Nuova visione

La luna e i suoi raggi filtrano tra le persiane chiuse della mia mente onirica.

Illuminando con la sua ombra disvela le mie fatali paure.

Si apre la finestra e delicata entra con un forte odore mefitico

Un raggio di luna più grande e seducente delle altre.

Era la sua fisionomia. Fluida, incantevole, mutabile e sempre impreziosita dagli zirconi incastonati nel suo volto.

Assieme ai fluenti fili di ebano intrecciati da Mefistofele stesso e poi lavati con il balsami della santità.

Si avvicina, lei fluente e lucida si guarda e il suo sguardo penetra il mio essere.

Mi offre con gli occhi un calice di vino.

Si avvicina.

Entra dentro me e non ne esce più.

Nuova visione!


Musei mentali

Statua di marmo.

Ferme ingessate mi guardano dentro e rabbrividisco.

Capisco come loro hanno più umanità di me.

Mi guardo in giro e dono la mia solitudine a me stesso.

Mi guardo allo specchio, finalmente un compagno.

Le mani che si stringono, sono le mie.

Il cappio lo stringo da solo grazie.

Non ho bisogno di spinte.

La luce filtra dalla finestra mentre io volo.

Con la vacua impressione di non essere solo ma essere solo tra tanti.


Henry Miller

Eravamo 2 buchi neri che collidono tra di loro.

Non esistevamo.

Le mie dita si muovono come l’elettrocardiogramma di una persona infartata

mentre scrivo.

Scopro me stesso mentre le persone mi girano accanto,

volteggiano e mi accarezzano ed io li fermo

tra le mie canzoni e le mie idee

torno indietro.

Batto a macchina come faceva ai tempi Henry Miller,

emulatore di romantici passati di moda.

Perso tra me stesso mentre succedono fatti,

che non mi appartengono.

I tasti della macchina si inceppano li stesso.

Li sistemo, ritorno a scrivere a macchina.

Il loro rumore mi rilassava

Scandisce la mia vita

Torno a fantasticare, alzo gli occhi.

Dilanio la mia memoria.

La seziono ci faccio un collage

Ne invento pezzi nuovi da incollare con quelli vecchi

Una passata, migliore artistica.

Mi guardo allo specchio è la fine.

Non mi riconosco più.

Lo rompo, con un pugno.

Mi sanguinano le mani, le nocche.

Un rivolo di sangue scende dall’occhio destro.

ora mi riconosco!