con cui s’adorna il mio cuore.
Perdona
se all’improvviso
è il silenzio il mio manto.
HO
Ho steso il drappo stellato
sull’universo e su tutto il creato
ho soffiato il vapore del nulla
e ne ho fatto nuvole
per nascondere il dolore.
Ho modellato creta di sogni
per rallegrare stanze
e ore lente come la sabbia secca
della clessidra là sulla mensola scurita
da tante mani impastate di lavoro.
Ho bagnato gli occhi e la fronte
nell’acqua trasparente della conoscenza
e nell’acqua torbida della dimenticanza
per rinfrescare i colori di una vita
non ancora appassiti.
Ho calzato scarpe di fatica
per arrampicare sulle vie più erte
sui sentieri di incognite fioriti
per raggiungere laghi profondi
come specchi di speranza.
Ho cantato inni di stupore
di fronte all’immensità del sole
note inanellate attorno ad un girotondo di felicità
racchiuse ora fra i fragili petali
dal profumo d’infinito.
Giovanna Fracassi
Poesie tratte dalla silloge In esilio da me…Ed.Kimerik 2016
Crono
Sono corde di seta
le onde del mare
che narrano
storie ormai lontane
plasmano
con tocchi leggeri
mobili effigi
di nobili cavalieri
nel crepuscolo di velluto
s’animano di nuova vita
scorrono veloci contese
s’odono i tumulti
nello sciabordare inquieto
che giunge e trasforma
cancella e riporta
così come il ricordo
che abbandona e poi ritorna
che lascia e poi riprende
nell’atrio aperto del cuore.
Giovanna Fracassi
Tratta dalla silloge In esilio da me Ed.Kimerik
Doni
Sa di dolce tiepido
il pomeriggio
mentre il sole sfiora
le prime stelle
s’accendono le luci
fra il giorno e la notte
ed è un tremolio d’attesa
appena un fremito
proprio al centro del petto
ritorna l’emozione
profumata d’agrumi
nell’aria scintillante
di cannella e di spezie
quando
la porta s’apriva
e attorno al camino
dita d’amore
avevano già
ricamato doni speciali
per quella bimba sola
Mani affondate
nelle tasche
in cammino ancora
verso ovest
per raggiungere
quel tramonto
che mi è rimasto dentro.
Giovanna Fracassi
Tratta dalla silloge In esilio da me Ed.Kimerik
E se poi
E se poi non bastassero più
le parole dipinte così
sulla distesa indefinita dell’anima
sull’onda accartocciata
della memoria liberata
E se poi non bastassero più
nemmeno le immagini
spruzzate di nebbia
rubate alla tempesta e dimenticate
sui tetti scricchiolanti.
Dove il tempo
non profuma dei fiori recisi
ma mai donati
né delle foglie cadute
e mai raccolte
Dove le labbra sono
farfalle dalle fragili speranze
nel soffio tiepido
del magma della notte
che porta con sé
parole di braci ancora accese
come luccichii lontani nel buio:
echi di assenze infinite
fragranze di silenzio .
Giovanna Fracassi
Tratta dalla silloge In esilio da me Ed.Kimerik
Nuvole
Sbuffi di desideri,
quando il clangore
delle passioni
si spegne,
sospinti dal turbinio delle emozioni,
disegnano spiagge di tranquillità,
vette di irraggiungibile estasi,
e mentre tutto sembra
lentamente assopirsi,
riemergono possenti giganti irrequieti
a fronteggiare l’improbabile,
e draghi incupiti
pronti a contendersi
un attimo,
solo un attimo d’infinità.
E lo spirito
intanto quaggiù,
ancora una volta,
anela
ad un vano destino
d’immortalità,
con un sospiro di niente
sospende
l’ormai inutile carosello
dei destini negati.
Sussurro urlato
E’sussurro urlato
il vento
fra le voci discordi,
le assonanze e le dissonanze,
e d’ogni gemito
ogni foglia dà
la sua nota.
E sono parole :
ridondanti di buoni o cattivi presagi
rutilanti nel frastuono della cieca furia del tempo
ormai stremato, fiaccato da quest’esistenza
rotolanti le une sulle altre per gridare
più forte il loro antico credo
rimbombanti nel mistero di un fiato languido.
E sono intere frasi.
riecheggianti altri giorni di tempesta
rilucenti delle lacrime del cielo
rifulgenti per la speranza di un ritorno
rimpiangenti la felicità
prima dell’abbandono.
Vite avviluppate
Rami contorti
vite avviluppate,
intrinseci dilemmi
inconfessabili verità
raccapriccianti convivenze,
giacciono dimenticati ,
immemori di se stessi
sulla spiaggia deserta di ogni speranza
specchio fluido delle illusioni tradite
intanto sullo sfondo
le onde criptiche
invitano e respingono
così come svelano e celano
le profondità degli abissi
del dubbio che sfida muto
ogni umana ricerca di significato.